Pd, Martina: “Al Colle ascolteremo Mattarella. Ma difficile percorso con il M5s”
MONICA RUBINO
ROMA – L’appuntamento al Colle per il Pd per le consultazioni con il Capo dello Stato è fissato per giovedì alle 10.30. “Ascolteremo Sergio Mattarella – afferma il segretario reggente Maurizio Martina, ospite di Circo Massimo su Radio Capital – ma siamo fermi sulla linea dell’opposizione. La parola spetta ai vincitori del 4 marzo, che devono esplicitare qual è la prospettiva che si intende dare al Paese. Abbiamo un impegno sancito unitariamente con la nostra direzione. Sentiremo il Presidente e se ci saranno indicazioni non saremo insensibili”.
Martina nega l’ipotesi di accordi con i cinquestelle: “Mi pare un percorso molto difficile. Ci sono scelte di merito che ci differenziano. Ho visto finora un ipertatticismo figlio di tempi che non si vedevano dal un bel po’”. Per il segretario dem non ci sono possibilità nemmeno di dialogare con la destra: “Ci sono punti sostanziali di differenza tra noi e loro. Posso fare qualche esempio: la questione dei dazi di queste settimane, che sono sempre stati sostenuti da Salvini: noi non possiamo fare da stampella a governi che danno seguito a questa prospettiva. Altro esempio: a giugno si discuterà il Trattato di Dublino. La destra ha tenuto posizioni molto differenti su questo tema, la Lega votò contro. Non vedo punti in comune nel confronto sui temi”. E conclude: “Noi rappresentiamo in tutto e per tutto l’alternativa al centrodestra e anche ad alcune proposte di merito del M5s”.
“Non auspico un governo M5s-Lega – aggiunge Martina – né tantomeno tifo per un voto anticipato. Dico che l’esito elettorale del 4 marzo ci consegna una funzione, quella di stare all’opposizione. Questo non significa isolarci o metterci in freezer. Dobbiamo dare battaglia in Parlamento, ricostruire la sinistra, ripartire dagli errori commessi riconoscendo però il lavoro fatto”. E chiarisce: “Il Pd segue passo passo le consultazioni e svilupperà la linea della sua direzione: deve provare a uscire dalle proprie sedi e ricostruire un rapporto con gli italiani. Solo così avremo un ruolo anche nelle aule parlamentari. Siamo in un momento difficile – conclude – ma io non credo che il Pd sia destinato all’estinzione”.
Quanto alla partita delle presidenze delle Camere, Martina risponde infine all’obiezione che il Pd si sia volutamente tirato fuori dai giochi: “Abbiamo scelto un’altra strada, quella di presentare i nostri candidati e votarli, senza logiche di spartizione”.
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