La “scaletta” per l’elezione del presidente del Senato
In queste ore di frenetiche trattative sui nomi per le presidenze di Camera e Senato è bene fare chiarezza sulle procedure di voto e soprattutto sui tempi che iniziano ad essere stretti.
Di fatto proprio in queste ore è in corso una riunione alla Camera tra i capugruppo delle forze politiche per cercare di allungare proprio i tempi e quindi rinviare a luneì la seconda giornata di votazioni che invece è prevista per sabato. Su questa ipotesi comunque c’è un confronto serrato tra le forze politiche e il nodo tecnico da sciogliere è quello di allineare Senato e Camera proprio sulel votazioni. La giornata di domani sarà fitta di appuntamenti. Tutto comincia alle 10,30 con la prima seduta del Senato per eleggere il nuovo presidente, Pietro Grasso.
La seconda carica dello Stato cesserà il suo manadato a partire dalla mezzanotte di oggi. Si parte con tre votazioni, poi si procederà al ballottaggio. Il reggente di Grasso sarà Giorgio napolitano, il senatore più anziano di palazzo Madama. Napolitano annuncerà l’elezione a senatrice a vita di Eliana Segre, poi procederà con la nomina dei senatori segretari, i più giovani tra gli eletti. Alle 11,35 scatta la prima votazione a scrutinio segreto. È eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato: 161 preferenze, considerando che i senatori eletti sono 314 (un seggio in Sicilia vinto dal Movimento 5 stelle non è stato assegnato per mancanza di candidati) e quelli a vita 6. Alle 16,30, in caso di fumata nera sulla prima, via alla seconda votazione. Con un’altra fumata nera si procederà alla terza votazione, ma questa volta sabato. Si terrò la terza votazione. In questo caso “è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche”. Se anche in questo caso nessun candidato avrà ottenuto i voti necessari per l’elezione si procederà nella stessa giornata “al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche relativa”.
IL GIORNALE