Salvini zittisce Di Maio “Rispetti voto degli italiani”. E chiude a Calenda

Il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha per nulla gradito le parole di Luigi Di Maio, che aveva detto che è un “danno” che gli elettori abbiano premiato il centrodestra come prima coalizione.

Così chiede al M5s di rispettare il voto degli italiani. Se in democrazia il voto vale qualcosa, io rispetto il voto degli altri, come dico che non ci sono elettori ed eletti pericolosi. Così anche gli altri devono avere rispetto”.

“Spero che il governo a Roma nasca il prima possibile – prosegue Salvini – perché di questi sprechi non ne posso più. Spero che gli altri smettano di litigare il prima possibile, sto facendo esercizio di tranquillità. Basta, che la smettessero di insultarsi a vicenda e si cominciasse a lavorare”.

“Gli italiani – spiega il leader della Lega – vogliono essere messi in condizione di lavorare, serve abbassare le tasse e tagliando la burocrazia. Sento che qualcuno vorrebbe un governo alla Mario Monti, alla ‘tutti dentro’ per tirare a campare, per spennare gli italiani ed essere servi di Bruxelles e delle alleanze di bombardatori e dei lanciatori di missili. Noi siamo leali, vogliamo rispettare gli impegni presi nel l’interesse del futuro degli italiani. Non esistonono unioni o alleanze che prevedano che i vantaggi siano per altri e i problemi degli italiani. Voglio un Paese che non pieghi la testa nei confronti di nessuno e che torni ad essere protagonista del suo futuro”.

E liquida Calenda: “Mai al governo col Pd”

Il ministro Carlo Calenda ha chiesto al Pd di provare a uscire dall’impasse, proponendo un governo di transizione con tutte le forze politiche. Ma Salvini chiude ogni possibile spiraglio: “Mamma mia! E per andare a fare cosa? Cambiare la legge Fornero con chi l’ha difesa, per espellere i clandestini con chi li ha fatti entrare? No, grazie!. O governo per fare quello che voglio fare, oppure facciano altri”. E prosegue: “Se tutti fossero come noi il governo sarebbe in piedi già da alcune settimane, invece, quasi da tutte le parti, bisticci, veti, polemiche, esclusioni, preclusioni, cose che noi non facciamo. L’unico no che io dico, per serietà e rispetto degli elettori è qualunque governo con il Partito democratico. Dal livello locale a quello nazionale vogliamo fare l’esatto contrario di quello che hanno fatto loro. Sarebbe quanto meno incoerente andarci a governare insieme”.

Ma cosa aveva detto di preciso Calenda?

“Il Pd dovrebbe proporre la costituzione di un governo di transizione – dice in un’intervista a Repubblica – sostenuto da tutte le forze politiche e parallelamente la formazione di una commissione bicamerale sulle riforme istituzionali che risolva tre questioni fondamentali: la possibilità di formare esecutivi stabili in un sistema politico tripolare, il rapporto tra autonomia delle regioni e interesse nazionale, i tagli ai costi della politica e soprattutto la trasparenza nella gestione dei partiti. Una Commissione la cui presidenza possa essere del Movimento 5S che rappresenta oggi il primo partito e potrebbe proporre alle altre forze la sua idea sulla terza Repubblica”.

“Non dobbiamo accettare alleanze – aggiunge -. Se mi parlassero di un accrocchio politico, anche io direi no. Ma a questo punto non può dire soltanto ‘opposizione e basta’. Va rovesciata la prospettiva”. “Si è capito che nessuno ha vinto le elezioni e i tentativi di costruire un governo politico tra Lega e M5S mostrano tutta la fragilità di questo progetto – sostiene Calenda -. È viceversa chiaro che il Pd ha perso le elezioni e che non può partecipare ad un governo politico con i grillini o la destra senza tradire se stesso e i propri elettori. Noi allora non possiamo rinchiuderci nel recinto delle nostre infinite polemiche interne su assemblee, primarie e caminetti o nel ‘tanto peggio tanto meglio’ arrivando ad auspicare un governo Salvini-Di Maio”.

IL GIORNALE

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