Colle, primo giro di consultazioni. Meloni: “Meglio le urne di un governicchio”. Grasso: “Dialogo con M5s su nostri temi”
ROMA – La prima giornata di consultazioni si chiude con il no secco di Giorgia Meloni a Luigi Di Maio: “I contratti non li propone il secondo classificato”. E’ la risposta che la leader di Fratelli d’Italia ha dato anche a Sergio Mattarella che, dentro lo Studio alla Vetrata, ha chiesto alla delegazione di Fdi se l’ipotesi del leader pentastellato di un accordo sul programma poteva ottenere un loro sì. “L’incarico per formare il governo va dato al centrodestra, che è la prima forza politica – è stata la risposta – e come premier noi indichiamo Salvini”. Insomma, no ad un alleanza con grillini se le condizioni sono fuori Berlusconi dalla squadra e la poltrona di presidente del Consiglio a Luigi Di Maio.
Da questa prima giornata al Quirinale dunque, come confermano anche le posizioni dei gruppi misti delle Camere, sermbra che ciascuno sia fermo sulle proprie posizioni di bandiera. Oggi tocca ai big, ma l’aria sembra di stallo, e che l’invito di Mattarella a mettere da parte i veti incrociati fatichi a venir raccolto dai protagonisti. Tanto che viene data per scontata ormai la fumata nera alla fine degli incontri, con un secondo giro di colloqui del presidente della Repubblica da mettere in agenda verso la metà della prossima settimana. Insomma, se dopo aver sentito domani Pd, Forza Italia, Lega e M5S non emergeranno novità, Mattarella si prenderà una pausa di riflessione, prima di riprendere il tentativo di risolvere il rebus. Anche perchè il rischio di tornare alle urne, in caso di mancato accordo, continua ad aleggiare. Come lascia intendere ancora Meloni, quando dice “non siamo disponibile ad appoggiare un governicchio, destinato a fare magari solo la legge elettorale: a quel punto meglio tornare a votare”.
Apertura ai grillini arriva invece dall’ex presidente del Senato Pietro Grasso, pronto al confronto con le “forze riformiste”, ovvero Pd e grillini, su un programma preciso però, che parta dal lavoro. “Se il M5S ci sta – sottolinera Grasso – noi siamo pronti”. E tuttavia perfino all’interno dello stesso gruppo misto del Senato, ma è lo stesso anche per quanto riguarda il gruppo misto della Camera, ci sono divisioni. Perchè ad esempio Emma Bonino e il socialista Riccardo Nencini chiudono ai pentastellati, “chi vince governa, chi perde deve restare all’opposizione”.
rep
Niente patti insomma con Di Maio. Con buona pace di chi sperava in un soccorso dei gruppi misti nella remota ipotesi di una maggioranza fra Pd e grillini. Tanto più, come fa notare Nencini a Mattarella, che il movimento di Di Maio ha fatto l’asso pigliatutto, rompendo la tradizionale prassi parlamentare non ha concesso neppure un questore al Pd negli uffici di presidenza di Camera e Senato.
Consultazioni, Bonino: ”Chi ha l’onore della vittoria, ha l’onere del governo”
La prima a varcare la porta dello Studio alla Vetrata è stata questa mattina alle 10.30 la neopresidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Il colloquio è durato quaranta minuti e al termine la presidente del Senato è andata via senza rilasciare dichiarazioni. Subito dopo è stata la volta di Roberto Fico. Il presidente della Camera è arrivato al Quirinale a piedi, aspettando l’uscita dal portone dell’auto blu di Casellati. “È la seconda volta che faccio questa scalinata – scherza con i giornalisti – ci stiamo allenando, abbiamo migliorato i tempi rispetto alla prestazione della volta scorsa”. Anche Fico, che si è trattenuto con Mattarella solo una ventina di minuti, non ha rilasciato alcuna dichiarazione, lasciando il Colle nuovamente a piedi per tornare a Montecitorio.
Alle 12.15 è stato il turno del presidente emerito Giorgio Napolitano, senatore a vita e di diritto, che lo Studio alla Vetrata lo conosce assai bene: dall’altra parte della scrivania, rispetto a quella in cui ha preso posto questa mattina, ha dovuto gestire lui nell’arco di nove anni alcune e difficili consultazioni del passato (come quella del 2013, tre mesi tormentati prima di arrivare al governo Letta, dopo il fallimento di Bersani).
Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano
“Non mostrate sorpresa”. Così Napolitano ha risposto ai giornalisti che al termine delle consultazioni gli chiedevano se avrebbe rilasciato una dichiarazione. Il presidente emerito, che è rimasto a colloquio con Mattarella per circa mezz’ora, non si è fermato a parlare, spiegando con una battuta che è consuetudine istituzionale non commentare il colloquio appena avuto.
Quanto alla crisi di oggi, il senatore a vita aveva detto chiaramente come la pensa aprendo la prima seduta del Senato, il 23 marzo scorso: un duro atto di accusa al Pd di Renzi e per aprire, nell’attuale scenario, nuove prospettive al Paese “sono insieme essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del presidente della Repubblica”.
Consultazioni, Napolitano, Fico e Casellati incontrano Mattarella
Alle 16.45 è stata la volta di Loredana De Petris, presidente del Gruppo parlamentare Misto del Senato, che guida la delegazione. La Bonino esorta: “Fondamentale per il prossimo governo deve essere l’aggancio, a partire dall’economia e dai conti pubblici, con l’Europa”. Sulla stessa linea d’opposizione anche il socialista Nencini.
Alle 17.30 si prosegue con Federico Fornaro, presidente del Gruppo Misto della Camera, con Guglielmo Epifani, vicepresidente del Gruppo parlamentare Misto e coordinatore di “Liberi e Uguali”,
La giornata si chiude alle 18.30 con Stefano Bertacco e Fabio Rampelli, rispettivamente presidente del Gruppo parlamentare “Fratelli d’Italia” del Senato e della Camera accompagnati da Giorgia Meloni, capo della forza politica “Fratelli d’Italia”: “Quasi il 40% degli italiani ha scelto di dare la sua fiducia al centrodestra e se si vuole rispettare la volontà popolare non si può che partire da noi e che il compito spetti al centrodestra. Con Salvini premier. E senza alcun veto”, così la leader di Fdi. Che però apre anche ad altro: “E’ fattibile anche un governo di minoranza, purchè a guida centrodestra e un programma con punti irrinunciabili. I numeri non sono impossibili”. Guido Crosetto, coordinatore nazionale, ha invece saltato il giro, ha twittato una sua foto dal lettino di un ospedale.