Casa Bianca, «declassato» Kushner Perde l’accesso ai dossier top secret
WASHINGTON Jared Kushner, il genero del presidente, esce ridimensionato dallo scontro con il capo dello staff della Casa Bianca, il generale John Kelly. Non avrà più accesso a tutte le informazioni sensibili della presidenza, a cominciare dal rapporto che ogni mattina i servizi segreti fanno a Donald Trump. Di fatto, dunque, il marito di Ivanka viene confinato nei suoi sei settori di competenza: il dialogo tra Israele e Palestina, rapporti diplomatici con il Messico, con la Cina, riforma dell’assistenza per i veterani, sistema giudiziario, modernizzazione tecnologica del governo federale. Ma dal punto di vista politico il suo ruolo viene declassato in maniera netta.
Era stato lo stesso Trump a dare, in sostanza, il via libera, nei giorni scorsi durante una conferenza stampa: «Sono sicuro che John Kelly prenderà la decisione migliore». L’ex generale ha fatto la sua mossa e ora gli sviluppi, come sempre, possono essere imprevedibili. Certo, questo è il test più importante per misurare la presa della coppia Ivanka-Jared sul presidente. L’avvocato del trentaseienne consigliere, Abbe Lowell, ha fatto sapere con una nota: <Non cambierà nulla>. In realtà le tracce da seguire sono diverse.«The Donald» potrebbe semplicemente ripensarci, addirittura estromettendo Kelly. Oppure c’è dell’altro. Il «Washington Post» rivela che «i rappresentanti di almeno quattro Paesi, tra i quali Emirati Arabi Uniti, Cina, Israele e Messico» hanno discusso «privatamente» per «manipolare» Kushner, facendo leva sui suoi business. Il capo dello Staff sicuramente lavora da mesi al riordino della gerarchia, ma la sua operazione potrebbe essere stata favorita dalla debolezza complessiva di Jared.
Il super procuratore Robert Mueller sta girando ormai da mesi intorno alle attività della famiglia di costruttori. In particolare su un affare immobiliare a Manhattan. Un buco finanziario, che Jared avrebbe rattoppato con capitali provenienti dall’Arabia Saudita e forse anche dal Qatar. Mueller vuole verificare che non ci siano incroci pericolosi, politicamente sensibili, tra i debiti della famiglia Kushner e le nuove amicizie saudite coltivate da Jared. Il genero a quel punto si troverebbe in pieno conflitto di interessi e, soprattutto, risulterebbe condizionabile se non ricattabile da un Paese straniero. Ma ieri è arrivato un altro segnale: Josh Raffel, il portavoce dello stesso Jared e di Ivanka, entro due mesi lascerà la Casa Bianca e tornerà nel settore privato a New York. Raffel è stato lo stratega e il promotore spesso ufficioso di Ivanka e Jared. Nel primo anno di presidenza ha lavorato per contrastare il grande antagonista della coppia: Steve Bannon. Qualche mese fa Raffel era stato promosso tra i vice portavoce dell’intera struttura della comunicazione. Non se ne va, dunque, perché insoddisfatto o inappagato. Probabilmente ha capito che, tra Kelly e Mueller, sta cambiando stagione per Jared.
Era stato lo stesso Trump a dare, in sostanza, il via libera, nei giorni scorsi durante una conferenza stampa: «Sono sicuro che John Kelly prenderà la decisione migliore». L’ex generale ha fatto la sua mossa e ora gli sviluppi, come sempre, possono essere imprevedibili. Certo, questo è il test più importante per misurare la presa della coppia Ivanka-Jared sul presidente. L’avvocato del trentaseienne consigliere, Abbe Lowell, ha fatto sapere con una nota: <Non cambierà nulla>. In realtà le tracce da seguire sono diverse.«The Donald» potrebbe semplicemente ripensarci, addirittura estromettendo Kelly. Oppure c’è dell’altro. Il «Washington Post» rivela che «i rappresentanti di almeno quattro Paesi, tra i quali Emirati Arabi Uniti, Cina, Israele e Messico» hanno discusso «privatamente» per «manipolare» Kushner, facendo leva sui suoi business. Il capo dello Staff sicuramente lavora da mesi al riordino della gerarchia, ma la sua operazione potrebbe essere stata favorita dalla debolezza complessiva di Jared.
Il super procuratore Robert Mueller sta girando ormai da mesi intorno alle attività della famiglia di costruttori. In particolare su un affare immobiliare a Manhattan. Un buco finanziario, che Jared avrebbe rattoppato con capitali provenienti dall’Arabia Saudita e forse anche dal Qatar. Mueller vuole verificare che non ci siano incroci pericolosi, politicamente sensibili, tra i debiti della famiglia Kushner e le nuove amicizie saudite coltivate da Jared. Il genero a quel punto si troverebbe in pieno conflitto di interessi e, soprattutto, risulterebbe condizionabile se non ricattabile da un Paese straniero. Ma ieri è arrivato un altro segnale: Josh Raffel, il portavoce dello stesso Jared e di Ivanka, entro due mesi lascerà la Casa Bianca e tornerà nel settore privato a New York. Raffel è stato lo stratega e il promotore spesso ufficioso di Ivanka e Jared. Nel primo anno di presidenza ha lavorato per contrastare il grande antagonista della coppia: Steve Bannon. Qualche mese fa Raffel era stato promosso tra i vice portavoce dell’intera struttura della comunicazione. Non se ne va, dunque, perché insoddisfatto o inappagato. Probabilmente ha capito che, tra Kelly e Mueller, sta cambiando stagione per Jared.
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