Leu, un elenco smisurato di proposte senza cifre
di ROBERTO PEROTTI
Mi spiace deludere Guerra, Visco e Parello, e capisco che tanta sinistra italiana continui a preferire astruse discettazioni su ideologie e teorie quando invece dovrebbe sporcarsi le mani con numeri, fatti e dettagli, ma “approccio keynesiano”, “austerità espansiva”, e “visioni teoriche” non c’entrano proprio niente. La realtà è che nel suo programma Leu propone, tra le altre cose: abolizione delle tasse universitarie; borse di studio e residenze; investimenti pubblici in sicurezza del territorio, delle scuole, degli ospedali, degli edifici pubblici e delle abitazioni, in energie alternative, in risorse idriche, istruzione, sanità, trasporto pubblico, cultura, ricerca; sblocco del turnover; estensione del Reddito di Inclusione; piano sociosanitario per la non autosufficienza; acquisizione del patrimonio immobiliare abbandonato; forte rilancio della spesa sanitaria; abolizione del ticket, etc. etc.
Di fronte a questo elenco smisurato, che assomma potenzialmente a decine e decine di miliardi, i cittadini a cui Leu chiede il voto hanno il diritto di sapere come e quanto Leu investirebbe se andasse al governo.
Ma Leu non si degna di fornire il benché minimo dettaglio, né una sola cifra.
Invece, Leu vorrebbe farci credere che nonostante questo gigantesco piano di spesa sotto un suo governo la pressione fiscale scenderà di cinque punti percentuali in una legislatura (cosa mai avvenuta in passato in Italia, e neanche sotto Reagan o Thatcher), e al tempo stesso il debito pubblico scenderà di quindici punti (altra cosa mai avvenuta). Ma veramente pensano che qualcuno li possa prendere sul serio? Basta fare due calcoli per rendersi conto che sono conclusioni insensate.
Il fatto che abbiano usato “un” modello non significa nulla, perché i modelli stessi possono essere inadeguati, ma soprattutto perché le simulazioni di Leu non hanno niente a che vedere con il loro programma. Quest’ultimo propaganda un enorme aumento della spesa pubblica, ma le simulazioni assumono per i prossimi anni una riduzione della spesa pubblica e del disavanzo, esattamente quello che appare nei documenti che il governo deve scrivere ogni anno per Bruxelles (anche se nessuno, a cominciare dal governo stesso, crede a queste proiezioni).
È come se propagandassi l’uso di un vasodilatatore ma mostrassi gli studi clinici di un vasocostrittore. Non molto utile, mi si concederà.
REP.IT