Maltempo a Roma, residenti costretti a spalare la neve da soli
La neve a Roma è uno spettacolo con pochi precedenti. Se lo ricorda bene l’ex sindaco Alemanno che, nel 2012, finì alla gogna per aver sottovalutato l’emergenza.
Eppure, all’indomani della nevicata di ieri, persino lui, dalle colonne de IlMessaggero, ci tiene a rimarcare la differenza con Virginia Raggi: “Io ci misi la faccia, lei va in Messico”. Nelle scorse ore, la prima cittadina è volata a Città del Messico per prendere parte (ironia della sorte) ad un dibattito sul clima. Lasciando le criticità di quello nostrano nelle sole mani del vicesindaco con delega alla cultura Luca Bergamo. E così, dieci centimetri di neve hanno messo in ginocchio la città.
Il centro storico vestito di bianco mozza il fiato, ma non tutti si fanno abbindolare da tanta bellezza. Tra i disincantati c’è Claudio, il portiere di un bell’albergo a due passi da Fontana di Trevi. Avvolto nel suo loden blu scuro spazza la neve con una scopa di saggina: “Non mi vergogno a farlo, se non ci penso io chi ci pensa? È questa l’immagine che vogliamo dare di Roma ai turisti?”. Ma non è solo questione d’immagine. Per il signor Luigi, pensionato del quartiere Prati, “è un problema di sicurezza”. Perché, “con i marciapiedi in queste condizioni, quelli come me non possono uscire di casa”. In alcuni tratti di via Labicana, ad esempio, sembra di pattinare sul ghiaccio. E la signora Laura non ce la fa più. Ha l’andatura di chi cammina al buio e una figlia disabile aggrappata al braccio: “Abbiamo rischiato di cadere già tre o quattro volte”. Qualcuno invoca la Protezione Civile, qualcuno l’Ama. E proprio un operatore della municipalizzata dei rifiuti, incontrato davanti al Colosseo, solleva le spalle. “Roma è grande, non è una città di neve e i mezzi che abbiamo a disposizione sono mal conci”. Lui però, che sta spargendo il sale a mano come nel medioevo, ci assicura: “Io faccio del mio meglio, sono pure infortunato ad un braccio, non lo posso muovere ma stamattina mi sono comunque messo a disposizione”.
In panne non solo i pedoni, anche la mobilità è andata in tilt sin dalle prime ore della mattina. D’altronde, la strategia suggerita dall’amministrazione capitolina era quella di “limitare gli spostamenti allo stretto necessario”. Antonio è un impiegato di cinquant’anni, “io – ci dice – sono fortunato perché abito a due passi dalla metro, ma per chi si muove con macchine e autobus è un vero disastro, in giro non s’è visto uno spazzaneve”. Quei trenta mezzi recuperati all’ultimo minuto dall’Ama, evidentemente, non sono stati sufficienti. E negli uffici regna la desolazione, anche in quelli comunali. Paolo, residente in via del Corso, è furente: “Avevo appuntamento in municipio per il rinnovo della carta d’identità, sono arrivato sin lì e non ho trovato nessuno”. Giulia invece sorride mentre sale sull’autobus in piazza Augusto Imperatore: “Finalmente – esclama – stavo perdendo le speranze”. Persino il conducente ha avuto qualche difficoltà a raggiungere il posto di lavoro: “È stato un po’ caotico per la gente, oggi le linee circolanti sono ottantotto, le altre sono state soppresse”. E ammette: “I mezzi hanno una certa età purtroppo, quando verranno cambiati il servizio migliorerà”. Per il momento non resta che scommettere su una corsa a pagamento. “Noi tassisti ci siamo sempre – assicura un conducente di corso Vittorio Emanuele – l’Atac è diverso, non esce mai”. Ma la neve ha messo alla prova anche loro. “Non è stato sempre facile recuperare i clienti – gli fa eco un collega – le vie secondarie erano piene di neve e venivano pulite solo dalle macchine che circolavano”.
Tra le macchine su strada c’era quella di Luca, un ingegnere sulla trentina. Lui in ufficio riuscito ad arrivarci, ma non c’era nessuno: “Così oggi mi faccio due passi in via dei Fori Imperiali”. Non è il solo ad aver avuto questa idea. L’ex via dell’Impero è piena di vita e insolita, gremita di bambini, ragazzi e persone di tutte le età che si lanciano palle di neve. “Con la neve torniamo tutti un po’ bambini”, confessa Giovanna, una bella trentenne che “pizzichiamo” a fare un pupazzo di neve. “Del caos di stamattina non m’importa più nulla”, ci dice sgranando gli occhi, “c’è un’atmosfera troppo bella in questo momento per non essere felici”.
IL GIORNALE