Nikolas, l’ex studente con la passione per armi, bombe e siti estremisti
Giovane, anzi giovanissimo, con una passione «malata» per le armi, frequentatore di siti «al limite» e, forse, animato da un malvagio senso di vendetta.
Il protagonista dell’ennesimo far west suburbano risponde, con grande probabilità, al nome di Nikolas Cruz, la cui età è di 19 anni, stando alle prime informazioni trapelate dalle forze di polizia che lo hanno tratto in arresto dopo aver causato sangue e terrore in un liceo di Parkland, in Florida. Non un liceo qualsiasi, ma il suo, ovvero quello che frequentava sino a poco tempo fa.
Ecco perché emerge l’ipotesi della vendetta, forse contro qualche professore o qualche ex compagno di scuola più giovane.
È lo sceriffo Scott Israel, che guida le indagini, a confermare l’identità dell’autore. Quello che ancora non è chiaro, tiene a precisare il funzionario, è «quando o perché» il ragazzo abbia lasciato la scuola. I primi racconti dei fatti rivelano inoltre che per tutta la durata dell’emergenza Cruz sarebbe entrato ed uscito a più riprese dal campus prima di essere fermato e arrestato fuori dalla struttura. Questo a dimostrazione della grande familiarità che aveva sul terreno nel quale operava.
Così come una certa familiarità l’ha mostrata, nel corso della sua azione, con le armi da fuoco. Fatto questo che troverebbe conferma dai primi elementi emersi nel corso delle indagini scattate subito dopo il suo arresto. Innanzi tutto il giovane era ben armato e attrezzato, visto che sembra indossasse una maschera antigas e, forse, anche un giubbetto antiproiettile leggero, attrezzature facilmente reperibili su siti specializzati di Internet. Così come altrettanta facilità il giovane killer avrebbe incontrato nel rimediare le armi con cui ha condotto il raid omicida. Del resto si trattava di un appassionato, o meglio nutriva una vera e propria malattia per pistole e fucili. Alcune fonti citate da «Fox News» rivelano che l’autore aveva contatti sui social media con diversi gruppi legati alle armi, insomma era una sorta di habitué di questo tipo di siti.
Una delle foto del profilo Instagram di Nikolas Cruz
Ma c’è di più: sembra avesse partecipato a diverse conversazioni su Youtube sulla produzione di bombe, ovvero veri e propri forum per la creazione di ordigni esplosivi fai da te. Ed è appunto per questo che gli inquirenti non se la sentono di escludere a priori l’ipotesi «terrorismo», ovvero se nell’ambito di queste «chat» magari Cruz sia stato in contatto con qualche esponente di gruppi radicali interni o internazionali. Secondo alcune fonti avrebbe visitato anche i siti della resistenza siriana, ma questo elemento è ancora tutto da appurare. Così come il fatto che si tratti di un riservista dell’esercito, membro del programma di addestramento U.S. Army Junior Reserve Officers.