Nava, neo presidente della Consob: “Le regole europee hanno evitato il peggio per le banche italiane”

Emanuele Bonini
Bruxelles
 

«I regolatori hanno fatto un favore alle banche, perché le abbiamo disciplinate. Se non fossimo intervenuti noi, lo avrebbero fatti i mercati chiedendo di più». Mario Nava, il capo della direzione generale per la Stabilità finanziaria e dei mercati dei capitali (Fisma), si appresta a lasciare Bruxelles dopo vent’anni di servizio nella Commissione europea sapendo di aver contribuito al salvataggio dell’Europa. Un risultato non facile da raggiungere, e non per tutti scontato, soprattutto quando nel bel mezzo della tempesta che dal 2008 si è abbattuta sull’Ue e i suoi membri con la moneta unica le turbolenze dei mercati hanno mostrato come non fossero pochi a scommettere che il vecchio continente avrebbe rivissuto le esperienze della grande depressione. Con l’arrivo della Pasqua l’alto funzionario comunitario di lungo corso inizierà la sua nuova vita di presidente dell’Autorità per la vigilanza dei mercati finanziari (Consob), col compito di aiutare l’Italia a rispettare le nuove regole che ha contribuito a forgiare.

 «Non lascerò definitivamente Bruxelles», confida in occasione della presentazione del libro Banchieri (edizioni Aragno). L’autore, Giuseppe Ghisolfi, l’ha inserito tra i 35 grandi nomi della finanza presenti nella pubblicazione. Strano, a sentire Nava. «Non sono banchiere, e i banchieri probabilmente mi odiano…», dice riferendosi alle regole europee che ha scritto in veste di capo di Fisma. Norme importanti perché fondamentali per mettere in sicurezza l’Europa.

La direttiva sui requisiti di capitale per le banche (nota come Crd4) e la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (Brrd) portano la sua firma. Sono stati posti tetti ai bonus dei banchieri, sono state imposte nuove riserve di capitale, la predisposizioni di piani di risanamento da aggiornare ogni anno, gli azionisti della banca saranno i primi a farsi carico dei costi di un’eventuale risoluzione. Tutte misure che hanno fatto di Nava un esempio di buona gestione dei mercati finanziari degno di menzione.

 

Il ruolo che attende Nava in Italia gli consentirà di restare in contatto con una realtà belga lunga decenni. L’Europa continuerà a far parte del lavoro quotidiano, visto che il ruolo di controllore sarà anche sulle disposizioni comunitarie. E poi il ruolo alla Consob non sarà per sempre. Il capo di Fisma, e già consigliere politico do Romano Prodi ai tempi in cui il «professore» era a capo dell’esecutivo comunitario, andrà via consapevole di aver rispettato la sua filosofia di vita. «Il mio contributo è cercare di capire cosa si impara dagli episodi». La crisi è stato episodio amaramente istruttivo, ma ha portato alla messa in sicurezza del sistema finanziario a dodici stelle. Lascia quindi con la coscienza a posto. E con una promessa. «Conto di tornare a Bruxelles».

LA STAMPA

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