Di Maio fa le prove da premier, svelati in tv altri quattro ministri
Di Maio ha presentato a «Di Martedì» su La 7 gli aspiranti ministri
È come un reality show, dove i concorrenti, però, invece di uscire, uno dopo l’altro entrano. I concorrenti sono i ministri del M5S, o meglio: gli aspiranti, i potenziali ministri, candidati di un eventuale governo grillino guidato da Luigi Di Maio. Già li chiamano i ministri-ombra, ma anche dove esistono, i ministri ombra vengono scelti dopo il voto. Di Maio, invece, come promesso, ha voluto fare tutto prima. E lo ha fatto sotto la sapiente regia dei suoi strateghi della comunicazione che in questo modo sono riusciti nell’intento di tenere accesi costantemente i riflettori su Di Maio e il M5S fino all’ultimo. L’intera lista è stata inviata via mail al segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti, e fa nulla che dal Colle fosse filtrata la «sorpresa» per l’irritualità. Nel frattempo, a tappe, Di Maio sta svelando i nomi, per alimentare la suspence in attesa dell’evento di presentazione di tutta la squadra di 18 ministri – «me compreso» annuncia il candidato premier – che si terrà domani a Roma.
Il leader del M5S è irritato per le indiscrezioni che raccontano delle perplessità di Sergio Mattarella: «A me non risulta». A tre giorni dal voto il Capo dello Stato non può fare altro che ricevere la lista come pura formalità, ben sapendo che la mossa dei grillini è stata anche e soprattutto mediatica. Di Maio ha creato un governo che per ora è solo immaginario, un governo-avatar che ha presentato come se fosse stato incaricato dal presidente della Repubblica e che ieri mattina ha riunito in un primo “Consiglio dei ministri” fatto in casa. Li ha riuniti nella sede del comitato elettorale al centro di Roma, li ha coccolati e rassicurati sul tour de force mediatico che affronteranno. Un salto in un futuro che è possibile ma non ancora probabile. A Di Maio servirà vincere le elezioni e trovare una maggioranza in Parlamento.
Per questo Mattarella, che non ha proferito parola a riguardo, vuole evitare ogni tipo di strumentalizzazione. Anche perché era prevedibile che si scatenasse la reazione degli altri partiti. Prima del leader Pd Matteo Renzi: «I ministri si presentano dopo, una volta avuto l’incarico. Farlo prima mi sembra più una cosa per avere titoli sui giornali che rispettare le regole»; poi del presidente del Consiglio, candidato dem, Paolo Gentiloni: «Siamo in questo festival surreale di proposte miracolose. Per la prima volta c’è un governo ombra che si presenta prima delle elezioni».
Nessuna sorpresa per Lavoro e Welfare: in corsa c’è l’economista dell’Università di Roma Tre Pasquale Tridico, mentre per lo Sviluppo economico il candidato è Lorenzo Fioramonti, economista che sogna il superamento del Pil come metro di misura della ricchezza: ormai organico al M5S, è anche candidato in un collegio uninominale. Da segnalare alcuni malumori registrati nel gruppo storico dei parlamentari per la mancata condivisione delle scelte fatte. Ma il tempo delle assemblee e delle scelte condivise appartiene ormai al passato del M5S.
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