Berlusconi punta tutto su Tajani. Ma Salvini insiste: “Io pronto a fare il premier”

ROMA – Chiude la campagna elettorale puntando tutto su Tajani, Silvio Berlusconi. “Con lui premier ci sarà un fondo unico per il Sud che prevede 500 mila posti di lavoro entro il 2020”, dice il leader di Forza Italia, intervistato a Porta a porta. Il giorno dopo avere sciolto la sua riserva sulla disponibilità a essere il candidato premier di Forza Italia, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha incontrato Berlusconi all’ora di pranzo a Palazzo Grazioli, per uscirne cinque ore dopo senza rilasciare dichiarazioni.

Tajani a parte, nelle ultime ore Berlusconi ha continuato ad attaccare il M5s. “Con la campagna elettorale abbiamo fermato i Cinque stelle. Sono lontanissimi dal 40%, come il Pd. Il centrodestra invece è vicino al 40%, chi dice un punto in più chi un punto in meno. Ma i 5 stelle sono un pericolo se acquisiscono troppi voti” perché potrebbero applicare “un ostruzionismo” feroce,  “il Parlamento si potrebbe anche bloccare”.

Berlusconi rivolge un invito agli italiani: votare e diffidare di chi ignorerà il richiamo alle urne . “Penso – dice a Tgcom24 – che un cittadino che non va a votare debba essere guardato male e con sospetto da tutti gli altri, perché significa che è uno che o non ci capisce niente o proprio non gliene frega niente di se stesso, dei suoi figli e dei suoi nipoti”. Da notare come, anche su questo tema, Salvini si smarchi dal leader di Forza Italia:  “L’astensionismo non mi fa paura, mi dispiace solo per chi dice: resto a casa contro i politici ladri. È non votando che si aiutano i politici ladri”, dice.

Il mantra di Salvini, che ha chiuso la campagna elettorale a Milano, Auditorium di Bonola, a sostegno del candidato alla regione Lombardia Attilio Fontana, è sempre quello. “Sono pronto a fare il premier, oneri e onori. Sono pronto a cominciare a lavorare” insiste, “ho già in mente la lista dei ministri ma non faccio nomi, per evitare di fare come i grillini che mettono e tolgono”. Quanto a Tajani, Salvini dice che “è un buon presidente del Parlamento europeo. Io ho una visione più netta sull’Europa. Rispetto Tajani, ma il mio auspicio è che rimanga presidente del Parlamento europeo, e Salvini sia il premier”. Però Salvini garantisce che rispetterà gli impegni. Ovvero, che accetterà Tajani premier se Forza Italia avrà più voti della Lega. “La scelta la farà chi è davanti al televisore”, dice il segretario leghista, parlando questa volta a Telelombardia -. Chi vuole Tajani premier vota Forza Italia, chi vuole Salvini premier vota Lega”. E a chi gli fa notare le distanze con il presidente dell’Europarlamento sui temi comunitari, risponde: “Nel programma c’è scritto che le regole in Europa cambiano”.

Se sarà premier, Salvini promette da Milano che “metterà mano anche al riordino delle carriere e al nuovo contratto di lavoro delle Forze armate e di Polizia che il Pd ha fatto in modo caotico producendo 6000 ricorsi. Su Arma dei Carabinieri è folle l’idea dei 5 stelle di smilitarizzare l’Arma e farla confluire in un unico corpo di polizia civile”.

Ma per essere premier, Salvini deve vincere una sfida: verificare finalmente se il suo lungo lavoro di mutazione della Lega da partito di rivendicazione del Nord a partito di vocazione nazionale pagherà anche nell’urna, ovviamente a Sud, dove c’è chi teme lo sfondamento del M5s. “No, io penso siano sopravvalutati – dice Salvini, arrivando alla manifestazione di chiusura a Milano -. Poi il voto vero arriva domenica e la Lega sarà il primo partito in Veneto, Lombardia e Piemonte e il centrodestra sarà primo in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Friuli. E da leader della Lega conto nell’orgoglio del Sud”. “La mia gioia – aggiunge – sarà che i parlamentari decisivi per avere la maggioranza del governo di centrodestra saranno i leghisti eletti in Sicilia, in Calabria, in Puglia e in Campania, nel Lazio e in Sardegna, cosa che non è mai stata. E’ la mia scommessa più bella”.

Salvini chiude anche a ogni possibilità di smarcamento dalla coalizione di centrodestra in caso di numeri insufficienti per governare per virare verso l’intesa con il M5s di Di Maio.  “No. Lo ripeto, con Renzi, Grillo e la Boldrini non abbiamo niente a che fare”. Quanto a Renzi, ironizza Salvini, “mi dispiacerebbe perderlo come collega segretario, mi ha dato grandi soddisfazioni. È chiaro che se il Pd è al tracollo Renzi dura un quarto d’ora”.

Perplessità su Tajani anche da Giorgia Meloni, che ha chiuso a Latina, accanto al leader di Energie per l’Italia e candidato alla presidenza della Regione Lazio per il centrodestra Stefano Parisi. “Tajani lo rispetto, ma io preferirei uno che in Europa sappia battere di più i pugni sul tavolo”.

Così gli ultimi comizi. Per la giornata di sabato Berlusconi sceglie invece il sud. Sarà a Napoli, con Francesca Pascale. Un’ultima tappa, sia pure privata, in un Mezzogiorno che potrebbe essere decisivo per il risultato finale del centrodestra.

REP.IT

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