Juve, beffa al 90’: il Napoli riapre il campionato
La Juventus crolla all’ultimo respiro, trafitta dall’inzuccata di Koulibaly su calcio d’angolo. Impreca, ma non si parli di beffa: la sconfitta che riapre il campionato può ben starci. È il prezzo d’una prestazione imbarazzante, riassunta in un dato senza precedenti: zero tiri nello specchio anche se nel nulla galleggia un palo di Pjanic su punizione deviata. Merito al Napoli, più brioso e organizzato, stavolta pure cinico, benché la partita deluda nel complesso. I bianconeri restano avanti d’un punto, ma hanno un calendario peggiore (trasferte con Inter e Roma) e una forma che allunga troppe ombre: in due giornate, cinque punti di vantaggio buttati via. Il Napoli, invece, vola sulle ali dell’entusiasmo, avvinghiato con forza sempre maggiore a un sogno lungo ventott’anni.
Allegri sacrifica Mandzukic, assegnando la fascia mancina a Matuidi: si dipana il 4-4-1-1 con Douglas Costa a destra e Dybala trequartista, ma il movimento degli esterni dilata sovente la trequarti, modellando il 4-2-3-1. Sarri, nel suo immutabile 4-3-3, schiera Mertens centravanti e Hamsik mezzala: Milik e Zielinski entreranno a gara in corso. L’avvio è azzurro, in fondo specchio del match intero, la Juventus attendista e impacciata: il giropalla rapido del Napoli non sforna occasioni clamorose ma semina apprensione dalle parti di Buffon. A protezione, dopo poche battute, non c’è più Chiellini, tradito da un problema muscolare: Höwedes s’accentra accanto a Benatia e Lichtsteiner, subentrato, diventa terzino. Gli affanni prodotti dalle infilate di Callejon e, soprattutto di Insigne spalleggiato da Mario Rui, sono testimoniati da una pioggia di inconsueti retropassaggi, gestiti in qualche modo ma mai trasformati in rilanci decenti: d’altronde Douglas Costa dimentica l’arte dello slalom, Khedira è evanescente e Dybala, risucchiato spesso da Jorginho, sparisce tra le linee. Quanto a Higuain, ciondola inutilmente a cercar palloni e una sola volta si fa luce sottoporta.
Lampi di nervosismo
La strategia, discutibile e pericolosa, punta a lasciar sfogare il Napoli per cercare poi di sorprenderlo e trafiggerlo, però mollezze nel pressing, tocchi errati e imprecisioni riducono proprio a zero il contrattacco. L’unica fiammata, poco dopo il quarto d’ora, con due azioni insidiosissime annodate: Callejon, in barriera, devia sul palo una punizione di Pjanic, poi, sull’angolo successivo, intercetta di testa la conclusione di Higuain. Sul conto azzurro una botta sul fondo di Hamsik e una rete di Insigne in chiaro fuorigioco. Attorno ricami azzurri senza esito, azioni bianconere spezzate e lampi di nervosismo.
Specialità della casa
Allegri cerca la scossa nella ripresa, sostituendo subito Cuadrado con Dybala, poi Douglas Costa con Mandzukic. Nel mezzo, Sarri completa le sue staffette: Milik per Mertens, Zielinski per Hamsik. Cambia niente, la Juve non guadagna un grammo di incisività, continua a rintuzzare il Napoli e inciampare nel gioco rischiando grosso quando Callejon colpisce al volo e Insigne calibra un tiro cross scivolosissimo: Buffon fa scudo, ma nulla può all’ultimo respiro quando Koulibaly svetta su angolo – specialità della casa: è il tredicesimo gol del Napoli sugli sviluppi – e lo batte. Stadium gelato, tutto da rifare, festa grande nel settore ospite.
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