Scuola media, al via i test Invalsi online: l’incognita sono i computer

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Al via, tra mille incognite e tante novità, i test Invalsi di terza media. Da domani le scuole medie potranno avviare le procedure per sondare le competenze in italiano, matematica e inglese dei ragazzini che a giugno saranno impegnati con gli esami di licenza media. Il tutto rigorosamente online. È proprio questa la novità che fa tremare i polsi ai tecnici dell’istituto di via Ippolito Nievo che hanno dovuto organizzare l’intera prova in meno di un anno. L’Invalsi ha avuto infatti soltanto dieci mesi per mettere a punto tutte le novità contenute nel decreto legislativo sulla Valutazione approvato a maggio del 2017. E l’uso della tecnologia, al posto dei fascicoli cartacei utilizzati finora, non fa dormire sonni tranquilli agli esperti dell’istituto nazionale di valutazione.
Il primo dubbio riguarda proprio la dotazione tecnologica delle scuole medie, notoriamente meno consistente di quella delle scuole superiori. Basteranno i computer a disposizione delle scuole? Saranno abbastanza moderni e, soprattutto, reggeranno i collegamenti ad internet per evitare interruzioni o blackout improvvisi durante la somministrazione delle prove? Secondo i dati del ministero dell’Istruzione le tre regioni con meno computer nell’intero primo ciclo (scuole medie e elementari) sono tre: Lazio, Basilicata e Abruzzo. Un paio di mesi fa, un folto gruppo di dirigenti scolastici lombardi manifesto, in vista della prova, più di una preoccupazione. L’Invalsi ha risposto citando due numeri: per fare sostenere le prove a 574.600 studenti le scuole potranno contare su 216mila computer. Uno ogni 2,5 studenti. Un dato che appare incoraggiante.

Ma ognuno dei 574mila ragazzini coinvolti nella prima assoluta del test Invalsi online dovrà cimentarsi in tre diverse prove e non più in due com’era fino all’anno scorso: italiano e matematica. Quest’anno occorre aggiungere anche il quizzone d’inglese. E basta fare due conti per comprendere che saranno in tutto un milione e 724mila i questionari da svolgere. Per un totale di 4 milioni di ore passate davanti ai computer. Per questa ragione l’intera operazione si potrà concludere entro il 21 aprile: 13 giorni in tutto, escluse le domeniche e i sabati. Basteranno? “Sappiamo che le scuole hanno organizzato più turni nello stesso giorno per rientrare nei tempi”, spiega il direttore generale dell’Invalsi, Paolo Mazzoli. Ogni prova durerà 90 minuti e in tutto, per portare una classe in aula computer, per svolgere la prova e riportare gli alunni in aula, occorrono due ore e un quarto.

Ma come si svolgerà il test? “Ogni studente avrà le proprie credenziali e si collegherà ad un server (cloud) esterno che contiene i questionari. Per prevenire inconvenienti abbiamo effettuato delle prove anche sulle connessioni. Ma gli aspetti tecnici sono stati travolgenti e siamo consapevoli che una prova online su un numero così grande di alunni e su tre discipline è un impegno notevole. E che quindi eventuali disfunzioni sono sempre possibili”, continua Mazzoli. L’Invalsi, per consentire a tutti gli studenti di affrontare il test, ha previsto più di una sessione straordinaria. Anche perché i risultati delle prove dovranno pervenire alle scuole a fine maggio: prima dell’ammissione agli esami, in quanto avere sostenuto le prove diventerà requisito fondamentale. Basterà semplicemente svolgerli, non importa la valutazione. Ma in alcuni paesini di montagna con la connessione ballerina e in scuole dove i computer scarseggiano l’impresa potrebbe essere più ardua del previsto.

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