Caso rimborsi, Renzi attacca Di Maio: come Craxi e il “mariuolo” Chiesa
Il caso rimborsi dei Cinque stelle paragonato a Tangentopoli. L’azzardo lo fa Matteo Renzi. Il segretario Pd prova ad approfittare del momento di difficoltà dei pentastellati, e recuperare il terreno perso nella sfida per il primo posto. La riduzione dei vari Dessì, Cecconi, Martelli, Vitiello a “mele marce” da parte di Di Maio? “Ha un negozio di ortofrutta, piuttosto”, dice. “Ricorda Bettino Craxi con Mario Chiesa che era un ‘mariuolo'”.
Per il leader dem quello che sta accadendo sui 5 stelle “è impressionante”. “Ci fanno la morale, ci dicono che noi abbiamo gli impresentabili, ma si sono trasformati: si sono trasformati nell’arca di Noè e sono saliti a bordo truffatori, scrocconi, riciclati di altri partiti politici e massoni. Portano in Parlamento i Scilipoti e i Razzi della prossima legislatura”, scandisce, sfidando il candidato premier M5S a querelarlo se dice il falso, “tanto io, a differenza sua, non ho l’immunità”.
La rincorsa di Renzi, insomma, passa anche per toni meno soft del solito. L’attacco colpisce anche Pietro Grasso. Vuole reintrodurre il tetto degli stipendi per i funzionari del Senato? “Credo che ci stia prendendo in giro. Si chiamava ‘tetto Renzi’ perché lo abbiamo messo noi. Grasso è l’unico che non lo rispetta. Che ci venga a fare la morale anche no”, sentenzia.
Luigi Di Maio: “Prima restituiscano 23 milioni di euro, poi parli” – Affermazioni alle quali il candidato premier pentastellato risponde chiedendo che l’ex presidente del Consiglio “restituisca prima i 23 milioni di euro che lui e il suo partito devono agli italiani, poi ci faccia la morale”.
Buffagni (M5s): “Pochi furbi non rovinano nostro lavoro” – Sul tema è intervenuto anche il consigliere regionale lombardo e ora candidato alla Camera, Stefano Buffagni: “Scacciamo i mercanti dal tempio, i moralizzatori, quelli in conflitto di interessi e che ‘tengono famiglia’, quelli che usano il nostro sogno solo per scopi personali – scrive in un lungo post – Sono sinceramente schifato da tutte queste vicende, ma dobbiamo lottare per difendere questo nostro progetto”. Perché, si chiede il portavoce pentastellato, “abbiamo restituito più di 37 milioni di euro, tra 25 dei parlamentari e 12 dei consiglieri regionali. Gli altri possono vantare le stesse evidenze?”. Poi l’accusa: “Per colpa di pochi furbi non si può rovinare il lavoro del Movimento. Qualcuno diceva che tanti di quelli che si riempiono la bocca di etica, a forza di parlarne non hanno poi il tempo di metterla in pratica. Evidentemente è così quando la statura morale delle persone è bassa e gli istinti di egoismo e avidità sovrastano il resto”.
TGCOM