Draghi spinge le Borse europee, Milano +1,15% con super Mediaset
–di Flavia Carletti
Borse europee positive in chiusura di seduta nel giorno della Banca centrale europea. Il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in progresso dell’1,15%, bene anche Parigi, Francoforte e Londra. Oggi la Bce, come previsto, ha lasciato invariati i tassi di interesse e la guidance di politica monetaria. Una novità, invece, è stata la modifica della comunicazione relativa al Quantitative easing: l’Eurotower ha eliminato il riferimento al fatto il Qe potrebbe eventualmente continuare nel caso in cui lo scenario peggiorasse. Ovvero, la Bce ha confermato che in Europa la ripresa è sempre più solida. L’indicazione è stata confermata anche dal numero uno, Mario Draghi. «Nuove informazioni confermano il ritmo robusto dell’espansione economica», ha detto il banchiere che comunque ha rassicurato che i tassi rimarranno bassi per un lungo periodo di tempo. L’attenzione degli investitori si è divisa tra Francoforte e Oltreoceano. Infatti, in attesa del discorso del presidente Usa, Donald Trump, previsto per le 21.30 italiane, il mercato spera in un approccio più soft da parte dell’amministrazione Usa sui dazi relativi ad alluminio e acciaio, con il Dow Jones a Wall Street in leggero rialzo. Nel frattempo, sul fronte macroeconomico, il mercato del lavoro statunitense resta in ottime condizioni, cosa che potrebbe essere confermata domani dal rapporto sull’occupazione di febbraio. Nella settimana al 3 marzo scorso, il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è salito più del previsto (+21mila) ma continuando a viaggiare sui minimi di 48 anni fa
Mediaset regina di seduta, bene Atlantia
Tra i titoli, a Milano, spicca la performance di Mediaset (+9,23%), dopo l’offensiva del fondo Elliott su Telecom Italia (+4,63%), che ha riportato in luce le ipotesi di uno scenario di possibile fusione tra le due società, per creare una media company italiana dotata dell’infrastruttura di Telecom con la quale diffondere contenuti. Bene anche Atlantia, che ha registrato un progresso del 5,05%, dopo che la società ha confermato alla Consob spagnola di avere contatti in corso con Acs sulle offerte Abertis, precisando che ad oggi non è stato ancora raggiunto nessun accordo. Nel dettaglio, la precisazione è arrivata dopo un articolo di Expansion secondo cui le stanno negoziando un accordo per evitare una guerra di offerte che potrebbe essere negativa per entrambi. L’obiettivo delle trattative sarebbe la separazione degli assets di Abertis fra le due società. Alle trattative starebbe partecipando anche La Caixa, che con la sua quota del 21% potrebbe garantire il successo dell’operazione.
In evidenza Poste Italiane dopo il roadshow, contrastata galassia Agnelli
Gli acquisti hanno premiato Stm (+4,65%), Campari (+3,10%), Tenaris (+2,58%). In evidenza anche Poste Italiane (+2,54%), dopo che gli analisti di Equita, che sul titolo hanno un target price a 8,1 euro con rating hold, hanno scritto che «un recente roadshow con il top management ha ulteriormente rafforzato la lettura positiva del piano 2018-2022, confermando la sensazione di prudenza dei target e l’esistenza di diversi buffer per compensare eventuali sorprese negative». La società ha confermato che nel primo trimestre sono già stati realizzati circa 400 milioni di euro di capital gain su titoli di Stato previsti per l’intero 2018. La visibilità sulla crescita del dividend per share nel 2018 «resta quindi molto elevata (+5% anno su anno a 44 centesimi)». Segno opposto, invece, per Salvatore Ferragamo (-0,69%), e Recordati (-0,43%). Debole anche Ferrari (-0,55%), quando Exor ha guadagnato l’1,49%, e restando nella galassia Agnelli, Cnh Industrial ha preso l’1,06% e Fca un limitato 0,07%.
Tonfo di Gruppo Waste Italia dopo conti e concordato
Gruppo Waste Italia ha messo a segno la peggiore performance del listino, perdendo il 40,74 per cento. Il gruppo ieri sera ha diffuso una nota in cui ha comunicato l’approvazione delle situazioni economico-patrimoniali e finanziarie al 31 dicembre 2016 e al 31 dicembre 2017 che evidenziano una perdita a fine 2017 di 169,8 milioni di euro di 138,9 milioni di competenza di esercizi precedenti al 2017 e circa 30,9 milioni di competenza dell’esercizio 2017. Il patrimonio netto al 31 dicembre 2017 risulta negativo di 75,2 milioni escludendo le riserve in conto futuro aumento di capitale di 9,6 milioni destinate dal socio di riferimento Sostenya Group Plc. Il consiglio inoltre ha approvato la proposta definitiva di concordato, comprensivi del bilancio pro-forma che evidenzia una perdita complessiva post-esdebitazione pari a 105,9 milioni.
Euro ritraccia sul dollaro a 1,2319 dopo riferimento rischio forex
La moneta unica ha continuato a perdere terreno nei confronti del dollaro in chiusura di seduta in Europa. Dopo una iniziale reazione al rialzo alla comunicazione della Banca centrale europea sui tassi di interesse e sul Qe, l’euro è tornato sotto la soglia di 1,24 dollari. L’euro vale 1,2319 dollari, quando ha toccato un massimo sopra 1,244. La Bce oggi ha lasciato come previsto i tassi di interesse invariati ma ha «rimosso il cosiddetto easing bias, ossia il riferimento alla possibilità di incrementare il Qe se necessario, con decisione unanime», come fanno notare gli analisti di Mps Capital Services. Da Francoforte, come spiegato dagli analisti, «i principali rischi indicati sono legati alla dinamica valutaria e alle politiche protezionistiche, oltre che all’eccessiva deregolamentazione nel comparto finanziario in Paesi fuori dell’euro». In questo contesto, «Draghi ha ribadito che occorre proseguire con le manovre accomodanti per aumentare l’inflazione, con quella core che resta ancora sotto tono». Inoltre, per Mps Capital Services, «i toni pacati di Draghi sul tema inflazione, la revisione al ribasso delle stime inflattive per il 2019, insieme al cambiamento solo marginale del comunicato, stanno consentendo una buona performance della periferia (sia azionario sia obbligazionario), e un marginale apprezzamento del dollaro sull’euro in particolare dopo il riferimento al rischio forex».
Petrolio in calo dopo aumento scorte e produzione Usa
Il contratto sul petrolio Wti consegna Aprile è in calo dell’1,42% a 60,28 dollari al barile, quando il contratto consegna Maggio sul Brent del Mare del Nord scende dello 0,85% a 63,79 dollari al barile.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)