Il Parlamento più rosa della storia, ma la soglia del 40% resta lontana
Sono tante le donne entrate in Parlamento. Tante in tutti i partiti e movimenti. Sono almeno 219 alla Camera e 106 al Senato, siamo intorno al 35 per cento, secondo le proiezioni di Openpolis. Si accentua quella dinamica che già si era evidenziata nella precedente legislatura, più donne, più giovani. E allora il Parlamento più rosa della storia non potrà fare a meno di una donna a capo di uno dei due suoi rami. Non basta la presenza delle donne ma è importante il ruolo che svolgono. Mi auguro che si evidenzierà una volontà politica chiara in questo senso tra tutte le forze politiche. Ma se ne sente ancora poco parlare.
La rivoluzione a metà
Guardiamo un po più a fondo tra i dati elaborati appositamente da Openpolis per la Stampa. Le donne guidano il processo di ringiovanimento. Sono loro ad avere un’età più bassa in tutti gli schieramenti politici sia alla Camera che al Senato. Alla Camera il gruppo più giovane è quello del Movimento 5 stelle seguito dalla Lega. Le donne presentano una età media minore di 40 anni per il primo e 43 per la Lega. Molto più alta l’età media per Pd, Forza italia, Fratelli di italia e Leu. Intorno ai 50 anni per gli uomini, 46 e 48 anni per le donne. Sono i 5 Stelle, non a caso, a presentare la percentuale più alta di donne in Parlamento e sono loro gli unici a superare la soglia del 40 per cento sia alla Camera che al Senato. Più basse e anche di molto le percentuali degli altri partiti. E allora dobbiamo interrogarci sul perchè. La legge garantiva il 40 per cento al sesso meno rappresentato nelle candidature e non nel risultato per i capolista nel proporzionale e per l’uninominale su base regionale. Sono scattate però due contromosse che hanno penalizzato le donne e non hanno permesso il raggiungimento della famosa soglia.
La prima è stata il mettere il capolista donna dove c’era più probabilità di insuccesso, la seconda quella di scegliere come capolista donne in più liste in collegi con maggiori possibilità di vittoria, in sostanza le pluricandidature a garanzia degli uomini. Questo secondo meccanismo non è stato utilizzato dal Movimento 5 Stelle e ciò ha permesso loro di raggiungere il 40%. È stato utilizzato invece da altri partiti e il nostro giornale lo ha ampiamente documentato, anche a partire dalla protesta delle donne del Pd dell’Emilia Romagna, parlando di donne-flipper. Fatta la legge trovato l’inganno. Aveva ragione l’instancabile e inascoltata Rosanna Oliva di “Aspettare Stanca” quando sottolineava la necessità, a fronte della pluricandidatura, di far scattare la sostituzione della donna con un’altra donna e ovviamente anche per l’uomo. Ma così non è stato.
L’esperienza degli eletti
Interessante anche l’analisi dell’esperienza politica in termini di incarichi precedenti delle donne e anche degli uomini alla Camera e al Senato. La situazione è profondamente variegata tra i partiti e movimenti. Il Movimento 5 Stelle è accomunato alla Lega per l’età. Ma assolutamente non per i precedenti incarichi politici. Le donne del Movimento 5 Stelle sono nella stragrande maggioranza al primo incarico contro poco più del 10 per cento della Lega, che a sua volta si distingue soprattutto per l’inserimento in Parlamento di molte donne che hanno avuto incarichi locali. E ciò vale anche per gli uomini. Differente la situazione del Pd, dove prevale nettamente la presenza di deputati e senatori con precedenti esperienze di governo o parlamento e così per Leu. Anche in questo caso la situazione è sostanzialmente analoga per i due sessi. Più variegata la composizione di Forza Italia che vede parlamentari con presenza precedente, sia parlamentare che locale. Certo è che per la prima volta la presenza delle donne del centro sinistra è così bassa: anche inferiore al 20 per cento del totale delle donne elette. E non soltanto perchè il partito è stato sconfitto. Sono le donne ad aver pagato di più la sconfitta per la scelta adottata sulle pluricandidature. E’ un parlamento più rosa, più giovane e molto eterogeneo nelle sue componenti, quello che è uscito da queste elezioni. Chissà se le donne riusciranno a giocarvi un ruolo importante per il rilancio del nostro Paese. Ci sono tanti aspetti su cui potrebbero unirsi nell’interesse di tutte. Spero tanto che succederà.