Tecnologici ko in Borsa. A Wall Street affondano Amazon e Tesla

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La revisione al rialzo del pil Usa del quarto trimestre 2017 (+2,9% la lettura finale) non scalda le Borse frenate ancora dall’ondata di vendite sui titoli tecnologici, con il settore che in Europa cede un altro 2%. Grazie alle utility Milano dà un colpo di reni nel finale e chiude a +0,55%. In altalena Wall Street (dopo un inizio promettente), dove tuttavia il Nasdaq è ancora in rosso con Tesla e Amazon che affondano. A pesare sui titoli high tech, questa volta, è la sospensione dei test sulla guida autonoma da parte di Nvidia: in crisi vanno così i fornitori di questa tecnologia, principalmente semiconduttori come Stmicroelectron, che a Piazza Affari lascia sul terreno il 5,3%. Giù anche Buzzi Unicem (-2,4%) dopo i conti e Fiat Chrysler Automobiles (-2%). Quello che gli operatori definiscono come il più classico dei “flight to quality” verso impieghi più sicuri premia così i titoli di Stato (col rendimento decennale del Bund appiattito allo 0,5%) e le utility, brillanti in tutta Europa con Terna e Snam Rete Gas che a Milano rimbalzano rispettivamente del 4,7% e del 4,6%. Anche Enel chiude a +3,7%. Fuori dal listino principale strappano anche Hera (+4,3%) dopo i conti diffusi ieri e Retelit(+2,2%) in vista del testa a testa che si annuncia per la prossima assemblea per la nomina del nuovo cda. Crolla Fincantieri (-14,5%) dopo il piano al 2022 che ha deluso il mercato e continua la flessione di Mps (-2,3%) Il greggio cede l’1,2% con il Wti a 64,4 dollari al barile. Sul mercato valutario, l’euro torna sotto la soglia di 1,24, a 1,235 (1,2405 ieri sera). In calo lo yen a causa delle tensioni in Nord Corea con l’euro/yen a 131,16 e il dollaro/yen a 106,22.

Amazon a picco, brucia market cap per 39 miliardi

Amazon è arrivato a perdere quasi il 7% e brucia capitalizzazione di mercato per oltre 39 miliardi di dollari. Alla chiusura di ieri la market cap era poco superiore a 687 miliardi. Il titolo, che si avvia a chiudere il mese peggiore dal 2016, amplia dunque le perdite, dopo avere ceduto alla vigilia il 3,9%, ed entra in territorio correzione (calo tra il 10 e il 20% rispetto ai più recenti massimi). Le azioni del colosso dell’e-commerce perdono infatti il 10,9% rispetto al record di chiusura fissato il 12 marzo a 1.598,39 dollari per azione. Va detto che, nonostante il crollo, Amazon continua a guadagnare il 20% negli ultimi tre mesi, contro il calo del 3,1% registrato nello stesso periodo dallo S&P 500, il listino di riferimento della Borsa americana. A innescare la nuova ondata di vendite è il fatto che, secondo indiscrezioni del quotidiano online Axios, il presidente americano Donald Trump sarebbe pronto allo scontro con il colosso dell’e-commerce, già preso di mira in passato, e starebbe valutando l’imposizione di un regime fiscale più severo. Secondo le fonti sentite, Trump sarebbe «ossessionato da Amazon», considerata colpevole di penalizzare centri commerciali e retailer tradizionali.

Tesla giù quasi del 10% con indagine Usa e downgrade

Tesla aggiorna al ribasso i minimi in un anno, schiacciata dal fatto che il National Transportation Safety Board, l’autorità americana di supervisione sulla sicurezza dei trasporti, ha avviato un’indagine su un incidente mortale verificatosi la settimana scorsa vicino Mountain View, in California. Non è chiaro se il sistema di controllo automatico del veicolo era attivo al momento dell’impatto. Il titolo, che si è attestato in ribasso in undici delle ultime 15 sedute, arretra quasi del 10%. Nell’ultimo mese ha perso il 20%, mentre nello stesso periodo lo S&P 500, l’indice di riferimento della Borsa americana, ha ceduto il 4,8%. Si tratta di una brusca frenata, visto che Tesla nel 2017 ha guadagnato il 46%. Sul titolo pesa anche la bocciatura di Moody’s Investors Service: l’agenzia di rating, ieri dopo la chiusura di Wall Street, aveva tagliato la valutazione corporate da «B2» a «B3» e quella del debito societario senior a «Caa1», in territorio «junk», spazzatura, con outlook negativo. Teslaè quotata anche a Milano, dove al momento lascia sul campo il 14%.

Usa, +2,9% Pil IV trimestre, sopra le stime

L’economia americana è cresciuta nel quarto trimestre del 2017 più di quanto ci si attendesse. E’ quanto emerge dalla terza lettura (quella definitiva) del dato diffuso dal dipartimento al Commercio americano, secondo cui il Pil e’ cresciuto del 2,9% contro il +2,6% della lettura preliminare e del 2,5% della seconda lettura. Gli analisti si aspettavano un +2,7%. Il Pil era salito dell’1,4% nel primo trimestre e del 3,1% del secondo. Il dato del terzo trimestre era stato pari a un +3,2%. Il 2017 e’ stato l’anno migliore dal 2014

In Europa utility in rialzo

Borse deboli quindi nel Vecchio Continente ma in recupero in chiusura (segui qui l’andamento dei principali indici) zavorrate al ribasso da tech e materie prime (segui qui l’andamento dei settori in Europa). A Piazza Affari Stmicroelectronics è il titolo peggiore del FTSE MIB, male anche Infineon Technologies a Francoforte e Asml ad Amsterdam. Sull’azionario intanto continua il buon momento delle utility con Enel, Terna, A2a e Italgas in territorio positivo. Bene anche Snam Rete Gas e Recordati. Limitano le perdite le banche con l’eccezione di Banca Mps scesa ben sotto i 2,5 euro nonostante le smentite su operazioni di ricapitalizzazione e sulla necessità di intervento di altri istituti. Pesanti Fiat Chrysler Automobiles, Ferrari ed Exor, perde terreno Buzzi Unicem. Crolla Fincantieri che segna la performance peggiore del listino con i dati in linea con le attese ma il piano che prevede una bottom line inferiore alle previsioni.

BTp: assegnati 3 mld a 10 anni, rendimento in calo all’1,83%

Buona domanda e rendimenti in calo per i BTp e CcTeu assegnati in asta dal Tesoro. Nel dettaglio il Tesoro ha emesso la terza tranche del BTp a 5 anni scadenza 01/03/2023 per 2,5 miliardi a fronte di una richiesta pari a 4,446 miliardi. Il rendimento è sceso di 21 centesimi attestandosi allo 0,68%. Collocata anche la quinta tranche del BTp a 10 anni scadenza 01/02/2028: a fronte di richieste per 3,907 miliardi l’importo emesso e’ stato pari a 3 miliardi mentre il rendimento, in calo di 23 centesimi sull’asta del mese scorso, si e’ attestato all’1,83%. Infine, l’11ma tranche del CcTeu scadenza 15/04/2025, assegnata per 2 miliardi a fronte di una domanda totale pari a 2,893 miliardi, ha spuntato un rendimento lordo dello 0,35%, (-6 centesimo sull’asta precedente). Il regolamento dell’asta cade sul prossimo 3 aprile.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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