Europa rimbalza dopo ko dazi. A Milano corre la scuderia Agnelli
–di E. Micheli e S. Arcudi
Seduta positiva per le Borse europee, anche se al di sotto dei massimi di giornata. Milano ha finito in aumento dello 0,9%, Parigi dello 0,98% e Madrid dell’1%, ma le migliori sono state Francoforte (+1,56%) e Londra (+1,61%), grazie anche alla correzione della sterlina sulle principali divise (guarda qui la performance degli indici). A sostenere gli indici del Vecchio Continente è stata la correzione dell’euro che, dopo un avvio in direzione della soglia degli 1,25 dollari, ha ritracciato, tornando attorno a 1,24. Ulteriore aiuto è arrivato dall’attenuarsi delle tensioni internazionali, con gli investitori che hanno cercato di scrollarsi di dosso i timori scatenati dai dazi minacciati dal presidente americano, Donald Trump, contro la Cina e dalle espulsioni di diplomatici russi da parte di Stati Uniti ed Europa. A evitare rialzi più sostenuti delle Borse europee sono state le incertezze di Wall Street, frenata dalle notizie deludenti sul settore manifatturiero e sulla fiducia dei consumatori.
La Borsa americana, che alla vigilia era rimbalzata con vigore, oggi prosegue incerta, oscillando attorno alla parità (segui qui l’andamento degli indici americani), nonostante la schiarita nelle relazioni fra Washington e Pechino, che hanno fatto capire di essere coinvolte in trattative per trovare una soluzione alle dispute commerciali. Il Tesoro americano ha confermato che il segretario di Stato, Steven Mnuchin, ha chiamato il responsabile economico cinese, Liu He, per affrontare il tema dei rapporti commerciali tra le due potenze. Nel corso del fine settimana Mnuchin si era già definito ottimista per un accordo tra Cina e Stati Uniti in tema di politiche commerciali.
Bene le banche, sotto i riflettori la scuderia Agnelli
A Piazza Affari hanno recuperato terreno le azioni delle banche, dopo i ribassi della vigilia. Unicredit si è trovata sotto la lente dopo le indiscrezioni in base alle quali l’ad del gruppo, Jean Pierre Mustier, sarebbe un possibile candidato per sostituire John Cryan come ceo di Deutsche Bank. In lista ci sarebbero anche Richard Gnodde, di Goldman Sachs, che però pare abbia già rifiutato, e Bill Winter, ceo di Standard Chartered. Fuori dal paniere principale Banca Mps , dopo un tentativo di rimbalzo, ha ripreso a scivolare. A passo rapido le azioni della scuderia Agnelli con Exor in rialzo del 2,4%, all’indomani dei conti del 2017, archiviati con un utile netto di 1,392 miliardi di euro, in aumento dai 588,6 milioni del 2016. Bene anche Ferrari, Cnh Industriale Fiat Chrysler Automobiles, mentre il mercato è tornato a interrogarsi sullo scorporo di Magneti Marelli, che potrebbe essere discusso in cda già nel mese di aprile. L’azienda, secondo indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, potrebbe essere valutata fino a 5,5 miliardi di euro, compreso un miliardo di debiti che Fca trasferirebbe alla controllata.
Telecom sotto la lente
Telecom Italia è rimasta al palo, mentre gli investitori assistono al confronto fra Elliott e Vivendi in attesa dell’assemblea del 24 aprile e, ancora prima, del cda della società di tlc in calendario per giovedì prossimo. Intanto, l’a.d. Amos Genish ha incontrato il ministro allo Sviluppo Carlo Calenda per discutere in primis il progetto di scorporo societario della rete fissa. Inoltre, secondo quanto appreso da Il Sole 24 Ore Radiocor, sarebbe pronto l’esposto del fondo Elliott alla Consob dopo le dimissioni dei consiglieri di Telecom Italia in quota di Vivendi che ha portato alla decadenza dell’intero cda del gruppo. Inoltre, come hanno spiegato le fonti sentite, anche Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, sta valutando in queste ore di presentare un esposto a Consob.
A passo lento Ferragamo e Mediobanca
Bene anche Leonardo – Finmeccanical’annuncio di una commessa in Polonia da oltre 115 milioni di euro. In rosso nel paniere delle big del listino milanese innanzi tutto Salvatore Ferragamo(-1,1%) e Mediobanca(-0,6%). In discesa le società delle infrastrutture di rete Snam e Terna.
Unieuro premiata dopo i conti
Fuori dal paniere principale, gettonate le Unieuro, sull’onda dei conti. La società ha archiviato l’esercizio 2017-2018 con ricavi consolidati preliminari in crescita del 12,8% a 1,87 miliardi. Cairo Communication ha guadagnato più del 3% dopo che il gruppo editoriale ha comunicato di avere chiuso il 2017 con un utile netto di pertinenza del gruppo a 52 milioni. Bene anche Il Sole 24 Ore dopo il ritorno al’utile nel 2017. Sono in evidenza anche le Amplifonall’indomani delle indicazioni del piano per i prossimi anni. Realizzi su Fincantieri alla vigilia dei conti e della presentazione del piano al 2022 che includerà gli asset francesi di Stx France rilevati alla fine dello scorso anno. Balzo di Exprivia(+8,2%) che ha annunciato l’integrazione con Italtel di cui avrà l’81% del capitale: dall’operazione nascerà un gruppo con un fatturato superiore ai 600 milioni di euro.
Passi avanti per l’Ipo di Saudi Aramco
Il debutto in Borsa del gigante petrolifero saudita Aramco è confermato per quest’anno. Lo assicura il ceo, Amin Nasser affermando che la tanto attesa Ipo dovrebbe aver luogo nel 2018. «Dovremmo essere pronti per quotarci nella seconda metà del 2018», ha detto a Bloomberg Television, senza fornire una data o un luogo specifici, evidenziando che la società è impegnata in «un processo complesso» e «c’è ancora molto lavoro». Per Nasser «le dimensioni di Aramco e le sue complessità sono elementi che richiedono tempo», ma «l’Ipo è in corso». Le dichiarazioni arrivano due settimane dopo che il Financial Times ha scritto che l’Arabia Saudita avrebbe posticipato l’Ipo di Aramco, inizialmente prevista per quest’anno, al 2019 motivando il rinvio su dubbi circa la valorizzazione.
Euro si rafforza e poi perde quota, in timido recupero il petrolio
Sul fronte dei cambi, l’euro ha corso in avvio e poi ha battuto in ritirata tornando attorno agli 1,24 dollari (segui qui i principali cambi). Inizialmente ha continuato a beneficiare delle esternazioni del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, secondo il quale le attese di un rialzo dei tassi da parte della Bce verso la metà del 2019 «non sono del tutto irrealistiche». Del resto il banchiere, notoriamente un falco in politica monetaria e possibile successore di Draghi, ritiene che nel 2020 l’inflazione dovrebbe avvicinarsi a un livello più o meno in linea con il target dell’Eurotower vicino al 2%. Il banchiere ha anche aggiunto che il processo di normalizzazione della Bce dovrebbe iniziare presto. Intanto sul fronte dei dati macro la Commissione europea ha stimato che è peggiorata la fiducia, con l’indice che la misura che si è portato a 112,6 punti, in ribasso di 1,6 punti. In lieve recupero il petrolio (segui qui Brent e Wti) .
Spread chiude in calo, rendimento decennale all’1,79%
Chiusura in calo per lo spread BTp e Bund sul mercato telematico secondario dei titoli di Stato. Al termine degli scambi il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT000527480) e il pari scadenza tedesco si è attestato a 128 punti base, in flessione di 2 centesimi rispetto ai 130 punti base del finale precedente. Scende anche il rendimento dei decennali italiani che torna sotto la soglia dell’1,80% e chiude a al’1,79% (guarda qui gli andamenti). Da segnalare che sul mercato primario il Tesoro ha collocato Bot semestrali per 6 miliardi di euro, con il rendimento sceso a -0,430%.
Dati Usa in chiaroscuro, cala la fiducia
A gennaio è proseguita la crescita dei prezzi delle case negli Stati Uniti, come emerge dall’indice Standard & Poor’s/Case-Shiller, che misura l’andamento del costo delle abitazioni americane. La domanda di case resta solida e il numero limitato di abitazioni disponibili della vendita spinge i prezzi verso l’alto. Nel primo mese del 2018 l’indice che riguarda l’intera nazione è salito del 6,2% anno su anno dopo il +6,3% annuo di dicembre. Il dato annuale relativo alle dieci principali aree metropolitane è cresciuto del 6%, invariato rispetto al mese precedente; quello relativo alle maggiori venti città è salito del 6,4% dopo il +6,3% di dicembre. In calo invece la fiducia dei consumatori in marzo: l’indice stilato dal Conference Board è sceso a 127,7 punti (in rialzo la componente che misura la fiducia nella situazione attuale, mentre quella sulle aspettative future è calata). Il dato «è sceso moderatamente in marzo dopo avere toccato il massimo in 18 anni in febbraio», ha detto Lynn Franco, direttore del Conference Board. A marzo si è attestato in calo anche l’indice manifatturiero stilato dalla Federal Reserve di Richmond: il dato è diminuito a 15 punti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)