Mattarella nasconde lo stallo dietro una foglia di Fico
E alla fine venne il giorno del Fico, nel senso di Roberto, presidente della Camera e leader dell’ala pura, dura e movimentista di M5s.
Dal Quirinale non si sbilanciano. «Non c’è nulla di automatico», sostengono, il capo dello Stato «non ancora ha deciso» perché fino all’ultimo «aspetta segnali». Da chi? Ma da Salvini e Di Maio, pronti a riannodare il dialogo se mai il segretario della Lega rompesse con il Cavaliere. Il tempo però sta scadendo e tutto porta a pensare che la «pausa di riflessione» concessa da Sergio Mattarella a se stesso e ai partiti si concluderà oggi con un mandato esplorativo alla terza carica della Repubblica.
Dunque, dopo la Casellati, Fico. La logica costituzionale lascia presupporre che, nel caso, il numero uno di Montecitorio avrebbe per simmetria un incarico analogo a quello della sua collega di Palazzo Madama, limitato nel tempo e nel perimetro della ricerca. Cioè, come il presidente del Senato ha sondato le forze politiche nel quadro di una maggioranza centrodestra-Cinque stelle, arrivando alla sua archiviazione, così il presidente della Camera avrebbe il compito di fare scouting sul lato sinistro dello schieramento, perlustrando con cura il terreno alla caccia di una ipotetica intesa tra Pd e M5s. Due giorni per un’altra mission impossible? Al momento, sì.
Ma se l’esito appare scontato, non è detto che l’esplorazione sia una perdita di tempo. Anzi, visto dalla prospettiva del Colle, il cadere uno dopo l’altro degli scenari di governo porta chiarezza. Di fronte infatti ai ripetuti e manifesti fallimenti dei partiti e in mancanza di altre strade praticabili, tra un po’ non rimarrà che tentare il governissimo. Certo, neanche quella sarebbe un’operazione facile, ma insomma, come ha spiegato Mattarella durante le consultazioni, prima del cruciale vertice europeo di fine giugno un governo «nella pienezza dei suoi poteri» bisognerà pur metterlo in piedi.
Quindi c’è fretta, perché «le urgenze» del Paese non aspettano, però non troppa, perché occorre fare un passo alla volta. Intanto, salvo sorprese dell’ultim’ora, ci prova Fico, che verificherà per conto del capo dello Stato se tra i grillini e il Nazareno esiste possibilità di accordo. Un mandato in salita, considerato tutto quello che si sono detti per cinque anni, visto anche che servirebbe il via libera di Renzi: con tutto il Pd, i numeri sarebbero comunque all’osso.
Fico però potrebbe avere qualche ora in più della Casellati, dato che il suo incarico coinciderebbe con il 25 aprile, festa della Liberazione. La forma dell’esplorazione invece sarebbe la stessa: è improbabile, per ragioni di «correttezza istituzionale» e di equilibrio tra le parti, che il secondo mandato sia più esteso del primo, magari in direzione di un esecutivo di emergenza. Tutt’al più potrebbe capitare che, mentre il presidente della Camera tiene le sue consultazioni, ci siano impreviste novità sull’altro fronte. La trattativa tra Lega e grillini, chissà, potrebbe sempre sbloccarsi, Fico tornare sul Colle a riferire gli sviluppi e ottenere un prolungamento. Oppure, scenderebbe in campo un terzo esploratore. Escluso un preincarico a Salvini. Un quarto tentativo centrodestra-5 stelle in un mese dopo tre flop viene visto come una scusa per perdere tempo. E se davvero rompesse con Berlusconi? Allora sì che sarebbe una novità. Ma in quel caso la Lega peserebbe la metà di M5s e Palazzo Chigi toccherebbe a Giggino.
IL GIORNALE