Donne in sciopero nel giorno della Festa: “È l’ora del dissenso”

flavia amabile
roma

Non c’è mai stato nulla da festeggiare l’8 marzo, giornata nata poco più di un secolo fa come forma di rivendicazione dei diritti delle donne. Né c’è da festeggiare quest’anno quando rispetto ai primi 8 marzo le donne hanno conquistato il suffragio universale ma in troppi Paesi fanno ancora molta fatica a raggiungere la parità salariale o a cancellare una cultura che le costringe a vivere sottomesse e vittime di violenze.

 In tutto il mondo, quindi, quella di oggi sarà una giornata di «sciopero globale» come forma di rifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme. Saranno più di 70 i Paesi in cui le donne si fermeranno e oltre 40 le città italiane dove saranno presenti manifestazioni, incontri, assemblee organizzati dalla rete «Nonunadimeno».

«Lo sciopero coinvolgerà le lavoratrici a tempo indeterminato, le precarie, le lavoratrici in nero, chi si occupa di lavori domestici, le braccianti agricole, le stagiste e chi non ha contratto, le disoccupate e le studentesse», affermano da Non una di meno. Ad aderire sono stati anche i sindacati unitari di base, che provocheranno molti disagi mettendo a rischio bus, taxi, treni, aerei e scuole.

L’obiettivo è mostrare il dissenso «contro la violenza maschile sulle donne, contro la mancanza di finanziamenti e riconoscimento dei centri antiviolenza, contro la chiusura degli spazi delle donne, contro l’obiezione di coscienza nei servizi sanitari pubblici. Uno sciopero per denunciare il dato spaventoso delle molestie e dei ricatti sessuali sul lavoro», spiegano i Sindacati unitari di base.

 

Una giornata necessaria, spiega la rete «Nonunadimeno», ricordando che nei programmi dei partiti politici e delle diverse liste, in occasione della campagna elettorale, viene citata la violenza contro le donne «senza però riconoscerne il carattere sistemico e senza mai porre in questione i rapporti di potere».

LA STAMPA

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