Il modello belga e il Cotto Fiorentino

Gianfranco Turano

Matteo Renzi è un classico del cannibalismo.

Lunedì 5 marzo h 18.30, dopo una sciacquata storica, si presenta ai cronisti armato di tutta l’arroganza del mondo per dire che se ne va. Ma prima dà la linea. È la linea “no caminetto”, come se lavorasse a Divani&Divani.

O come se Giampiero Ventura, dopo avere mancato la qualificazione ai Mondiali, avesse lasciato detto al successore con che modulo deve giocare e chi dovrà convocare in Nazionale.

Renzi spara su Marco Minniti sotto un velo di lodi sottilissimo sapendo che proprio Minniti aveva spinto per andare alle elezioni anticipate e che lui, Matteo, aveva bloccato tutto nel timore che gli finisse come a Theresa May.

È andata molto peggio che alla May e ancora peggio di quanto dicano i numeri orrendi.

Metà di quel 19% scarso ha votato Pd per paura e con il naso turato.

Uno degli effetti della sindrome narcisistica è l’incapacità di comprendere i sentimenti del prossimo nei tuoi confronti. Temo non sia il caso di Renzi. Temo che lui comprenda benissimo quanto sia mal tollerato e che non gliene freghi nulla.

Attorniato di vecchi che si fanno cacciare a pedate pur di non ritirarsi (Massimo D’Alema) o che si organizzano un partito in proprio pur di rimaere (Pierluigi Bersani), Matteo si chiede perché proprio lui, poco più che quarantenne, dovrebbe ritirarsi. Per fare che, se conosce soltanto la politica?

Allora si presenta con la balla del senatore di Impruneta, umile servitore del Cotto Fiorentino. Nel frattempo, si tiene stretto alle manopole del partito.

Lui lo aveva messo in conto che finiva così, all’opposizione.

Opposizione di che cosa non è chiaro.

L’Italia può avere un solo governo: M5S e Pd.

Oppure, ed è l’ipotesi sulla quale punto i miei 50 euro, può non avere un governo per un bel po’ di tempo.

Il Belgio è stato per oltre tre anni senza un esecutivo, con un governo in carica per l’ordinaria amministrazione.

In Olanda il terzo governo Rutte è stato votato dopo sette mesi di trattative estenuanti.

In Germania sono passati sei mesi dal voto e solo adesso si è sblocata la nuova Grosse Koalition.

Questione di sistemi elettorali. L’anno scorso En Marche di Macron si è presa tutto il piatto con il 24% al primo turno.

Questo per dire che ci sarà tempo per divertirsi. All’alba di martedì 6 marzo h 10.00 i Mitici Mercati Finanziari se ne stanno fottendo delle nostre vicende elettorali: -0,42% ieri e +0,60% oggi. Business as usual.

Come in Belgio, il peggio che può capitare all’Italia è accorgersi della relativa utilità di un governo.

L’ESPRESSO

 

 

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