“Si crede il centro dell’universo”. Salvini liquida il leader 5Stelle e nella “fuga” a Catania rinsalda il centrodestra

dal nostro inviato EMANUELE LAURIA

CATANIA. “Il problema non è Berlusconi. E’ Di Maio che si crede il centro dell’universo”. Matteo Salvini non è al Quirinale, in questo mercoledì di consultazioni: alle sei e mezza della sera, alla stessa ora in cui i suoi capigruppo sono a colloquio con la presidente Casellati, il leader della Lega fa capolino in un albergone della periferia catanese, a pochi metri dall’aeroporto.

“Non è una mancanza di rispetto per la presidente Casellati”, precisa subito per parare le critiche allo sgarbo istituzionale. Ma la decisione di volare in Sicilia, disertando l’incontro con l’incaricata da Mattarella per la formazione del nuovo governo, ha un significato ben preciso: “Era inutile stare nei palazzi romani a ripetere per la quarta volta quello che ho già detto: l’unico governo possibile – dice Salvini – è quello proposto dalle urne, fra il centrodestra e i M5S”. Solo che, a differenza di qualche giorno fa, quando aveva messo sullo stesso piano Di Battista e Berlusconi additando “i loro veti incrociati”, il segretario della Lega oggi addossa le maggiori responsabilità di un probabile fallimento del tentativo della Casellati ai 5 Stelle. Segnatamente a Di Maio cui ribadisce con toni sferzanti la richiesta di un passo di lato.

Nei fatti, in Sicilia – e a differenza di altre regioni come il Veneto – il leader della Lega rinsalda il legame con Berlusconi. “Io non mollo nessuno – scandisce –  io mantengo fede al voto. E il centrodestra si è presentato unito alle elezioni, con un programma comune”. Un rafforzamento del patto di coalizione che passa di nuovo da Catania, già sede della cena che sancì in autunno l’intesa del centrodestra in vista delle Politiche, dove  Salvini sbarca per chiudere l’accordo con il candidato di Berlusconi al ruolo di sindaco, l’eurodeputato Salvo Pogliese.  I dettagli di un’operazione di valore non  solo locale si mettono a punto in nottata, con il sacrificio dell’uomo della Lega,  l’ex deputato Angelo Attaguile.

Il quale è costretto a fare buon viso a cattivo gioco anche davanti a un’altra decisione di Salvini: quella di “commissariare” i due coordinatori regionali indagati  (lo stesso Attaguile e Alessandro Pagano) mettendo al loro fianco un lumbard, il senatore varesino Stefano Candiani che già guida il Carroccio in Umbria. Il pugno duro di Salvini, che dalle falde dell’Etna alterna decisionismo a timori. Un attivista gli chiede a bruciapelo: E se alla fine ci toccasse votare un esecutivo Pd-5Stelle? “Non lo faccio neppure se me lo chiede Padre Pio”.

REP.IT

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