Valeria Parrella: “Il Sud si sente scaricato, ha scelto il M5S come la forza più antigovernativa che c’è”

MASSIMO VINCENZI

Valeria Parrella è nata a Torre del Greco, inzuppata di Sud, scrive romanzi pieni di umanità e combatte battaglie ad alta densità politica. I problemi del territorio, i diritti delle donne, i giovani, l’ambiente, la scuola sono gli orizzonti dentro i quali muove il suo periscopio a caccia di un futuro migliore, senza arrendersi al fatalismo. Cammina sul filo di posizioni estreme, sino alla candidatura, nel 2014, nelle file dell’Altra Europa con Tsipras e al recente endorsement per Potere al popolo. Ha una sguardo lucido e spiazzante: la sua lettura del 4 marzo è originale e piena di spigoli.

 Partiamo dalla cornice. Cosa è accaduto alle ultime elezioni?

«Prima un paio di premesse. Con questa legge elettorale ogni risultato sarebbe stato un disastro. Comunque andava, sarebbe andata male. Io sostengo il proporzionale, perché voglio che vada in Parlamento anche una sola persona che lotta per le cose in cui credo io».

La seconda?

«Qualche giorno prima delle elezioni mio figlio Andrea – che ha undici anni – è tornato a casa con un libro di educazione civica, ora educazione alla cittadinanza. Io provo a descrivergli come funzionano le elezioni. Ma mi trovo subito in imbarazzo a spiegare quello che i leader politici non hanno capito, ovvero che gli elettori scelgono i parlamentari, non il governo. Basta guardare il dibattito di questi giorni tra Salvini e Di Maio: tocca a me, no tocca a me. Non è che ci vuole un ripasso della nostra Costituzione?».

 

Date le premesse è innegabile che al Sud ci sia stata una rivoluzione, dalla Dc a Forza Italia sino alla vittoria dei 5 Stelle che si sono presi quasi tutto. Che ne pensa?

«Intanto c’è Sud e Sud. Per dire, la Basilicata e la Puglia hanno avuto e hanno storie politiche diverse dalla Campania e dalla Sicilia. E bisogna sempre tenere uniti i risultati di Europee, Amministrative e Politiche per non perdere il quadro di insieme evitando generalizzazioni sbagliate».

 

Ok, prendiamo la Campania. Qui i grillini dominano. Perché?

«Il risultato è ancora più significativo, perché il passaggio non è dal Blu al Giallo, ma dal Rosso al Giallo. Il Pd ha abbandonato le idee di sinistra e ha sbagliato gli uomini, penso per esempio a De Luca governatore, ma non è la sola ragione».

 

Qual è quella reale?

«Il Sud si sente scaricato, sempre ignorato. Infatti abbiamo imparato a fare da soli. Qui ci sono realtà bellissime di volontariato, di autogestione che nel corso degli anni si sono abituate a fare a meno del governo centrale, che tanto non muoveva un dito. Poi al Sud si sente la povertà in maniera crudele, pazzesca, più che in altri luoghi. Molte persone giovani che conosco, che pure avrebbero potuto votare LeU o Potere al popolo, si sono buttate sui 5 Stelle proprio per questo motivo: abituati a far da soli, hanno dato il loro voto alla forza più antigovernativa che c’è. Il ragionamento è semplice: non avete bonificato Bagnoli, diamo una chance a chi non l’ha mai avuta. Ora non possiamo dirci che sono tutti imbecilli: dobbiamo cercare il punto in cui il disprezzo per l’istituzione è diventato disprezzo per se stessi, cioè: quello che interessa a me davvero è il vulnus culturale».

 

Pensa che il Movimento 5 Stelle risolverà i problemi?

«Ma figuriamoci. Il loro programma sembra una chat, cambia di giorno in giorno, dice una cosa e poi il contrario. Ma intanto hanno incassato un terzo del voto degli italiani. Quando penso ai grillini mi viene in mente una canzone di De Gregori».

 

Quale?

«La Storia siamo noi: …poi ti dicono che tutti sono uguali, che tutti rubano alla stessa maniera, ma è solo un modo per convincerti a restare dentro casa quando viene la sera… Ecco questo li ha portati ad un risultato così potente».

 

Cosa pensa degli altri, la Lega per esempio?

«Sono l’esatto contrario di quello in cui credo io, quindi cosa vuole che ne pensi? Però la differenza con i 5 Stelle è che hanno tre o quattro idee chiare. Idee xenofobe, nazionaliste, ma capisco che al Nord abbiano fatto breccia, con le loro parole d’ordine, in cima a tutte la paura dei migranti».

 

L’immigrazione è stato un tema forte della campagna elettorale.

«Direi di più: l’unico, una vera manipolazione delle coscienze. Guardi, Hannah Arendt ne “Le origini del totalitarismo” lo spiega bene: per convincere le persone a fare qualcosa di sgradevole, devi creare loro un nemico comune. Ora noi non siamo alle origini del totalitarismo, ma la ricaduta emotiva sul nostro modo di stare al mondo è un buco nero dell’umanità. Ci vogliono i corridoi per salvare i profughi, noi lo sappiamo: stanno là. Stipati a morire dagli accordi con la Libia. Sa a quanto? 244 miglia nautiche da Napoli: più vicino di Milano».

 

Però la Sinistra, anche quella esterna al Pd, ha le sue colpe. Non crede?

«Purtroppo siamo pochi sparuti e soli: aiutiamo i lavoratori, apriamo gli spazi abbandonati per gli homeless, organizziamo il doposcuola volontario per i ragazzini. Tutto quello che si fa attorno a sé è un gesto politico».

 

Ha un messaggio di speranza per suo figlio Andrea o è rassegnata al peggio?

«Sono rassegnata al meglio! L’Italia è un Paese con grandi risorse, ci sono comunità di persone che si impegnano e fanno cose bellissime. La chiave è la cultura, a partire dalla scuola. Nausicaa dice alle compagne che scappano: perché vi spaventate di un uomo nudo che viene dal mare? L’uomo nudo era Odisseo. Se prendi otto all’interrogazione su una storia così la Lega si sgonfia come un palloncino bucato».

LA STAMPA

 

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