Governo chiuso per corteo: i perdigiorno della sinistra

Divisi su tutto, ma non sull’antifascismo. Su quello il centrosinistra si compatta e si ritrova a sfilare gomito a gomito per le vie della capitale intonando «Bella Ciao».

I big dei partiti si danno appuntamento al corteo «Mai più fascismi, mai più razzismi» organizzato dall’Anpi, l’associazione dei partigiani che vorrebbe escludere dalle elezioni le organizzazioni che si ispirano al fascismo. Una battaglia del passato rispolverata dopo i fatti di Macerata e gli episodi di violenza che hanno scandito le ultime settimane di campagna elettorale. Per un giorno le divisioni degli ultimi tempi sembrano lontane, nel retropalco della manifestazione, a piazza del Popolo, ci scappa anche un abbraccio tra il premier Paolo Gentiloni e il leader del Pd Matteo Renzi. E all’avvio del corteo, subito dietro lo striscione di apertura, sembrava di vedere un’immagine di qualche stagione politica fa, con i due ex segretari dem Walter Veltroni e Pier Luigi Bersani che sfilavano insieme, così come la presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, politicamente più che mai distanti ma uniti in una battaglia ritenuta attualissima. Sempre che la gente comune – non le associazioni e i sindacati, come Cgil, Cisl e Uil, che ieri erano in piazza con fischietti e bandiere rosse – la percepiscano come tale.

L’allarme per questa manifestazione era altissimo. Ieri a Roma c’erano anche altri cortei e da uno in particolare, quello dei Cobas contro il Jobs Act, si temevano infiltrazioni di violenti. Per questo i dispositivi di sicurezza erano imponenti, ma a parte l’identificazione in mattinata di diciotto militanti di Forza Nuova, sorpresi con bombole spray, manifesti, bandiere e fumogeni, tutto è filato liscio e nonostante la pioggia la partecipazione non è mancata. Anche se siamo piuttosto lontani dalle «centomila persone» sbandierate dagli organizzatori. Secondo le forze dell’ordine l’affluenza è stata intorno alle venticinquemila persone.

Il premier Gentiloni fa un blitz all’arrivo del corteo, a piazza del Popolo: «Un bellissimo messaggio, costituzionale, credo rassicuri, in generale c’è bisogno di sicurezza e legalità». Anche Renzi si fa vedere: «È importante essere qui oggi per mandare un messaggio contro tutti i tipi di violenza». Il tempo di salutare Gentiloni e i vertici dell’Anpi, con cui pure non erano mancate asperità durante la campagna per il referendum, e se ne va. Ci sono anche le ministre della Difesa, Roberta Pinotti, dell’Istruzione, Valeria Fedeli, della Pa, Marianna Madia, e dei Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. La presidente uscente della Camera Laura Boldrini ed esponente di Leu vorrebbe sciogliere i gruppi fascisti e annuncia di aver sottoscritto l’appello dell’Anpi per farlo: «I violenti non si azzardino ad usare la violenza in nome dell’antifascismo». Anche il leader del suo partito e presidente del Senato, Pietro Grasso, aveva parlato di questo in apertura di corteo: «Riguardo la messa fuorilegge dei gruppi neofascisti si tratta di procedure che devono prendere il ministro degli Interni e gli organi competenti, la nostra è una valutazione politica». Il ministro Orlando annuncia di aver scritto al procuratore generale per chiedere una particolare attenzione ai reati che si ispirano all’ideologia fascista e trae una conclusione politica sulla giornata: «Quello che è accaduto oggi è la dimostrazione che il popolo del centrosinistra può trovarsi unito nonostante le divergenze e le differenze di opinione».

IL GIORNALE

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