Le richieste in Puglia del reddito di cittadinanza: «Ora posso averlo?»

L’avviso bilingue all’estero del patronato Enasc a Palermo

BARI– «Nessuna “invasione” dei nostri uffici ma, certo, da lunedì scorso in tanti hanno chiesto informazioni sul reddito di cittadinanza. Peccato che non sappiamo cosa dire visto che è una misura promessa dal Movimento 5 Stelle. La domanda è sempre la stessa: ho votato, ora mi date il modulo?». Tommaso Depalma, sindaco di Giovinazzo (comune di 20 mila abitanti confinante con Bari), ammette «che vorrebbe tanto poter aiutare la gente con un supporto economico così importante», ma la realtà è ben diversa. All’indomani della vittoria schiacciante del M5S in Puglia (ha eletto 42 parlamentari su 62 complessivi) la voglia di reddito di cittadinanza è aumentata seguendo comunque una linea già consolidata. «Nel Sud della crisi economica», spiega Depalma, «tutti i giorni i servizi sociali parlano con famiglie in difficoltà a cui non va promesso niente di irrealizzabile. Personalmente negli ultimi sei mesi ho firmato cinquanta provvedimenti per il Red (reddito di dignità varato dalla Regione Puglia, ndr). Occorre più chiarezza perché non si scherza sulla pelle della gente e delle amministrazioni».

Sui social

Nel corso della giornata la frenesia da modulo ha subito un’impennata spinta dal potere dilagante dei social. Tanto da indurre il sistema dei Caf (centro d’assistenza fiscale) a gettare acqua sul fuoco. «Quello della Puglia», ha affermato Massimo Bagnoli, uno dei due coordinatori nazionali della Consulta dei Caf, «è un fatto isolato». Ma non sembra così. «Da lunedì», racconta Giovanni Mezzina, responsabile dei servizi di orientamento di “Porta Futuro” Bari, «è partita la richiesta di informazioni sui moduli. La tipologia di utenti? Quelli di tutti i giorni: dai 30 ai 45 anni. Noi informiamo dal punto di vista tecnico, non facciamo politica. Abbiamo avuto una cinquantina di contatti al giorno».

Disagio sociale

«La verità è che c’è un disagio sociale diffuso», sostiene Massimo Di Cesare, responsabile dei 77 centri Caf Cgil di Puglia, «e le telefonate fioccano anche in altri periodi dell’anno. Un solo dato: da dicembre scorso abbiamo raccolto già 8 mila domande per il Red regionale e 20 mila per il Rei statale. Sono numeri importanti». Il fenomeno della richiesta di «moduli» non si è registrato solo in Puglia (un post del M5S definisce la notizia un fake architettato dal Pd del sindaco di Bari Antonio Decaro). A Torino, Giovanni Benincasa, responsabile di un Caf nella zona nord di Mirafiori, conferma: «Abbiamo ricevuto almeno dieci chiamate per ottenere informazioni. Volevano sapere se i moduli erano pronti. Abbiamo detto loro che non c’è niente, ma ci rispondevano: noi i 5 Stelle li abbiamo votati, eh».

Il cartello

A Palermo il patronato Enasc ha affisso un cartello per bloccare le richieste degli utenti: «In questo Caf non si fanno pratiche per il reddito di cittadinanza». Mentre a Napoli l’afflusso maggiore di «candidature» si è registrato nei quartieri più popolari (da Secondigliano a Forcella). «Abbiamo spiegato ai disoccupati», dice un consulente fiscale di San Giovanni a Teduccio, «che è disponibile la domanda per il Rei. La loro risposta? Basta che ci aiutate».

CORRIERE.IT

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