Governo, parte la fronda tra i dem. Renzi: “Opposizione farà bene al Pd”. Franceschini: “Partito silente”

di ALBERTO CUSTODERO

ROMA – Continua lo scontro all’interno del Pd: dopo la débacle subita sulle mancate nomine dei Questori di Camera e Senato, cresce la tensione tra i big del partito. Il mal di pancia ha il più evidente sintomo nella diatriba sollevata in particolare da Dario Franceschini (poi sposata da Andrea Orlando) su una questione formale.

Ovvero se convocare i gruppi Pd di Camera e Senato prima del quattro marzo (come invocato dai ministri della Giustizia e dei Beni Culturali) per chiarire la linea politica dem quando i partititi saranno ricevuti al Colle per discutere sul governo. Oppure se convocare la riunione dei gruppi dei due rami del Parlamento solo all’indomani delle consultazioni col Quirinale, come replica Lorenzo Guerini.

Il segretario reggente Maurizio Martina sta mediando tra le varie anime dem, anche se la sua idea è di convocare i Gruppi e la direzione all’indomani delle consultazioni per un confronto. E, soprattutto, per fare il punto della situazione. Matteo Renzi, dal canto suo, conferma la ‘sua’ linea politica: “La situazione politica è chiara: il Pd starà all’opposizione. E stando all’opposizione potrà dare un aiuto al Paese portando un clima di civiltà e rispetto del Governo che nei nostri confronti purtroppo non c’è stato”. “L’opposizione si può fare bene  -aggiunge – come spiega splendidamente Pierluigi Castagnetti, e può farci bene, molto bene”.

A sollevare il caso, stamattina, durante la riunione pd alla Camera che aveva all’ordine del giorno la votazione per gli uffici di presidenza, sono stati Franceschini prima e Orlando poi.

“Il Pd è stato troppo silente, va bene la linea di opposizione ma in questi giorni la situazione è evoluta e per questo bisognerebbe discutere nei gruppi”, è stato il senso del ragionamento fatto dal ministro della Cultura. Una linea simile a quella di Orlando che, pur ribadendo la scelta dell’opposizione, ha sottolineato il fatto che il Pd dovrebbe definire la sua agenda prima di salire al Colle.

Già nel corso dell’Assemblea era stato Lorenzo Guerini a replicare anticipando la scelta poi formalizzata dal segretario reggente (gruppi e Direzione dopo le consultazioni). “I gruppi devono discutere ma è utile riunire gli organismi dopo la consultazione per valutarne l’esito”, ha spiegato tra l’altro il coordinatore dem.

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