Militante di Forza Nuova pestato e legato. Perquisizioni fra i militanti dei centri sociali

di ROMINA MARCECA

Notte di perquisizioni nelle abitazioni di alcuni militanti dei centri sociali e un blitz della polizia allo studentato occupato “Malarazza” nell’istituto dei sordomuti di via Cavour. Alcuni giovani sono stati denunciati dalla questura per occupazione abusiva. Le indagini della Digos sono serrate dopo il pestaggio a Massimiliano Ursino, il segretario provinciale di Forza Nuova. Ursino è stato accerchiato, legato mani e piedi, e pestato a sangue da un gruppo che con i volti coperti lo ha ferito alla testa a colpi di bastoni. È successo ieri pomeriggio al centro di Palermo, a pochi passi dalla sede di Forza Nuova.

“Quando il tuo coraggio è direttamente proporzionale al tuo metro di statura, e ti porti gli amici perché non arrivi nemmeno al citofono…Rubagalline!”. Questo è il post scritto da Massimiliano Ursino, che è un tatuatore, pochi minuti prima di essere pestato a sangue ieri sera tra piazza Lolli e via Dante. Un post a corredo del comunicato stampa in cui Forza Nuova lanciava un allarme per un clima di minaccia e intimidazione dopo alcuni raid e un’aggressione a un ragazzo vicino al movimento. “Si sta verificando un allarmante e unilaterale tentativo di alzare il livello dello scontro, a pochi giorni dall’arrivo in città di Roberto Fiore, che non può essere ignorato”, c’era scritto in una nota
In serata una violenta rivendicazione anonima è stata inviata agli organi di stampa: “Chi afferma che esista una “minaccia fascista”, a Palermo come in tutta la Sicilia, dovrà ricredersi – c’è scritto – Sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo, a partire da questi protagonisti del forzanovismo, guerrieri a parole, violenti nelle immagini che evocano forse, ma incapaci di proteggere la propria incolumità e di conquistare qualsiasi forma di potere politico. Palermo è antifascista, nelle pratiche e nella quotidianità di chi la vive. A Palermo non c’è spazio per il fascismo”.

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Massimiliano Ursino venne arrestato nel luglio 2006 per aver rapinato e picchiato due immigrati del Bangladesh nel centro di Palermo di fronte al teatro Massimo. Dopo aver subito la rapina, una borsa e articoli di bigiotteria, le due vittime avrebbero inseguito Ursino e due suoi complici (anche loro di Forza nuova) ma questi avrebbero tirato fuori delle spranghe e picchiato a sangue gli immigrati. Ursino venne condannato in primo grado a due anni e mezzo di carcere. Ma quello con i due venditori ambulanti non è stato l’unico episodio violento e a sfondo razzista a cui Ursino avrebbe partecipato. Nel giugno 2005, sempre con altri due complici, aggredì con pugni e bastonate un nigeriano e un altro giovane originario di Siracusa in via Candelai, sempre nel centro di Palermo. I tre vennero rinviati a giudizio per lesioni aggravate per aver agito in base a ”motivi razziali”. Il dirigente di Forza Nuova nel 2008 partecipò al confezionamento e alla spedizione dei pacchi choc, inviati a varie redazioni giornalistiche, contenenti una bambola sporcata con sangue e interiora di animale per la campagna di Forza Nuova contro la legge 194.

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