Latina, carabiniere spara alla moglie: poi uccide le figlie e si toglie la vita
Un gravissimo dramma familiare sconvolge Cisterna di Latina. Luigi Capasso, un appuntato di 45 anni, ha aperto il fuoco contro la moglie, Antonietta Gargiulo. Poi si è barricato in casa con le due figlie di 8 e 14 anni (guarda la gallery).
Inutile il blitz dei carabinieri dopo nove, lunghissime ore di trattativa: quando i militari sono entrati in casa, hanno trovato il corpo dell’uomo che si è sparato con l’arma d’ordinaza, e quello delle due bimbe. All’origine del folle gesto la separazione in corso dalla donna che il carabiniere non ha mai voluto accettare (guarda la gallery).
La sparatoria davanti a casa
Sulla sua pagina Facebook, lo scorso 10 febbraio, il carabiniere aveva postato una frase del giorno che diceva: “Non dire mai a me non accadrà, tutto capita anche quello che non avresti mai immaginato”. Oggi, al termine del servizio, che presta a Velletri, nei Castelli Romani, è tornato a casa, che si trova a “Collina dei Pini” nel vicino comune pontino, per parlare con la moglie 43enne che stava uscendo per andare a lavorare alla Findus. La brutta litigata iniziata nell’abitazione è, poi, continuata in strada dove è terminata nella sparatoria. Dopo aver colpito la donna con due, forse tre, colpi d’arma da fuoco esplosi dalla pistola d’ordinanza, Capasso, che non ha mai accettato la separazione, si è barricato nell’appartamento tenendo in ostaggio le due figlie di 8 e 12 anni.
La trattativa con il mediatore
Sul posto sono immediatamente intervenuti i colleghi per convincerlo a desistere e a liberare le bambine. Una trattativa serrata dal balcone di casa al balcone che affaccia sul lato opposto della strada. Non riuscendo a convincerlo è stata fatta intervenire anche una squadra di specialisti nelle incursioni (guarda la gallery). La scuola elementare “Bernardini”, che si trova di fronte al palazzo in cui è asserragliato Capasso, è stata chiusa. Le forze dell’ordine hanno mandato via i genitori con i figli e le maestre che, alle 8, volevano entrare nel plesso. Poi è stata tolta la fornitura del gas all’intera palazzina. “Temiamo per il peggio – ha subito detto il colonnello Gabriele Vitagliano – lui non è perfettamente limpido nel suo ragionare, è estremamente agitato, non è in sé”.
La carneficina nella casa
Durante la trattativa, le forze dell’ordine non mai sono riuscite a parlare con le due figlie. Il mediatore ha anche fatto arrivare la madre e gli amici dell’appuntato per tentare di convincerlo a desistere dall’intento. “Hanno dato elementi ai nostri professionisti per aiutarci a parlare con lui – ha spiegato il colonnello – non ha altre armi oltre alla pistola di ordinanza”. Ma si è rivelato tutto inutile. Nel pomeriggio, quando i contatti si sono interrotti, i militari hanno deciso di fare irruzione nell’appartamento e qui hanno trovato i cadaveri delle due figlie e quello del carbiniere che si è ammazzato rivolgendo contro se stesso la pistola usata per fa fuori la sua famiglia.
La corsa in ospedale
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Capasso avrebbe ammazzato le bimbe subito dopo il ferimento della mamma. La donna, che nella sparatoria è stata colpita al petto e allo zigomo ed è stata poi lasciata sanguinante a terra, è stata immediatamente portata all’ospedale “San Camillo” di Roma. Il carabiniere e la moglie si erano lasciati da alcuni mesi (guarda la gallery) e lei viveva nell’appartamento di parenti, dove si è barricato l’uomo con le figlie. “Avevo incontrato le bambine qualche tempo fa ed erano terrorizzate dal padre”, ha raccontato all’Adnkronos Maria Belli, avvocato della Gargiulo. La situazione si era aggravata a settembre quando Capasso aveva aggredito la moglie davanti alla Findus. In quell’occasione erano dovuti intervenire i colleghi difenderla.
IL GIORNALE