Powell sgonfia i listini Ue, Milano chiude su parità, vola Poste
–di Eleonora Micheli
Chiusura stabile per le Borse europee (quil’andamento degli indici), dopo l’andatura stop-and-go registrata nel pomeriggio e innescata dalla prima audizione pronunciata dinnanzi al Congresso americano da parte del nuovo numero della Federal Reserve, Jerome Powell. Il banchiere ha prima rassicurato su un approccio «graduale» nella revisione dei tassi di interesse, con la Fed che terrà dritta la barra sulla stabilità dei prezzi e sulla piena occupazione. Poi ha creato incertezza, tanto che Wall Street è scivolata in territorio negativo segui qui i principali indici), asserendo che dallo scorso dicembre lo scenario per l’economia americana è più forte, e con la riforma Trump «dovrebbe portare a maggiori investimenti, che a loro volta dovrebbero portare a una maggiore produttività e salari più alti». Per adesso «è difficile anticipare quali saranno gli effetti fiscali sulla politica monetaria. Certo è – ha rimarcato – che cambiamenti della politica fiscale possono avere conseguenze sulla rotta del costo del denaro». Tradotto è possibile che la Fed sia più decisa nel rivedere la propria politica monetaria, per scongiurare un surriscaldamento della congiuntura Usa. Milano ha terminato in frazionale rialzo dello 0,08%, con lo spread in retromarcia in area 132 punti. La peggiore è stata Francoforte con un ribasso dello 0,29%.
In volata Poste nel giorno del piano
A Piazza Affari si sono messe in evidenza le azioni di Poste Italiane (+5,8%), nel giorno della presentazione del piano industriale al 2022, con la promessa di cedole più generose, in aumento del 5% l’anno fino al 2020 rispetto al livello del 2017 di 0,42 euro per azione. Poi dal 2021 al 2022 il payout minimo sarà del 60% dal 2021 . Poste ha annunciato di prevedere a fine piano ricavi consolidati a 11,2 miliardi e un utile netto di 1,2 miliardi. La società mette in conto un aumento dei ricavi con una crescita media annua (Cagr) dell’1%, mentre il risultato operativo salirà del 10% medio annuo e l’utile netto del 13% medio annuo. Sul fronte del personale, è stata delineata una riduzione di 15mila dipendenti al 2022, anche se al tempo stesso sono previste circa 10mila assunzioni. Le cedole cresceranno del 5% l’anno fino al 2022 rispetto al livello del 2017 di 0,42 euro per azione. «I target 2022 sono in linea con le nostre attese, ci sembrano raggiungibili e hanno una qualità leggermente migliore perché prevedono un minor contributo di componenti non ricorrenti (trading) compensati da ricavi a maggior visibilità», hanno commentato a caldo gli analisti di Equita Sim che ad ogni modo hanno consigliato cautela sulle azioni (‘Hold’).
Bene Moncler, deboli Campari e Luxottica
Sono inoltre state premiate le Moncler (+1,9%), all’indomani della pubblicazione
dei conti e nel giorno della presentazione delle strategie aziendali alla comunità finanziaria. La società ha archiviato il 2017 con ricavi pari a 1,1 miliardi di euro, in aumento del 15% (+17&% a cambi costanti), con una crescita «significativa» nel quarto trimestre, pari al 17% a tassi di cambio costanti e del 14% a tassi di cambio correnti, ha sottolineato la società del piumino. L’utile netto è stato pari a 249,7 milioni, in crescita del 27%, cosicché verrà proposto un dividendo a 0,28 euro, in rialzo dagli 0,18 euro dell’anno prima. Oggi, in più, il gruppo ha presentato le proprie strategie alla comunità finanziaria. I titoli si sono spinti su nuovi massimi, anche sulla scommessa che il nuovo progetto Genius effettivamente consentirà all’azienda di conquistare nuove fasce di mercato.
Campari e Luxottica deboli nonostante conti in crescita
Davide Campari ha chiuso in ribasso del 3,2% nel giorno della diffusione dei numeri del bilancio del 2017. Le vendite del gruppo si sono attestate a 1,8 miliardi (+5,2%) e l’utile netto rettificato a 233,4 milioni, in crescita del 17,5% (356,4 milioni, +114,3% senza tener conto delle rettifiche). I risultati ottenuti consentono di proporre un dividendo annuale per l’esercizio 2017 in aumento del +11,1%, pari a 0,05 euro per azione. Il ceo, Bob Kunze-Concewitz, ha inoltre detto: «Rimaniamo fiduciosi sul conseguimento di una performance positiva nell’anno 2018 per i principali indicatori, trainata dalla continua sovra performance delle marche a priorità globale e regionale a elevata marginalità nei principali mercati sviluppati». Gli investitori, però, continuano a puntare l’indice sulla forza dell’euro che potrebbe penalizzare l’azienda: del resto anche i manager del gruppo hanno commentato che l’andamento dell’utile operativo del 2018 potrebbe essere influenzato per 24 milioni dall’impatto negativo dei cambi. Luxottica Groupè scivolata del 3% dopo la pubblicazione dei conti del 2017, nonostante l’utile netto sia migliorato del 22,4% a 1,03 miliardi su vendite per 9,15 miliardi (+0,8% sul 2016). Ma gli investitori si attendevano indicazioni più aggressive per l’esercizio in corso, quando la società conta di realizzare ricavi in aumento del 2-4% e un lieve miglioramento dell’ebit. Intanto il gruppo ha indicato che nella prima parte dell’anno sarà finalizzata l’integrazione con la francese Essilor.
St in rialzo, male le Telecom
Sono state gettonate le Stmicroelectronics (+0,99%), sull’onda delle indiscrezioni emerse sui nuovi smarthphone che Apple lancerà dopo l’estate. Si tratterebbe di 3 prodotti: uno smarthphone con un schermo molto grande, uno con le stesse dimensioni dell`iPhone X e un modello a basso prezzo. Sempre secondo lle indiscrezioni tutti i nuovi modelli avranno il riconoscimento facciale oggi presente solo su iPhone X. «Se confermata la notizia sarebbe positiva per St e coerente con la indicazione data dalla società di una forte crescita nella seconda parte del 2018, in parte giustificata dall`aumento significativo nelle vendite del modulo 3D ad Apple», Hanno commentato gli analisti di Equita. Ed ancora sono state comprare leFiat Chrysler Automobilest (+1,3%), mentre le Ferrarihanno perso lo 0,67% dopo i nuovi massimi storici aggiornati ieri, sull’onda di uno studio favorevole di Ubs, che ha indicato per le azioni del Cavallino Rampante un target di prezzo fino a 160 dollari. Telecom Italia ha lasciato sul parterre lo 0,8%, mentre Mediaset è salita dello 0,7%, mentre il mercato continua a interrogarsi sul futuro delle due aziende. Intanto va per le lunghe la causa intentata da Mediaset contro Vivendi, con una nuova udienza fissata a ottobre.
In primo piano Sky a Londra
Nel resto d’Europa ha tenuto banco la partita per il controllo di Sky, volata del
20,5% alla Borsa di Londra. Poco prima dell’apertura di oggi il gruppo Usa, Comcast ha lanciando un’offerta sulla società da 22 miliardi di sterline. Mossa che ha ricreato interesse su tutto il comparto editoriale , anche su quello italiano.
Euro debole, sotto la parità il petrolio. Spread a 132 punti base
Sul mercato dei cambi, l’ euro è andato sulle montagne russe: la moneta unica si è prima rafforzata al di sopra della soglia di 1,23 dollari e poi si è indebolita, violando al ribasso tale importante barriera, dopo le parole da falco pronunciate da Powell. E’ in lieve ribasso il prezzo del petrolio. Quanto ai titoli di Stato, è calato lo spreadtra BTp e Bund in area 132 punti
Dati a Luci e ombre dagli States
Dagli States. intanto, sono arrivati dati a luci e ombre. E’ risultato poco entusiasmante quello relativo agli ordini di beni durevoli che a gennaio sono diminuiti del 3,7%, facendo peggio delle attese. Per contro a febbraio gli americani si sono dimostrati molto più ottimisti sull’economia. L’indice sulla fiducia redatto mensilmente dal Conference Board, gruppo di ricerca privato, è salito a 130,8 punti dai 124,3 punti di gennaio (rivisto dai 125,4 punti della prima stima). L’indice ha raggiunto i massimi del 2000 ed è stato superiore alle previsioni degli analisti, che attendevano un dato a 127 punti. La componente che misura le aspettative per il futuro è aumentata a 109,7 punti a 104. Infine è emerso che lo scorso dicembre è proseguita la crescita dei prezzi delle case negli Stati Uniti, come emerge dall’indice Standard & Poor’s/Case-Shiller, che misura l’andamento del costo delle abitazioni americane. La domanda di case resta solida e il numero limitato di abitazioni disponibili della vendita spinge i prezzi verso l’alto.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)