Il fermento nell’auto annulla l’effetto hi-tech, l’Europa chiude positiva
–di Flavia Carletti
Chiusura positiva per le Borse europee nell’ultima seduta della settimana e del mese di marzo. In un clima prefestivo – domani Milano e le principali Borse continentali saranno chiuse – a Piazza Affari il Ftse Mib ha terminato in progresso dello 0,36%, sotto ai massimi di giornata. Hanno fatto meglio Francoforte e Parigi, con il settore auto assoluto protagonista sulla scia dei rumors di una possibile fusione tra la francese Renault e la giapponese Nissan. A Milano hanno chiuso in testa al listino Recordati (+3,88% a 29,98 euro) e Mediaset (+3,18% a 3,112 euro).
Mediaset sostenuta da indiscrezioni trattative con Mediapro
A sostenere i titoli del Biscione le indiscrezioni stampa sulla possibilità di trattative in corso con Mediapro sui diritti tv della serie A di calcio. Mediapro starebbe negoziando con Mediaset un accordo commercial-distributivo, perché per i prossimi 3 anni Mediapro potrà agire solo come intermediario dei diritti della Serie A. Una intesa in questo senso potrebbe permettere a Mediaset di avere i diritti della Serie A dal 2018 e quindi avvantaggiarsi rispetto a Sky che è ancora in fase di negoziazione dei diritti.
Occhi puntati su Telecom Italia
Attenzione anche su Telecom Italia (+0,52% a 0,771 euro), nel giorno del consiglio di amministrazione e in attesa di evoluzioni sul braccio di ferro con il fondo americano Elliott, quando è stato convocato un nuovo consiglio per il 9 aprile prossimo «per discutere delle eventuali azioni a valle della decisione del collegio sindacale di integrare l’agenda dei lavori dell’assemblea (già convocata per il 24 aprile 2018), sulla base della richiesta formulata dai soci Elliott International LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership».Dopo la decisione dei sindaci di chiedere l’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con le richieste di Elliott, si è aperto uno scontro legale tra Elliott e Vivendi sulla ricostituzione del Cda. Secondo Il Sole 24 Ore, Vivendi si appresta a fare un ricorso di urgenza al tribunale contro la decisione del collegio sindacale di inserire il voto sui consiglieri in agenda. Gli analisti di Equita ritengono che «lo scenario prospettato da Elliott aumenterebbe le chance di successo del fondo, anche perché eliminerebbe il problema legato alla presentazione di una lista di minoranza da parte di Assogestioni». Inoltre, hanno spiegato, «una rappresentanza di Vivendi significativa, ma di minoranza nel Board di Tim migliorerebbe la governance del gruppo, riducendo i conflitti di interessi e garantendo meglio i diritti delle minoranze, e contribuirebbe quindi a ridurre lo sconto sui peers». Secondo un’altra primaria Sim milanese, «la questione è incerta» ed è possibile che «il titolo continui a essere sostenuto da appeal speculativo legato allo stake building in corso».
Euro sotto la soglia di 1,23 dollari
Sul fronte dei cambi, la moneta unica passa di mano a 1,2290 dollari (1,2308 in avvio e 1,2398 ieri sera), alla cui debolezza ha contribuito il dato sull’inflazioni tedesca, e 130,691 yen (131,273 e 131,6), quando il biglietto verde vale 106,339 yen (106,65 in avvio). Il contratto sul petrolio Wti consegna Maggio sale dello 0,56% a 64,74 dollari al barile, con il Brent del Mare del Nord che guadagna lo 0,42% a 69,82 dollari al barile.
Nuova tornata di dati Usa, dal lavoro ai consumi all’inflazione
Nei sette giorni conclusi il 24 marzo scorso il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso più del previsto. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono calate di 12.000 unità a 215.000, si tratta di minimi dal 1973. Gli analisti attendevano 230.000 unità. Il valore si attesta in media sotto quota 300.000 da 160 settimane di fila, la serie migliore dal 1970. La media delle quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è scesa di 500 unità a 224.500. Il numero complessivo dei lavoratori che ricevono sussidi di disoccupazione per più di una settimana – relativo alla settimana terminata il 17 marzo, l’ultima per la quale è disponibile il dato – è calato di 35.000 unità a 1,871 milioni. Per quanto riguarda i consumi, secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio, le spese per consumi negli Usa a febbraio sono salite dello 0,2% dal mese precedente, in linea alle stime degli analisti ma con meno slancio rispetto al +0,5% di dicembre e al +0,7% di novembre. I redditi personali sono aumentati dello 0,4% come da previsioni, dopo il +1% mensile registrato a gennaio. Il tasso di risparmio a dicembre si è attestato al 3,4%, in rialzo dal 3,2% di gennaio e pari al massimo da agosto. Inoltre, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è cresciuta dello 0,2% a febbraio su base mensile, mentre su base annuale è salito dell’1,8%, al di sotto del 2% considerato ottimale dalla Federal Reserve (performance raggiunta l’ultima volta nel febbraio 2017). La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è salita dello 0,2% su base mensile, in linea alle stime: bisogna tornare al gennaio 2017 per un rialzo dello 0,4 per cento. Su base annuale la componente core è cresciuta dell’1,6 per cento.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)