Meno tasse, basta un voto

Tra poche ore si va alle urne e per noi liberali non tira una bella aria: il voto di protesta contro la politica, contro la casta si sta coagulando attorno ai partiti che interpretano questa protesta, prima di tutto attorno ai grillini.

Vi invito però a fare una riflessione: contro chi protestiamo? Contro Giorgio Napolitano, quello che ha innescato un ribaltone politico e che ha violato le regole della democrazia? Non è più presidente della Repubblica, è acqua passata.

Si potrebbe protestare contro Monti che in quello sciagurato anno e mezzo di governo ha messo l’Italia in ginocchio, ma anche lui è fuori dalla contesa. È legittimo protestare contro i governi della sinistra, anche quello di Gentiloni: è una brava persona, un moderato che piace alla gente, ma il suo è un governo che si è dimostrato assolutamente inconcludente, con una gestione dell’emergenza sciagurata. Basta vedere cos’è successo con i treni con la poca neve che è caduta nelle ultime ore. E a capo delle Ferrovie c’è un signore molto amico di Gentiloni, messo da Gentiloni e da Renzi.

Ma perché protestare contro il centrodestra non andando alle urne o addirittura andando alle urne e votando qualcun altro? Il centrodestra stavolta propone una cosa che potrebbe davvero svoltare la storia di questo Paese: la riforma fiscale, la famosa flat tax. Oggi paghiamo le tasse mediamente al 43% ufficialmente, anche se la pressione fiscale vera è superiore (quasi il 50 per le famiglie e anche il 60-70 per le aziende). Silvio Berlusconi propone di fare un’unica tassa al 23%. Significa pagare oltre il 50% in meno di tasse. Una rivoluzione fiscale che non s’è mai vista nella storia di questa Repubblica.

E riforma fiscale non vuol dire solo pagare meno tasse. Meno tasse significa ripresa e quando c’è la ripresa si stemperano anche le tensioni sociali. Lo stesso problema dell’immigrazione, se il Paese si rimette in moto non sarà più così emergenziale. Perché ci saranno più risorse per la sicurezza e perché parallelamente il centrodestra vuole chiudere le porte dell’Italia. Resteranno ovviamente quelli che hanno diritto di restare.

Per cui io vi invito a riflettere sul fatto che questa non è un’elezione normale: o adesso o mai più. Perché per la prima volta la mamma di tutte le riforme liberali che è l’abbassamento drastico delle tasse è alla portata di mano. Se vogliamo vanificare questa cosa che noi liberali inseguiamo da 70 anni perché vogliamo protestare contro le schifezze della politica, ce ne assumiamo la responsabilità. Perché abbiamo veramente l’occasione di ribaltare questo Paese. Buon weekend e buon voto.

IL GIORNALE

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