Egitto, al Sisi rieletto presidente dopo un voto senza batticuore: 97 per cento delle preferenze
L’annuncio della commissione elettorale arriva senza grande clamore: il prossimo presidente egiziano sarà Abdel Fatah al Sisi, candidato ultra-favorito nonché pressoché unico alla poltrona, su cui siede dal 2014, contesagli solo dall’imprenditore e suo ex supporter Mousa Mostafa Mousa.
Al Sisi ha ottenuto il 97% dei voti, vale a dire quasi 22 dei 25 milioni di egiziani che si sono recati alle urne tra il 26 e il 28 marzo. Nessuno in realtà, fuori e dentro il Paese, si aspettava un risultato diverso. I dati su cui ragionare, fuori e dentro il Paese, riguardano piuttosto l’umor nero e la disillusione degli egiziani. Sì, perché sebbene il neo eletto Raiss si sia affrettato a congratularsi con la sensibilità politica del suo popolo, chiamato ai seggi per la nona volta dalla cacciata di Mubarak nel 2011, l’affluenza si è fermata al 41,5%, 5 punti in meno del 2014, quando l’allora dimissionario ministro della difesa ottenne una sorta di plebiscito grazie alla fama di aver sgomberato l’orizzonte dalla minaccia dei Fratelli Musulmani.<
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Sono passati cinque anni da quando al Sisi mise l’esercito alla testa del movimento popolare che chiedeva la cacciata dell’allora presidente Morsi, il primo democraticamente eletto in Egitto. E ne sono passati quattro da quando, forte di quel consenso sconfinato e cieco anche di fronte alla sanguinosa repressione dei Fratelli Musulmani (messi fuori legge sin dall’estate del 2013) venne eletto a risolleva un Paese diviso, ferito, stanco di una troppo lenta e lunga transizione alla democrazia. Parecchie cose sono cambiate da allora – positivamente in economia e molto negativamente sul piano sociale e politico – ma il pugno di ferro contro ogni forma di opposizione al governo (e al presidente) ha portato l’Egitto alla vigilia di un voto con due soli concorrenti, di cui uno, Mousa Mostafa Mousa, lo sfidante di al Sisi, presentatosi in extremis dopo l’eliminazione di altri cinque nomi di un certo peso (tra loro anche due alti ranghi dell’esercito).
Non ci saranno contestazioni, anche se tanti elettori sono stati accompagnati a votare dai capufficio sotto la minaccia di una multa o la promessa di un premio di 50 pound, ma perché il Paese, più o meno soddisfatto della situazione corrente, non vede alternative. Mousa ha ottenuto 656.534 preferenze (il 2,9%), un milione e 700 mila sono state le schede nulle (7,2%) ma curiosamente circa un milione di egiziani hanno scritto Salah (il nome del celebre connazionale calciatore) anziché barrare uno dei due concorrenti, una cifra troppo alta per non far sospettare al regime il coordinamento delle tifoserie calcistiche, tradizionalmente simpatetiche con la piazza ribelle a partire da piazza Tahrir.
La partita che si apre in realtà è quella per il prossimo voto, le presidenziali del 2022, quando secondo la Costituzione del 2014 al Sisi non potrà ricandidarsi avendo già compiuto due mandati. Cambierà la Costituzione? Questo al Cairo è il vero interrogativo. Nel frattempo il presidente Sergio Mattarella si è congratulato con lui per la rielezione, auspicando, per l’ennesima volta, l’impegno del collega per la soluzione del caso di Giulio Regeni.
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