Milano si sgonfia sul finale ma resta positiva (+0,28%), Creval a picco
–diEleonora Micheli
Chiusura in lievissimo rialzo per le Borse europee (segui qui l’andamento degli indici), che sul finale hanno registrato una brusca frenata, risentendo della volatilità di Wall Street (segui qui i principali indici), in una giornata ricca di dati macro americani. In particolare ha destato preoccupazione l’andamento sui prezzi alla produzione di gennaio, che salendo su base annua del 2,7%, hanno testimoniato spinte inflattive. Spinte che alla fine potrebbero spingere la Federal Reserve a rimodulare la propria politica monetaria, con rialzi più decisi dei tassi di interesse. Parigi ha vantato la performance migliore, complice anche la promozione da parte della numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, alla politica che sta portando avanti l Governo francese. Milano ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,28%.
Banche deboli eccetto Mediobanca
Piazza Affari è rimasta un passo indietro rispetto agli altri listini, risentendo
della debolezza delle banche. Hanno infatti perso quota le Banco Bpm, le Banca Pop Er le Intesa Sanpaolo, oltre che le Unicreditt. Ubi Banca, che per gran parte della giornata ha registrato un buon rialzo, ha terminato le contrattazioni sui valori della vigilia. Mediobanca, invece, è salita delll’1,4%, mentre il mercato continua a interrogarsi se l’istituto ha allo studio nuove acquisizioni per rafforzarsi nel settore del risparmio gestito. Indiscrezioni di stampa indicavano un possibile interesse per Allianza Bank del gruppo Allianz.
Moncler la migliore spinta da Genius
Monclerha vantato la performance migliore del Ftse Mib, spinta dal nuovo progetto Moncler Genius. I titoli si sono spinti su nuovi massimi, raddoppiando il loro valore dallo sbarco in Borsa avvenuto nel 2013. Ieri la società del piumino ha presentato un’idea inedita, annunciando che chiamerà a raccolta otto creativi che interpreteranno ognuno, con il proprio stile, la griffe. Le loro collezioni verranno lanciate nei mesi a venire, con i capi che saranno presentati nei negozi e boutique con singoli progetti mensili, fonte di ispirazione anche per iniziative editoriali e via Internet. «Il nuovo progetto incarna un nuovo approccio sia al prodotto che alla comunicazione», hanno riassunto gli analisti di Equita, che dunque hanno confermato la raccomandazione di ‘Buy’ sulle azioni.
Leonardo risale la china in scia a Airbus
Leonardo – Finmeccanica ha guadagnato del’1,3% recuperando parte dei punti persi nelle scorse settimane. I titoli hanno beneficiato del balzo di Airbus innescato dai conti del 2017. Il gruppo franco-tedesco ha triplicato gli utili, volati a 2,67 miliardi di euro: la società ha tuttavia annunciato nuovi oneri relativi al progetto dell’aereo militare A400M. Tornando a Leonardo, l’azienda guidata da Alessandro Profumo ha annunciato la rinegoziazione di una linea di credito revolving con alcuni istituti di credito con riduzione dell’ammontare, da 2 a 1,8 miliardi, ed estensione a febbraio 2023. La mosa è stata giudicata positivamente dalle case di investimento visto che va a ridurre gli oneri finanziari inserendosi nell’obiettivo di contenimento dei costi sul debito entro il 2020 indicato nel recente piano industriale
Fca in rialzo nonostante dati deludenti su immatricolazioni
Il settore auto è rimasto sotto i riflettori nel giorno in cui Acea ha diffuso i dati sulle immatricolazioni europee di gennaio. Nell’area europea (Ue +Efta) le vendite di nuove vetture sono salite del 6,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il gruppo Fca, tuttavia, ha fatto ancora una volta peggio del mercato, registrando immatricolazioni in progresso dell’1,2%. La quota di mercato è dunque scesa dal 7% di gennaio 2017 al 6,6%. Della casa guidata da Sergio Marchionne si è comunque distinto il marchio Jeep che ha vantato una volata delle vendite del 68,1%. Sono andate bene anche le immatricolazioni di Alfa Romeo (+24,4%), mentre hanno fatto male Fiat (-5,8%) Lancia -Chrysler (-27,1%). Per il Centro studi di Promotor il 2018 è iniziato con il passo giusto per il comparto auto. I titoli diFiat Chrysler Automobileshanno registrato un progresso del oo%. Dei titoli della galassia Agnelli, Cnh ha registrato, Exorr e Ferrari.
Bene Saipem con i petroliferi
Sono andati bene i titoli petroliferi, con Saipem che sul finale è salita del oo%, premiata dopo l’accordo concordato ieri con Sonatrach per risolvere amichevolmente le reciproche divergenze e porre fine alle procedure in corso relative a quattro contratti. Ulteriore slancio è arrivato anche dall’annuncio di oggi sull’aggiudicazione di un nuovo contratto da 750 milioni di dollari nel settore E&C onshore per il progetto di sviluppo della raffineria Duqm in Oman. Tale contratto «rappresenta l’8% della raccolta ordini del 2018», secondo le stime di Equita.
Campari soffre per l’euro forte e il giudizio di Jp Morgan
E’ invece andata in controtendenza Davide Campari, penalizzata dalla forza dell’euro che in mattinata si è spinto sopra la soglia di 1,25 dollari. In più oggi JpMorgan ha ribadito la raccomandazione ‘Neutral’, indicando un prezzo obiettivo a 6 euro dal precedente 6,30. Sale intanto l’attesa per i conti del 2017 che verranno diffusi il 27 febbraio.
Creval in profondo rosso dopo varo aumento di capitale
Fuori dal paniere principale, sono andate in picchiata del oo% le azioni di Credito Valtellinese dopo che i vertici della banca hanno varato i dettagli dell’aumento di capitale da 700 milioni che partirà lunedì. Il prezzo a cui saranno emesse le nuove azioni, quasi 7 miliardi a fronte degli 11 milioni di titoli attualmente in circolazione, è di 0,1 euro. Ai soci sarà offerta l’opzione di sottoscrivere l’operazione nel rapporto di 631 titoli per ogni azione detenuta. Considerando i valori attuali del titolo quindi, la rettifica dei prezzi prima del via dell’operazione dovrebbe portare le azioni a scambiare da lunedì a 11 centesimi e i diritti a trattare a 8,89 euro ciascuno. La ricapitalizzazione è garantita da un consorzio di banche guidato da Mediobanca in qualità di sole global coordinator joint bookrunner. Sono andate male anche le Gedi Gruppo Editorialea poche ore dallo scadere dei termini per presentare le offerte per Persidera, la società dei multiplex televisivi controllata al 70% da Telecom Italia e al 30% da Gedi. In base a quanto riportato oggi da Il Sole 24 Ore, in corsa per conquistare i multiplex ci sarebbero RaiWay, il fondo F2i, forse in cordata, ed Ei Towers (in calo, invece, le quotazioni di Discovery come papabile acquirente).L
Tokyo ignora lo yen e guadagna l’1,5%
Chiusura in rialzo per la Borsa di Tokyo, che ignora la rivalutazione dello yen sui mercati valutari e sfrutta la buona performance degli indici azionari statunitensi. L’indice Nikkei ha terminato con un aumento dell’1,47%, a quota 21.464,98, con un guadagno di 310 punti. Bene anche il più ampio Indice Topix che ha terminato la seduta a quota 1.719,27, con un guadagno dell’1% rispetto al riferimento precedente. Sul mercato valutario lo yen prosegue il suo rafforzamento sul dollaro toccando quota 106,40. Lo yen guadagna terreno anche nei confronti dell’euro a quota 132,70.
Dati macro americani in chiaroscuro
Numerose le notizie arrivate negli Stati Uniti, non tutte positive. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono cresciute (+7.000 unità a 230mila), seppure in linea con le previsioni, mentre la media delle quattro settimane, più attendibile perché non soggetta alle fluttuazioni di mercato, si conferma vicino ai minimi in 45 anni. Per quanto riguarda il settore manifatturiero, gli indici relativi alle aree di Filadelfia e New York hanno mostrato in generale una certa solidità, anche se il primo si è attestato in aumento e sopra le previsioni e il secondo in calo e al di sotto delle stime. In crescita in linea con le attese i prezzi alla produzione (+0,4% in gennaio), dato che conferma l’aumento delle pressioni inflazionistiche, cosa che potrebbe tornare a innervosire i mercati. Infine la
la produzione industriale a gennaio è inaspettatamente calata dopo quattro mesi di fila in aumento. Secondo quanto reso noto dalla Federal Reserve, è’ scesa dello 0,1% su dicembre, dopo il rialzo dello 0,4% del mese precedente (rivisto da un +0,9% della prima stima). Su base annua è migliorata del 3,7% rispetto al gennaio 2017. I dati a luci e ombre emersi oggi, comunque, hanno mitigato i timori degli analisti su un surriscaldamento dell’economia a stelle e strisce. Surriscaldamento che se invece si verificherà, potrebbe indurre la Fed a rivedere la propria politica monetaria.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)