Governo, Salvini sfida Di Maio: “Gli mancano 90 voti, vediamo dove li trova”
La tensione non si placa. Anzi. Tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio continua il braccio di ferro.
Il candidato premier in pectore del Movimento 5 Stelle vorrebbe andare in Parlamento a cercare i numeri di una maggioranza che sostenga il suo governo. “E cosa trova? Convince 90 parlamentari? – lo bacchetta il segretario del Carroccio – gli accordi vanno trovati prima, con numeri chiari”.
Nelle ultime ore tra i due leader c’è stato un fitto scambio di sms. Salvini avrebbe detto a Di Maio di sentire “tutti, compreso il Pd”. Ma il grillino sarebbe più improntato ad andare avanti per la sua strada. Vuole a tutti i costi lo scranno di Palazzo Chigi. “O io o niente”, continua a ripetere ai suoi. “Quello è un ostacolo – fa, però, notare Salvini – non è il modo migliore per dialogare”.
Nei prossimi giorni ci sarà un nuovo incontro per cercare di trovare la quadra. Si vedranno prima delle consultazioni. Ma il leader della Lega vuole essere chiaro sulla strategia da portare avanti: “Io non andrò dal presidente con la smania da ultima spiaggia. Io l’incarico lo chiederò se ci saranno i numeri e la possibilità di dare vita a un governo che governi – spiega in una intervista al Corriere della Sera – non chiederò incarichi al buio, nè proporrò maggioranze stentate. Dirò che la Lega non è disponibile a governoni o governissimi. E non andrò a dire ‘o io o il diluvio’, come invece ha fatto Luigi Di Maio”.
Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella Salvini dirà che intende partire dal programma e dalla coalizione che ha vinto le elezioni, ovvero il centrodestra. Ma gli dirà anche che è disponibile a lavorare al programma con altri. Per ampliarlo, aggiungendo nuove idee. Per un’intesa con i grillini, vuole puntare su tre parole chiave: lavoro, tasse e sicurezza. “Credo che alcuni dei nostri punti fermi, lo stop alla Fornero, l’approccio sull’immigrazione e la sicurezza possano riguardare anche loro – spiega – l’autonomia e, in chiave futura, il federalismo sono temi diventati patrimonio comune. Però, ci deve essere volontà di confronto“.
IL GIORNALE