Il primo vero scontro è sulla manovra Lega, tasse giù. M5S, incidere subito

Usciti vincitori dalle elezioni, e candidati alla composizione di un governo, Lega e M5S puntano a imprimere, ciascuno a modo suo, una svolta immediata nella politica economica e nella gestione dei conti pubblici. Approfittando già del Documento di economia e finanza, il primo atto del ciclo annuale della programmazione di bilancio, che arriverà in Parlamento entro il 10 aprile e dovrà essere approvato a maggioranza.

È quasi impossibile che per allora ci sia già un nuovo esecutivo ed il governo uscente sta preparando un Documento piuttosto asciutto. Un quadro della situazione con le previsioni aggiornate (in meglio) sull’economia e l’andamento dei conti pubblici, senza nuovi obiettivi politici. Che Lega e M5S vorrebbero invece inserire fin da subito.

«Il Def sarà la prima occasione per incidere, con le proposte del Movimento 5 stelle, sulla qualità della vita dei cittadini. È una questione importante e noi cercheremo di inserire i nostri obiettivi di programma» dice Luigi Di Maio a i neoeletti del Movimento, ripetendo quanto affermato nell’intervista al Corriere. La strada che i M5S stanno valutando è quella di indicare a grandi linee i prossimi passi della politica economica nella Risoluzione (possibilmente di maggioranza) che Camera e Senato dovranno votare sul Def. Un atto che impegnerebbe politicamente il futuro governo a seguire quelle indicazioni.

La Lega Nord sembra puntare un obiettivo più ambizioso. Mettere nero su bianco fin da ora e linee guida della prossima manovra di finanza pubblica. «Stiamo lavorando, entro aprile c’è una manovra economica da preparare. Leggo che Bruxelles vuole nuove tasse, noi faremo una manovra alternativa e contraria: meno tasse, e saranno tutti contenti perché l’Italia crescerà di più» ha detto ieri il leader della Lega, Matteo Salvini.

Che Bruxelles stia monitorando i nostri conti con molta attenzione è evidente, ma finora nessuno ha ancora chiesto a Roma una manovra correttiva. Al Tesoro, dove si preparano le carte da presentare in Parlamento, c’è fiducia al riguardo. I conti pubblici non vanno male. Anzi, l’aggiornamento delle previsioni atteso con il Def potrebbe portare qualche buona sorpresa.

Il deficit del 2017 si è chiuso all’1,9%, contro il 2,1% promesso alla Ue, e questo potrebbe riflettersi anche sul deficit del 2018, fissato come obiettivo all’1,6. In ogni caso non è questo il momento degli esami e dei voti di Bruxelles. È possibile che ci sia nelle prossime settimane un nuovo approfondimento sul debito, ma nessuno oggi al Tesoro si aspetta la richiesta di una manovra bis. Che in ogni caso è materia per i Capi di Stato, al vertice del prossimo giugno.

CORRIERE.IT

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