Parlamento, fumata nera: non c’è accordo sulle presidenze. Napolitano: “Partito che ha guidato 3 esecutivi è stato respinto da elettori”
di SILVIO BUZZANCA e PIERA MATTEUCCI
ROMA – A Palazzo Madama e Montecitorio è iniziata la XVIII legislatura. Ma si parte al buio, senza un accordo sul primo atto: le presidenze di Camera e Senato. E la prima votazione si chiude con una fumata nera. Le seconde votazioni sono in programma per oggi, ma è in discussione in Transatlantico alla Camera l’ipotesi che si proceda per Montecitorio a una terza votazione. L’idea sarebbe caldeggiata, secondo quanto si apprende, dal M5S mentre Forza Italia è per fermarsi a due. Se non fosse nella serata di oggi, il terzo scrutinio potrebbe slittare a domattina, dopo di che, le strade sono due: o si continua a oltranza sabato e si prosegue domenica (il che lascerebbe presupporre che ci sia un accordo sul nome) oppure si rinvia a lunedì mattina per la quarta votazione.
E mentre nelle Aule si sfila per esprimere la preferenza, fuori dai palazzi proseguono le trattative per trovare una soluzione al rebus.
• PALAZZO MADAMA
Ad aprire la seduta a Palazzo Madama è stato Giorgio Napolitano, che nel suo discorso si è soffermato a commentare i risultati delle ultime consultazioni. “Il partito che aveva guidato tre esecutivi ha subito una drastica sconfitta ed è stato respinto dagli elettori”, ha detto l’ex capo dello Stato, secondo il quale col voto del 4 marzo c’è stato “un vero e proprio spartiacque. Gli elettori hanno premiato straordinariamente le formazioni politiche che hanno espresso posizioni di vera e propria rottura rispetto al passato”, e il risultato dimostra “quanto poco avesse convinto l’autoesaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e partiti di maggioranza”.
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Napolitano ha sottolineato anche le difficoltà che “nascono dal dato obbiettivo che nessuna delle forze premiate dagli elettori ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi nelle due Camere”, ma ha insistito sul fatto che “occorre comunque corrispondere alle scelte del corpo elettorale e delineare la strada per il prossimo futuro del Paese. E alcuni elementi possono concorrere ad allargare l’orizzonte”.
“Per aprire, nell’attuale scenario, nuove prospettive al Paese – ha aggiunto – sono nello stesso momento essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l’espressione calorosa della nostra stima e fiducia”.
• MONTECITORIO
A inaugurare la seduta a Montecitorio è stato il presidente provvisorio della Camera, Roberto Giachetti (Pd), che ha ricordato il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, condannando fermamente il nuovo ‘scempio’ fatto alla lapide che ricorda la strage di via Fani (“Sappiano questi individui che quella storia non tornerà mai più”), ad appena un mese da un altro episodio.
“La campagna elettorale è finita, si apre oggi un’altra fase – ha detto Giachetti -. La prima azione da compiere è parlare una lingua di verità. Ebbene, la prima verità che dobbiamo rivelarci riguarda la complicità di parte di noi nella mortificazione delle istituzioni”. Bisogna quindi “accrescere la consapevolezza del compito cui siamo chiamati, intervenendo sul nostro comportamento”.
• MANCA L’ACCORDO
Ieri è saltata l’intesa fra centrodestra e M5s che prevedeva l’elezione del grillino Roberto Fico alla testa dei deputati e del forzista Paolo Romani fra i senatori. L’accordo sembra ancora lontano e il risultato è che il Pd e M5s nei primi due scrutini votano scheda bianca. Anzi, il Partito democratico sembra orientato, dopo una riunione domani mattina alle 9 dei gruppi congiunti del partito di lasciare, le schede in bianco anche alla terza votazione al Senato.
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“Noi votiamo scheda bianca oggi”, ma “non vogliamo arrivare al punto per cui si debba andare allo scontro”, sono le parole di Di Maio, che ribadisce la disponibilità per riattivare colloqui con tutti i gruppi politici.
Anche Lega ha assunto la stessa posizione. E Fratelli d’Italia e Leu la imitano.
Con il passare delle ore si fa avanti anche l’ipotesi che, se Forza Italia insisterà con il nome di Paolo Romani come candidato alla presidenza del Senato e il Pd indicherà il nome di Luigi Zanda, i 5 stelle voteranno per l’esponente dem nella quarta votazione a Palazzo Madama dove è previsto il ballottaggio tra i due esponenti che hanno ottenuto il maggior numero di voti (vince chi prende un voto in più).
• SU TWITTER SCONTRO SALVINI – BOLDRINI
La legislatura è nuova, gli scontri meno e, come spesso accade, si svolgono sul web. Protagonisti il leader della Lega, Matteo Salvini e la ex presidente della Camera, Laura Boldrini. Ad agire per primo è il segretario del Carroccio, che ‘saluta’ il passaggio a semplice parlamentare della ormai ex presidente della Camera postando una sua foto con un esplicito “Bye bye”.
Boldrini, questa volta, decide di replicare e dopo meno di un’ora posta: “Ancora tu? Ma le trame per andare al governo – gli chiede con una punta di ironia – non ti impegnano già abbastanza? Attento – lo ‘avverte’ – che mentre scrivi tweet su di me ti sfilano la poltrona. #TuChiamaleSeVuoiOssessioni”.
• LE PROCEDURE DI VOTO
I meccanismi di voto sono differenti fra le due Camere e mentre a Montecitorio, visti i numeri dei gruppi, è impossibile eleggere il presidente senza un accordo, al Senato dopo il terzo voto si va al ballottaggio frai due candidati più votati e il centrodestra ha i voti per nominare un suo esponente. Ma il terzo voto è previsto solo domani mattina.
REP.IT