DI Maio: “Ok al sostegno di Forza Italia, ma il governo solo con Salvini”. Il leader della Lega: “Governo con tutto il centrodestra”
ROMA – Nessun colpo di scena, ma uno spiraglio che si apre. Aperto dall’ottimismo di Salvini, il secondo giro di consultazioni della presidente del Senato Casellati si chiude con la rinnovata chiusura di Di Maio a qualsiasi accordo di governo che includa anche Forza Italia, ma con l’apertura al sostegno esterno di Berlusconi e Fratelli d’Italia a un governo M5s-Lega. Queste le parole del capo politico del M5s dopo l’incontro con Casellati a Palazzo Giustiniani, slittato di un’ora rispetto alle 17:30, l’orario fissato.
“Voglio fare il riepilogo del percorso con Salvini – esordisce Di Maio -. Insieme abbiamo reso operative le Camere, le Commissioni speciali. Abbiamo sintonia su alcuni temi, è partita l’istruttoria sui vitalizi. C’è disponibilità a discutere sui programmi. Noi siamo disponibili e ce la stiamo mettendo tutta. Ma è anche vero che noi oltre certi limiti non possiamo andare. C’è la nostra disponibilità a un contratto di governo con Salvini. A cui ho detto che saremmo anche disposti ad accettare l’idea del sostegno di Forza Italia a quel governo. Ma era chiaro che l’interlocuzione dovesse avvenire con ambedue (Salvini e Berlusconi, ndr). Se mi si chiede di sedermi a un tavolo con tre forze politiche, con Berlusconi, Salvini e Meloni, per un governo che deve includere personalità che vengono dalle tre forze di centrodestra, capirete che per noi è uno scenario duro da digerire. Da parte nostra c’è stata anche disponibilità a dialogare con altre forze politiche, ma il contratto di governo deve essere firmato da me e Salvini. Ce la stiamo mettendo tutta e resta aperto l’invito a firmare questo contratto a due. Non è pensabile che si possa contrattare ministri e segretari con tre forze politiche più la nostra. Ce la metteremo ancora tutta perché nulla è ancora perduto. Ma non oltre certi limiti, siamo il Movimento 5 stelle”.
Chiusura a un governo con il centrodestra, dunque, ma manifesta accettazione dell’idea di un sostegno esterno a un ancora possibile governo M5s-Lega da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ecco, dunque, il rilancio di Di Maio sul tavolo della partita con Salvini. A confronto con Casellati prima dei Cinque stelle, assieme a Berlusconi e Meloni, il leader della Lega e della coalizione di centrodestra aveva esibito un notevole ottimismo. “Sì, sono ottimista, ci sono segnali di novità” aveva detto Salvini uscendo da Palazzo Giustiniani, “l’accordo con i Cinque stelle è di parlare di cose da fare. Se cadono i veti si parte, si parla di programmi”. Con tanto di post su Facebook , chiuso con un eloquente punto esclamativo seguito dall’hashtag #andiamoagovernare.
Forse non è più il caso di parlare di veti, ma resta ancora una barriera, non si sa bene quanto sottile, alla saldatura. Ora tocca al Centrodestra valutare l’opportunità del duplice passo indietro di Forza Italia e Fratelli d’Italia per dare il semaforo verde al nuovo governo o mantenere la posizione di un esecutivo che includa tutta la coalizione.
A differenza della prima tornata, la delegazione del centrodestra si era presentata unita da Casellati: Matteo Salvini, accompagnato dai capogruppo Giorgetti e Centinaio, il primo ad arrivare, raggiunto da Giorgia Meloni e infine da Silvio Berlusconi. “Ieri siamo usciti con gli schiaffoni, oggi invece siamo usciti con i sorrisi – aveva detto ai cronisti sotto Palazzo Madama -: metà dell’opera l’abbiamo fatta, l’altra metà la facciamo settimana prossima. Si parli di programmi e non di posti. Noi siamo disponibilissimi a farlo, come Di Maio chiede da tempo. Sono fiducioso che chi verrà qui dopo di noi alle consultazioni (gli M5s ndr) accetti finalmente di sedersi al tavolo senza veti e parlare di pensioni, lavoro, fisco, scuola, riforma della giustizia”.
Ai microfoni accesi fuori dall’ufficio di Casellati, il leader del centrodestra aveva detto anche altro: “Di certo è improponibile un governo con chi ha perso” (il Pd, ndr). E ancora: “Nutriamo la fondata speranza che si riesca finalmente a superare la politica del no che in molti hanno portato avanti fino a oggi”. A Palazzo Giustiniani, Silvio Berlusconi questa volta è rimasto silenzioso mentre Salvini parlava davanti alle telecamere, non ha esibito nessuno degli ampi e teatrali gesti che aveva riservato dopo l’incontro della triade del Centrodestra con Mattarella al Quirinale. Poi il Cavaliere, che era atteso in Molise, è invece rimasto a Palazzo Grazioli per seguire l’esito delle consultazioni con i Cinque stelle.Salvini, invece, ha lasciato Roma per recarsi in Molise, dove a Isernia è atteso da un’iniziativa elettorale per le regionali. Domani mattina la presidente del Senato andrà a riferire al Quirinale sul mandato esplorativo ricevuto per vedere se ci sono possibilità di formare un governo. Non si esclude, a questo punto, un prolungamento del suo mandato.
Se invece, nonostante il piccolo passo avanti del M5s e l’ottimismo di Salvini, dovesse fallire la trattativa con il centrodestra, ai pentastellati non resterebbe che provare con il Pd. Da cui arrivano reazioni in ordine sparso, anche se la linea dettata da Renzi il giorno delle sue dimissioni resta prevalente, ovvero opposizione. Gentiloni ha insistito sul fatto che serva una “soluzione in tempi rapidi”, mentre l’area orlandiana chiede di riunire la direzione. E Deborah Serracchiani a Circo Massimo dice: “Siamo alternativi a chi ha vinto le elezioni”.
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