Elezioni politiche, un governo non c’è ancora. Cosa può succedere adesso?
I Cinquestelle esultano, il centrodestra si proclama vincitore, il Partito Democratico si prepara a una legislatura di opposizione. Intenzioni e interpretazioni dopo una lunga notte elettorale; ma adesso, che cosa succede? Succede che i numeri dicono chiaramente che un governo non c’è. Nessuna delle forze politiche in campo ha raggiunto la soglia del 40 per cento considerata il traguardo per una maggioranza assoluta alle Camere.
Alla Camera
A Montecitorio la soglia per la maggioranza assoluta è di 316 seggi. Secondo le proiezioni all’alba del lunedì, il Movimento 5 Stelle, il primo partito per distacco, ottiene 235 seggi. Insomma a Di Maio mancano 81 seggi per una autosufficienza governativa. Ne mancano 64 al centrodestra, che sommando le forze arriva a quota 252 seggi. Anche in questo caso, per governare servirebbe un “aiutino” dalle altre formazioni politiche. Difficile. Decisamente lontano dall’obiettivo il centrosinistra, che con la crisi del Pd si ferma a quota 115 seggi: un terribile -201 dalla maggioranza.
Al Senato
A Palazzo Madama la fatidica soglia che significa maggioranza assoluta è fissata a quota 158 seggi. Qualcuno la raggiunge? Decisamente no. Il Movimento 5 Stelle si ferma a quota 114 seggi, 44 in meno del dovuto. Arriva a 134 invece il centrodestra, che dovrebbe trovare 24 seggi per avere un sostegno al governo dalla Camera alta. Il Pd e il centrosinistra si fermano a quota 51 seggi, meno di un terzo del necessario.
I primi passi
I prossimi passi quali sono? Innanzitutto si devono sbrigare le formalità. Tra l’8 e il 9 marzo i nuovi eletti cominciano a registrarsi in Parlamento. Si scattano foto, si compilano moduli in attesa del tesserino da parlamentare.
La prima seduta
La prima seduta delle nuove Camere sarà il 23 marzo. Il primo giorno di scuola prevede, come sempre, l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Due giorni dopo, il 25 marzo, è il termine ultimo per i parlamentari per comunicare il gruppo di appartenenza.
Le consultazioni
È alla fine del mese che si entra davvero nel vivo per la formazione di un eventuale (e al momento inesistente) nuovo governo. Perché tra più di tre settimane sono previste le consultazioni al Quirinale. Il classico appuntamento di galateo istituzionale (visto che la Costituzione non le prevede) con cui il presidente della Repubblica dà il via all’iter per la nascita del nuovo esecutivo.
Cosa può fare Mattarella?
Sergio Mattarella cosa può fare? Visti i numeri che si vanno delineando alle Camere, non sarà semplice il compito del Capo dello Stato. Potrà comunaue conferire un incarico esplorativo o pieno a un presidente del Consiglio. Se l’incaricato scioglie la riserva, poi potrà presentare la lista dei ministri al Colle.
Le possibili alleanze
Prima di arrivare a governare, il nuovo presidente del Consiglio dovrà far giurare il suo esecutivo e ricevere il voto di fiducia alle Camere. Il problema, però, è che i classici “scenari” che si aprono un minuto dopo la chiusura dei seggi al momento prevedono un governo possibile sulla carta ma non molto attuabile politicamente. Stando ai numeri sarebbe possibile un governo M5S-Pd, ma la strada è molto poco praticabile se non impossibile. E in teoria sarebbe sufficiente per governare anche un’alleanza tra le forze politiche più anti-sistema: il M5s e la Lega, veri vincitori della tornata elettorale, avrebbero i numeri per la maggioranza assoluta. Sono gli stessi esponenti del centrodestra, però, in particolare di Forza Italia, a non credere a inciuci tra Salvini e Di Maio. Si torna insomma a parlare di governo di unità nazionale, di governo di scopo con tutte le forze politiche sedute a Palazzo Chigi. Ma siamo sicuri che sarebbe una strada percorribile?
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