Bocciati all’uninominale e ripescati dal proporzionale: entrano in Parlamento Boldrini, Bersani, Minniti e Franceschini
Il proporzionale riporta in gioco alcuni grandi sconfitti delle sfide secche – quelle dei collegi uninominali – come la presidente della Camera, Laura Boldrini (solo quarta, con il 4,6% dei voti, a Milano dov’era candidata con Liberi e Uguali e dove invece ha vinto Bruno Tabacci del centrosinistra) o Luigi Bersani (sempre Liberi e Uguali: appena 4% a Verona). Ripescati anche i ministri uscenti, il dem Marco Minniti (Esteri) – 29% delle preferenze – mandato al tappeto a Pesaro dal grillino Andrea Cecconi (al centro dello scandalo «rimborsopoli») e Dario Franceschini (Cultura), che con il 29,5% va ko nella sua Ferrara. Rientra in gioco anche Michaela Biancofiore, sconfitta nel duello con Maria Elena Boschi (Pd) a Bolzano. Ora la coordinatrice regionale di Forza Italia in Trentino Alto Adige è stata eletta, grazie al proporzionale, nel collegio di Piacenza. Entra in Parlamento anche Lucia Annibali, l’avvocatessa del Pd leader nella guerra alla violenza sulle donne, che a Parma aveva perso il duello nell’uninominale, ma ora risulta eletta grazie alla ripartizione proporzionale in Veneto.
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Sono 607 i seggi finora ripartiti alla Camera in base ai risultati delle elezioni politiche, secondo quando indicano i dati, ancora non definitivi (restano da scrutinare una trentina di sezioni), del Viminale. Il Movimento 5 Stelle vede finora assegnati 221 seggi, il numero più alto, di cui 133 in base alla quota proporzionale e 88 ottenuti dai candidati nell’uninominale.
Il centrodestra ne ha 260, di cui 73 alla Lega, 59 a Forza Italia, 19 a Fratelli d’Italia assegnati in base alla quota proporzionale e 109 con quello uninominale.
Il Pd ne ha per ora 112 in totale, di cui 24 sull’uninominale e 86 sul proporzionale.
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