Wall Street in rosso sgonfia le Borse sul finale. A Milano giù Tim e Azimut

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Le Borse europee frenano sul finale e, complice il calo di Wall Street, passano all’incasso dopo una settimana in cui Piazza Affari è risalita dell’1,5% e lo Stoxx600 dell’1% circa. Il rallentamento degli acquisti sul settore auto e le vendite su tecnologici e farmaceutici hanno riportato gli indici azionari europei vicini alla parità al termine di una seduta complessivamente positiva ma al tempo stesso guardinga per gli investitori che restano focalizzati sul rischio Siria e sulle mosse del presidente Usa Trump in materia commerciale. Francoforte è stata la migliore guadagnando lo 0,2% circa nel Dax30 mentre il Ftse Mib di Piazza Affari è salito dello 0,11%. Lusso e titoli industriali in prima fila nei rialzi, con Pirelli (+1,5%) e Ferragamo (+1,1%) a guidare il paniere, mentre il freno è arrivato in primis da Azimut (-3,3% dopo la raccolta deludente di marzo) e da Telecom Italia (-1,4% nel giorno in cui è stato depositato il ricorso della società contro l’integrazione dell’ordine del giorno per l’assemblea del 24 aprile voluto da Elliott). Male anche Stmicroelectron e Italgas.

Banche Usa con conti superiori alle previsioni
Sulla debolezza finale dell’azionario hanno contribuito le prese di beneficio scattate negli Stati Uniti su alcuni big del credito che hanno presentato conti sopra le previsioni. Jp Morgan Chase ha registrato un aumento dei profitti nel primo trimestre del 2018 pari al 35,1% grazie ai tassi di interesse più elevati e alle minori imposte. L’utile netto della banca e’ salito a livello record di 8,71 miliardi di dollari nel primo trimestre chiuso al 31 marzo dai 6,45 miliardi di dollari nello stesso periodo del 2017. Citigroup ha registrato un utile netto di 4,6 miliardi di dollari nel primo trimestre 2018, sopra le attese degli analisti, pari a 16,8 dollari per azione, su ricavi per 18,9 miliardi di dollari. Nel corrispondente periodo 2017 gli utili si erano attestati a 4,1 miliardi di dollari (1,35 dollari per azione) su ricavi per 18,4 miliardi di dollari. Nel primo trimestre, Wells Fargo ha messo a segno utili in rialzo e ricavi in calo battendo le stime degli analisti in tutti e due i casi. Nei tre mesi al 31 marzo scorso, la banca di San Francisco – quella nel settembre del 2016 fu travolta dallo scandalo di conti fantasma – ha registrato utili netti pari a 5,9 miliardi di dollari, in rialzo del 5,3% rispetto ai 5,6 miliardi dello stesso periodo dell’esercizio precedente ma in calo dai 6,2 miliardi del quarto trimestre del 2017 (quando però il gruppo aveva goduto di un effetto una tantum dato dalla riforma fiscale Usa).

Prysmian e Cnh protagoniste. Bene petroliferi, ma Tenaris scivola su Corea
Sul Ftse Mib, bene Prysmian (+1%) dopo l’assemblea dei soci che ha varato l’aumento di capitale da 500 milioni e nel corso del quale il ceo Battista ha confermato la tempistica della operazione General Cable (closing probabile a luglio) e il trend dei primi mesi del 2018 (in linea con 2017). Cnh Industrial è stata a lungo sotto i riflettori chiudendo poi a +0,9% grazie all’appeal sul settore indotto dall’attenzione sulle possibili mosse di Volkswagen in tema di scorporo delle attività dei veicoli commerciali e della divisione truck-bus. Nel settore lusso, oltre a Ferragamo, denaro su Moncler (+0,86%) e Luxottica (+0,7%). Bene il comparto petrolifero (+0,67% Eni e +0,46% Saipem) con l’eccezione di Tenaris (-0,4%) colpita dalle vendite dopo la decisione del dipartimento del Commercio Usa sui dazi che riguardano l’importazione di tubi dalla Corea e che sarebbero leggermente inferiori alle previsioni: in mattinata il titolo aveva perso anche il 3% per poi ridimensionare nettamente la flessione.

Prese di beneficio per Italgas (-1,3%) dopo una settimana brillante. Fuori dal Ftse Mib, Retelit (+5,4%) tra i protagonisti mentre si avvicina l’assemblea dei soci che sarà teatro della contesa per il rinnovo del cda. Volumi consistenti per Sogefi (+5,2%), ko per Ss Lazio (-8,4%) dopo l’eliminazione a sorpresa del club calcistico dall’Europa League. Di contro è salita del 3,3% l’AsRoma nel giorno del sorteggio del turno semifinale di Champions Leauge, principale competizione europea per club di calcio: nel penultimo atto del torneo la squadra capitolina affrontera’
il Liverpool. Quanto agli altri indici europei, Parigi è salita dello 0,11%, Madrid dello 0,21%, Londra dello 0,09%.

Piatto l’euro/dollaro. Cala fiducia consumatori Usa

Sul mercato valutario situazione di stallo rispetto alla vigilia con l’euro/dollaro stabile a 1,2318 in chiusura. L’alleggerimento delle tensioni geopolitiche ha dato già da ieri un po’ di respiro alle valute più tipicamente correlate a questo tema come rublo e lira turca: in una settimana la moneta russa ha perso il 6% rispetto al dollaro. Il recupero del dollaro, che si è materializzato soprattutto contro lo yen (col biglietto verde sui massimi da sei settimane), con quest’ultimo – come sottolineano gli analisti di Mps Capital Services – penalizzato dal risk on sui mercati (segui qui l’andamento del dollaro contro le principali divise e qui quello dell’euro) ma poi è tornato in area 107,5,si è poi spento nel pomeriggio a valle della pubblicazione dei dati sulla fiducia dei consumatori Usa.L’indice è calato a metà aprile, oltre le stime degli analisti. Secondo quanto riportato dall’Università del Michigan, il dato preliminare sulla fiducia dei consumatori per il mese in corso si è attestato a 97,8 punti, in calo dai 101,4 punti di fine marzo e sotto le stime per 100 punti. Il dato finale verrà pubblicato il 27 aprile prossimo.

Greggio in rialzo, Brent torna sopra quota 72 dollari

Petrolio chiude ancora in rialzo a 72,57 dollari al barile nel Brent giugno e 67,38 dollari al barile nel Wti maggio.Oggi l’Aie ha pubblicato il rapporto mensile,in cui ha scritto tra le altre cose che la missione dell’Opec di riportare riportare l’equilibrio nei mercati globali del petrolio tagliando la domanda al fine di stabilizzare i prezzi è «quasi compiuta». Nel rapporto mensile, l’Aie ha mantenuto invariata la visione complessiva della domanda globale di petrolio e della crescita dell’offerta nel 2018 ma ha avvertito che «vi è un elemento di rischio in questo outlook rappresentato dall’attuale tensione commerciale tra Cina e Stati Uniti». Inoltre, l’Aie sottolinea che «l’incertezza politica in Medio Oriente è tornata alla ribalta nei giorni scorsi. Mentre scriviamo, l’incertezza sui prossimi passi in Siria e Yemen ha contribuito a spingere il prezzo del greggio Brent a superare i 70 dollari al barile. Resta da vedere se i prezzi recentemente elevati sono sostenuti e, in tal caso, quali sono le implicazioni per la domanda del mercato e le dinamiche di approvvigionamento».

Spread in calo a 128 punti, rendimento decennale all’1,8%
Stringe leggermente in chiusura lo spread tra BTp e Bund: il differenziale di rendimento tra il titolo decennale benchmark italiano (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco ha terminato la seduta a 128 punti base rispetto ai 130 punti base di ieri. Scende lievemente anche il rendimento del decennale italiano, all’1,8% dall’1,81% del closing registrato ieri.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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