Il d-day del centrodestra
Gli ultimi sondaggi dicono che il Centrodestra unito ha sfondato quota 40 per cento a scapito di Cinquestelle e sinistra che perdono consensi.
Tutto ciò è una grande responsibilità per i tre leader che domani si presenteranno da Mattarella per l’ultimo, decisivo incontro prima che il presidente della Repubblica decida in che modo risolvere la crisi post-elettorale.
Stasera Berlusconi, Salvini e Meloni si vedranno per mettere a punto la strategia e, inutile negarlo, le tensioni non mancano. Matteo Salvini fino ad ora ha resistito alle sirene dei Cinquestelle che lo hanno tentato in tutti i modi di lasciare la coalizione e avventurarsi solitario su strade a nostro avviso senza sbocco, cioè fare da stampella a un governo Di Maio. L’unitá, come dimostrano i sondaggi, ha pagato ma ora arriva lo scoglio più ostico, quello del Quirinale, perché Mattarella è in grande difficoltà. Non riuscire a dare un nuovo governo al Paese è per certi versi anche una sua sconfitta, ma ognuno ha i suoi problemi e sarebbe folle che il Centrodestra sacrificasse l’unità e la sua storia per risolvere quelli del Colle, come avvenne all’epoca di Scalfaro, che convinse Bossi a lasciare Berlusconi e a traslocare con la sinistra.
Sono queste le ore in cui è necessario tenere il punto, soprattutto nei confronti degli elettori. O Mattarella si arrende all’idea di affidare al Centrodestra il tentativo di trovare in Parlamento i numeri necessari a formare una maggioranza, oppure saranno affari suoi uscire dallo stallo. Qualsiasi altra soluzione che rompa l’unità, compresa quella di un governo ponte Lega-Cinquestelle ipotizzata nelle ultime ore da Salvini, sarebbe bocciata dagli elettori alla prima occasione utile. Questo giro è andato così, non per colpa di qualcuno. Ma la vita (politica) non finisce qui. Con una forza politica del quaranta per cento si può raddrizzare la barca appena sarà possibile farlo e chiunque sostenga il contrario è miope: perché accontentarsi di un orticello oggi quando domani si può aprire una prateria?
Tra oggi e domani, per certi versi, c’è il D-Day del Centrodestra e Salvini non può sbagliare mossa. O si marcia uniti, come fecero gli alleati lasciando da parte invidie e gelosie, oppure si perderà tutti (meno Mattarella e Di Maio, sai che soddisfazione).
IL GIORNALE