Più tasse per tutti
Esistono svariati modi per suicidarsi, ma quello di promettere un aumento delle tasse a quattro giorni dal voto rimane senz’altro uno dei più originali. Emma Bonino può permetterselo perché si rivolge a una nicchia di mercato in grado di apprezzare il sapore del paradosso. Agli sbalorditi Telese e Giannino di Radio 24 ha annunciato che in caso di vittoria privilegerebbe la riduzione delle tasse sul lavoro, cancellando le detrazioni sui mutui prima casa e l’Iva agevolata su alcuni farmaci per il corpo e per l’anima, come i libri.
Ora, passi per i libri, verso i quali una consistente porzione di italiani mantiene un atteggiamento di sospettosa ostilità. Ma su case e medicine è opinione comune che ben pochi siano disposti a rinunciare all’uovo delle detrazioni in cambio di un’ipotetica gallina della crescita, domani.
Un partito della sfacciataggine che reclamasse l’inserimento in Costituzione dell’evasione totale e dell’abusivismo edilizio come pietre miliari di questa Repubblica fondata sul livore otterrebbe la maggioranza con qualsiasi sistema elettorale. Nessuno fin qui ha avuto il coraggio di osare tanto. Ma già quello che si legge nei programmi dei partitoni conferma la tendenza dei politici e degli elettori, su questo totalmente in sintonia, a ritenere indispensabile che i debiti vengano risanati da qualcun altro. Il problema sta tutto nella individuazione di questo «altro», che ciascuno tende a collocare il più lontano possibile da sé.
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