“Salvini troppo spregiudicato”. In Forza Italia scatta l’allarme

amedeo la mattina
roma

Il termine più gettonato dentro Forza Italia per definire Salvini è «spregiudicato». Berlusconi conosce bene la logica che in politica guida i vincitori: non si fanno prigionieri, si impone la linea. E si rende conto di quanto il leader leghista sia tentato di assegnarsi il primo round post-elettorale, quello delle presidenze di Camera e Senato. Avendo già dato per scontato che Montecitorio vada a M5S, Salvini non intende cedere il più alto scranno di Palazzo Madama a Paolo Romani. Di lui non si fida. Ritiene che se diventasse la seconda carica dello Stato, avrebbe un peso rilevante nel secondo round quando si dovranno trovare una maggioranza e formare il governo.

Tajani:“Non esiste l’ipotesi di un Governo Lega – Movimento 5 Stelle”

 

Cosa succederebbe infatti se Salvini non riuscisse nel suo intento e fosse costretto a passare la mano ad un altro? Romani, nella veste di presidente del Senato, sarebbe un protagonista istituzionale che potrebbe rendere la vita particolarmente difficile ad eventuali accordi governativi Lega-M5S. Salvini avrebbe un problema a far eleggere Roberto Calderoli alla presidenza del Senato perché non è un suo fedelissimo. È ciò che sostengono i berlusconiani e in parte dicono la verità, ma il leader leghista potrebbe puntare per quella carica sulla neo-senatrice Giulia Bongiorno. «Sarebbe un pugno in un occhio a Berlusconi», precisano ad Arcore.

Salvini minimizza l’agitazione forzista, assicura che con Berlusconi c’è «totale sintonia». «Come leader del centrodestra parlo e mi muovo a nome di tutti gli alleati. Con loro stiamo lavorando alla squadra e al programma di governo mentre vedo che il Pd litiga e i 5 Stelle non si capisce cosa vogliano fare». Per la verità dentro Fi è scattato l’allarme rosso. Molti temono che l’ex Cavaliere non riesca più a contenere lo «spregiudicato Matteo», non abbia la forza di vincere la battaglia del Senato. «Se questo accadrà, saremo travolti e comincerà un esodo verso la Lega, soprattutto nelle Regioni del Sud. Forza Italia diventerà un esercito in rotta». Sembra che questo sia il concetto che Gianni Letta abbia spiegato a Berlusconi in persona in maniera meno pacata del solito. Addirittura orecchie sensibili raccontano di averlo sentito urlare (cosa che ha dell’incredibile), mentre parlava al telefono, per la sua esclusione dal vertice del centrodestra martedì scorso.

In effetti Gianni Letta non era stato nemmeno invitato. Accanto al grande capo c’erano solo Niccolò Ghedini e Licia Ronzulli nei confronti dei quali serpeggiano i malumori dei colonnelli. Il problema è che a pensarla come Letta ci sono pure due amici storici del leader azzurro come Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. È un vasto fronte che ritiene già il primo round delle presidenze di Camera e Senato la trincea in cui resistere all’avanzata leghista. «Se la Lega aspira alla designazione di Salvini come presidente del Consiglio, allora la presidenza del Senato spetta a Fi. Non può un solo partito monopolizzare tutto», precisa Maurizio Gasparri. «Anche perché – aggiunge Osvaldo Napoli – una cosa è vincere con il 17%, un’altra è volere stravincere umiliando il 14% di Fi. Se si rompe la coalizione è un male per tutti».

Tra martedì e mercoledì ci dovrebbe essere un altro incontro tra l’ex Cavaliere e Salvini. «Sarà l’occasione – sostengono ad Arcore – per reagire con forza». Il leader leghista, per la verità, non sembra per niente «terrorizzato» da questa reazione, anzi afferma che sono tutte paure di chi vorrebbe un’interlocuzione privilegiata con il Pd. E per evitare doppi giochi, chiede che al Quirinale per le consultazioni vada una sola delegazione del centrodestra. È un modo per evitare che con Berlusconi e Meloni si decida una linea e poi nello Studio della Vetrata, davanti al Capo dello Stato, si parli un’altra lingua. Proposta respinta al mittente. Fratelli d’Italia e Forza Italia andranno con la loro delegazione e i loro capigruppo. Con una piccola ma significativa premessa: con l’arrivo dei senatori eletti con di Noi con l’Italia, il gruppo di Fi raggiunge quota 63. Sarebbe il secondo gruppo del centrodestra, scavalcando la Lega. E siamo solo all’inizio.

LA STAMPA

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