Salvini va con Grillo

Nulla è definitivo ma il segnale è chiaro. La Lega di Matteo Salvini sta prendendo i voti degli elettori di centrodestra per consegnarli a Beppe Grillo e Luigi Di Maio.

Tra oggi e domani vedremo, con l`elezione dei presidenti di Camera e Senato, se questa ipotesi diventerà realtà dopo che ieri Salvini ha rotto, senza preavviso e con atto unilaterale, il patto con Berlusconi sull`elezione di Paolo Romani alla guida del Senato. Lo strappo è esattamente quello che i grillini chiedevano al leader leghista, e per questo viene letto come l`anticamera di un`alleanza tra i due non solo per eleggere i vertici istituzionali, ma anche per governare il Paese.
Tecnicamente quello di ieri di Salvini è un tradimento degli accordi di coalizione. In altri termini, se confermato, segna la fine del centrodestra, almeno così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Io ho qualche dubbio che Salvini voglia, o sia entusiasta, di andare a fare la ruota di scorta in un governo Di Maio. Penso invece che usi l`occasione per un secondo fine. Il suo obiettivo mi pare infatti più quello di accoltellare alle spalle Berlusconi per liberarsi definitivamente di un padre (fondatore) che lui non ha mai amato e che vede come un intralcio ai suoi ambiziosi sogni di gloria, compreso quello di assorbire Forza Italia, con una Opa ostile, nel suo partito.

Può essere che nella notte qualche cosa cambi, che qualcuno cerchi di rimettere insieme i cocci, può essere che Salvini si presenti a palazzo Grazioli, quartiere generale di Berlusconi, con ramoscelli di ulivo. Ma ormai il dato politico è chiaro. Ed è questo: Salvini non è interessato alla coalizione, ma impegnato a fare gli affari suoi e della Lega, affari con Luigi Di Maio e i Cinquestelle. Ma attenzione. Un conto è il Parlamento, dentro il quale senatori e deputati – molti dei quali di fresca nomina – obbediscono come soldatini. Altro è il Paese reale, fatto di elettori traditi, di attese che non si possono soddisfare con alleanze inconciliabili, di rapporti in grado di fare da salvagente a emergenze vecchie e nuove. È vero che, come dice Di Maio, «non si può fermare il vento con le mani». Ma è noto che il vento è variabile e può cambiare direzione da un momento all`altro, senza preavviso.

IL GIORNALE

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