Adesso Di Maio vuol mettere le mani sulle tv di Berlusconi
Ci risiamo con l’antiberlusconismo. Il Movimento 5 Stelle non si smentisce e continua a vivere l’ossessione nei confronti di Silvio Berlusconi.
Dopo i veti è la volta dell’oscurantismo. Di cosa? Delle tv del leader di Forza Italia. “Dovremmo lavorare sulla Rai ma anche sulle tv private. Fa specie vedere che Berlusconi utilizzi tv e giornale per mandare velate minacce a Salvini, qualora decidesse di sganciarsi. È arrivato il momento di metter mano a questo conflitto d’interessi e di dire che un politico non può essere proprietario di mezzi di informazione”, ha tuonato Luigi Di Maio.
Che poi, al termine delle consultazioni, ha continuato a corteggiare il Pd. “Abbiamo questa opportunità, se si riescono a fare le cose bene sennò si torna al voto. Io però chiedo uno sforzo. Non si può chiedere al M5s di rinnegare le sue battaglie storiche. Dobbiamo abbandonare il vocabolario della prima e seconda Repubblica, qui non ci sono forze politiche che fanno alleanze ma i cittadini che fanno un passo avanti. Stiamo cercando di mettere a punto un buon contratto di governo al rialzo e non al ribasso. Ai cittadini interessa avere un reddito di cittadinanza che li porti sopra alla soglia di povertà o che due forze politiche litighino per l’eternità?”, chiede il grillino.
Che poi attacca la Lega: “Potevamo fare anche noi come la Lega gli interessi di parte, e continuare a dire che le cose andavano male ma io non vedo l’ora di mettermi al lavoro”.
E sulle polemiche della base in merito all’alleanza col Pd, Di Maio spiega: “Io capisco chi dice “mai con il Pd”. Ma qua non si sta parlando di un’alleanza, ma semplicemente cominciando a ragionare in un’ottica che non è semplicemente degli schieramenti, ma pensare che abbiamo questa opportunità: se si riescono a fare cose bene, sennò si torna al voto. Se si torna al voto il M5s ne esce rafforzato, secondo me. Oppure capitalizziamo questo 32% che non è autonomo e vediamo come andrà”.
IL GIORNALE