Il Cnr di Montelibretti ha un record: i parenti assunti
di CORRADO ZUNINO
MONTELIBRETTI (Roma) – Rita Mannocchi è collaboratrice amministrativa del Cnr di Montelibretti, la prima e più estesa area di ricerca del prestigioso Consiglio nazionale. Settecento dipendenti, teoricamente di primo livello, 15 istituti in una struttura di 37mila metri quadrati. Un gioiello della ricerca pubblica italiana. Rita Mannocchi, dipendente a tempo indeterminato dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati, è sorella di Antonio che, geometra, al Cnr di Montelibretti a lungo è stato un collaboratore tecnico: ha gestito i sistemi infrastrutturali e dell’edilizia nello stesso istituto. Da due mesi è andato in pensione, ma è ancora operativo: nell’Area di ricerca Rm1 ti lasciano mettere a posto le carte prima di congedarti. Antonio ha una figlia, Sara, che oggi è segretaria particolare del direttore dell’Isgi, gli studi giuridici del Cnr centrale. Rita, Rita Mannocchi, ha pure un marito. È Mauro Lora e lui ha lavorato fino a due stagioni fa proprio all’istituto multidisciplinare dei materiali “nano”. Mauro Lora (e la moglie Rita) hanno un figlio, Andrea: è stato assunto a Montelibretti come collaboratore del servizio reti, poi si è licenziato e nel settembre 2016 è andato all’estero. Silvia Lora invece, sorella di Andrea, è collaboratrice tecnica. Racconta sui social che vive a New York, ma l’altro giorno ha risposto dalla sua scrivania nell’ufficio generale di piazzale Aldo Moro, a Roma: “Mi perdoni, non posso parlarle delle mie parentele”. Poi ha riso. Sono sei i Mannocchi-Lora passati al Cnr di Montelibretti, si sono tirati dentro uno dopo l’altro. Tre sono ancora qui. Si usa così al chilometro 29,3 della Salaria.
L’AUTISTA PROMOSSO ALLE RETI INFORMATICHE
Il gioiello alle porte di Roma è stato divorato dal familismo – una forma acuta di familismo, in questo caso – e oggi qui regnano le casate. In particolare negli uffici tecnici, spesso affidati a personale non qualificato. La questione incide direttamente sulla qualità della ricerca, in declino. Sono quattro gli Agostini accasati a Montelibretti Park. Tutti tecnici e amministrativi. Chi lavora ancora all’Istituto dei materiali nano, chi (e sono due) all’Istituto del Mediterraneo antico. Tre sono fratelli. Giovanni, il capo tribù, nasce come autista e dopo un incidente lo hanno promosso allo sviluppo delle reti informatiche nell’Istituto di Cristallografia. Nell’84 e poi nel ’91 sono entrati i suoi due consanguinei: Enrico e Marialuisa. Enrico, oggi operatore di settimo livello, nel tempo ha trasformato il locale tecnico dell’istituto scientifico in un’area di smercio ortofrutticolo. A inizio giugno è uso portare in Cnr le ciliegie dell’azienda di famiglia, a fine ottobre l’olio (su prenotazione). Primizie della Sabina. Nei giorni della raccolta si prende le ferie. Nel 2012 nel Consiglio nazionale della ricerca sulla Salaria – struttura chiamata a confrontarsi su un piano scientifico con i Max Planck Institutes tedeschi e il Cnrs francese – è entrata la seconda generazione degli Agostini. Con Francesca, che ha appena usufruito di uno scorrimento di graduatoria mirato: è entrata a tempo indeterminato. In queste ultime stagioni, i nipoti della stirpe hanno iniziato a frequentare l’area come stagisti.
Lo chiamano “accollo”. Si inizia con un contratto a tempo contingentato pagato con fondi esterni all’Ente e, quando il finanziamento finisce, il rapporto viene trasferito sui fondi centralizzati del Cnr rendendo il contrattista un inamovibile precario di Serie A: non appena avrà raggiunto i requisiti temporali, un concorso, spesso con procedura riservata, lo renderà di fatto e di diritto un lavoratore per sempre.
UN SISTEMA NATO NEGLI ANNI SETTANTA
La famiglia Berti annovera tre assunti, con i due pargoli introdotti a corte da papà Antonio: il primo nel 2010 e il secondo lo scorso febbraio. Antonio è il responsabile Uil di questa area di ricerca e sbatte il telefono alla domanda sui famigli: “Questi discorsi non mi interessano”. È forte anche la Cisl, nel passato chiedeva un tesseramento obbligatorio ai neoassunti. Molti sono, infatti, figli dell’inventore del “sistema Montelibretti”, il dirigente sindacale Paolo Fiordiponti. Altro evo politico e sindacale: l’inizio dei Settanta quando la struttura fu fondata. Sesto Viticoli, ex direttore del Dipartimento di progettazione molecolare, influente dirigente iscritto alla Cisl, ha lasciato in eredità al Cnr di Roma il figlio Andrea e pure la nuora. Per dire.
Gli Angelini sono tre. Il padre è Giancarlo, intelligente direttore dell’Istituto delle metodologie chimiche (Imc), ora in pensione. Ha la figlia Barbara alla valorizzazione della ricerca, in sede, e il figlio Andrea, un archeologo, nella provincia Far West. Poi gli Incletoli: tre. Papà Angelo è l’attuale segretario Cisl dell’area di Montelibretti. Sono arrivati, quindi, il fratello e, irrinunciabile, la figlia. Tre i Rosati: il padre e due figli, di cui uno “in coda” per un contratto e l’altro spostato a Roma. Accade spesso: si assume in periferia e poi si trasloca il privilegiato nella più comoda e prestigiosa sede centrale. Tre i Gallo-Maiuri-Pizzichemi (stessa famiglia) e il terzo, Piersaverio, è entrato perché sapeva lo spagnolo, competenza non proprio centrale in una funzione tecnica. Sono state diverse le contestazioni per concorsi ritagliati su figure specifiche, praticamente uniche. I parenti più raffinati, abbiamo visto, si sono sistemati in tre con tre cognomi diversi: il capofila, e questo è un altro caso, il cognato, il genero. Nessuno si è accorto di niente.
Tre i Palozzo-Davanzo: fratello, sorella e moglie del fratello. Tre i Lilla compreso il capofamiglia Gaetano, oggi pensionato: tutti sono o sono stati a Metodologie chimiche, vicini vicini. Tutti con la stessa qualifica: collaboratore tecnico. Tre i Paciucci sulla scia di papà Rinaldo, direttore di Fisica sanitaria ora in pensione. Renzo Simonetti, responsabile dell’intera Area di ricerca, una vita nella Cisl, ha assunto il brillante figlio Marco facendogli saltare la fila formata da lavoratori precari. Ora il padre dice: “Anche Marco è stato un precario e poi ha vinto un concorso. È entrato all’Istituto di Cristallografia come tecnico, alla progettazione. Tutti questi familiari a Montelibretti? Non ci trovo niente di strano. I concorsi sono allestiti dalla struttura centrale e non prevedono barriere per chi porta lo stesso cognome, le procedure sono state corrette. Andate a vedere negli altri enti, nelle altre istituzioni pubbliche”.
Qui, Area Roma1, almeno due assunti imparentati sono la regola. Si registrano con i De Mico, padre e figlia alla stessa scrivania dei Beni culturali, i Quinto, i D’Eredità, i Lancia, i De Simone. Il posto di lavoro si tramanda. O diventa calamita per nuovi posti da assegnare a consanguinei. I beneficiari sono quasi sempre residenti, domiciliati o frequentanti i vicini paesi di Palombara e Montopoli. Un gruppo di esclusi e sottomansionati ha calcolato che un lavoratore su tre, al Cnr de’ noantri, è parente di un interno.
RICERCATORI ALLONTANATI, AMMINISTRATIVI DENTRO
Per far entrare frotte di tecnici e amministrativi di famiglia, dai laboratori hanno mandato via ricercatori storici: contratto a tempo esaurito, non si rinnova. Alla caccia del posto liberato, psicologi sono diventati tecnici informatici, medici sono stati assunti nell’area ingegneristica, laureati in Legge hanno iniziato a frequentare i laboratori di Cristallografia, laureati in Teologia sono stati affidati all’amministrazione. E chi è stato licenziato per aver vinto un concorso con titoli falsi, dopo undici giorni è stato riassunto con qualifica e stipendio irrobustiti.
Dallo scorso marzo il presidente dell’Area di ricerca 1 è Michele Muccini che, tra l’altro, dirige il congestionato istituto dei materiali nanostrutturati. Contattato, dice: “So che sono circolate informazioni sul reclutamento di famiglia, ma io non ho ricevuto esposti. L’anticorruzione e il direttore generale faranno le loro valutazioni”.
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