Di Maio: aperture da destra e sinistra Ma è stallo su premiership e Forza Italia
ROMAL’incontro sui programmi sembra possibile. Quello politico molto meno. Alla fine di un’altra giornata di contatti diretti e di dialogo a distanza, la sensazione è quella di un avvicinamento costante fra M5S e Lega, con pure FI disponibile se si deve parlare delle «cose da fare». Ma — in attesa dell’incontro Salvini-Di Maio — è impasse sui nodi da sciogliere se davvero bisognerà far nascere un governo.
Le rivendicazioni
Sì perché, dopo il giro di «consultazioni» tenuto ieri mattina dai capigruppo del M5S con gli omologhi di Lega, FI e Leu (FdI e Pd hanno respinto l’invito), il leader pentastellato Luigi Di Maio annuncia che «ci sono convergenze sui temi importanti del Paese, sia a destra che a sinistra. Ce lo aspettavamo».
Il solo Pd, aggiunge «sta ancora portando avanti la linea di porsi come freno al cambiamento». Ma riconferma la sua candidatura come unica possibile per Palazzo Chigi: «Io dico basta a premier votati da nessuno. Per il resto parlano i nomi. Il sottoscritto è stato votato come candidato premier da 11 milioni di italiani per cui il mio obiettivo è che la volontà popolare venga rispettata. La strada è tracciata». A stretto giro di posta la reazione di Salvini: «Il mio obiettivo è andare al governo, per trasformare in fatti le idee che gli italiani hanno appoggiato e votato. Siamo disposti a dialogare con tutti ma – è l’avvertimento – non saremo subalterni a nessuno, visto che il centrodestra è la coalizione più votata».
I nodi
Restano quindi da superare almeno due ostacoli politici: quello di chi dovrebbe essere il premier, e il ruolo di FI. Sul secondo punto ha fatto chiarezza nel colloquio con i capigruppo del M5S Toninelli e Grillo la loro omologa azzurra Bernini, avvertendo che «di governo dovrà discutere il vostro leader Di Maio con il nostro Berlusconi». L’ex premier insomma insiste per restare ben visibile e protagonista sulla scena, con ruolo autonomo da Salvini. Esattamente quello che il M5S non vuole, offrendo come carota la disponibilità a discutere di flat tax «se è costituzionale». La Lega punzecchia, rilanciando sulla pagina Facebook del partito un post critico sulle «promesse mancate» del M5S del Pd Anzaldi, ma Salvini giudica comunque la giornata in maniera positiva: «Ma sì, si è chiusa bene… Grazie anche all’ennesimo gesto di responsabilità della Lega. Un passo indietro che certifica come noi si lavori per la squadra». Il riferimento è alla rinuncia alla Camera di un questore a favore del centrodestra.
«Io» o «Noi»
Salvini tiene ferma l’alleanza con Meloni e Berlusconi: «Tra noi tutto va davvero per il meglio», ma l’insistenza del leader grillino sulla premiership resta un problema: «Di Maio continua con il suo io, io, io… E invece io dico “noi” come centrodestra e parlo di programma». I suoi spiegano: «Se ne esce soltanto se i 5 stelle smettono di parlare del loro capo e discutono nel concreto su quello su cui si può trovare un accordo». E quindi l’idea è che Di Maio debba essere «lasciato a macerare». Fino a quando «non prenderà atto che così va a sbattere».
CORRIERE.IT
This entry was posted on venerdì, Marzo 30th, 2018 at 08:20 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.