Piazza Affari (-1,64%) sconta fattore elezioni bis con spread a 131 punti
di E. Micheli e S. Arcudi
Seduta da dimenticare per Piazza Affari, che con un calo dell’1,64% è stata per tutta la seduta la peggiore in Europa. Se le principali Borse del Vecchio Continente hanno optato per la cautela (Parigi -0,17%, Francoforte -0,28%, Madrid +0,16% e Londra attorno alla parità), Milano, che era arrivata a perdere più del 2%, il ribasso percentuale peggiore dal 2 marzo (prima delle elezioni), ha scontato il clima di incertezza politica in Italia. L’impossibilità di dare vita a un Governo sostenuto dai partiti e gli scarsi consensi su un esecutivo neutrale, proposto dal presidente Sergio Mattarella, sembrano spianare la strada a un voto anticipato, a luglio o in autunno. Il crescente nervosismo sulla stabilità politica e finanziaria del Paese ha innescato vendite sui titoli di stato, con i rendimenti sul BTp decennale saliti fino all’1,85% e lo spread con i Bund di pari scadenza che si è allargato fino a 131 punti, il massimo da marzo. Non ha aiutato l’attesa delle decisioni del presidente americano Donald Trump sulle sorti dell’accordo sul nucleare iraniano. A pesare su Piazza Affari sono state infine le prese di beneficio, visto che Milano ha guadagnato il 9,8% da inizio anno, la performance migliore in Europa. Sul Ftse Mib hanno ceduto terreno soprattutto le banche, considerate un proxy dei BTp: Banco Bpm ha perso il 2,89%, Bper il 3,98%, Ubi Banca il 3,47%, Unicredit il 3,17% e Finecobank il 3,46%. Ha retto il colpo Intesa Sanpaolo (-0,66%), dopo una trimestrale superiore alle stime. In controtendenza Moncler (+3,49%), che ha fatto da traino anche a Salvatore Ferragamo (+0,08%).
Sul fronte valutario l’euro ha ceduto ulteriore terreno e si è portato sotto quota 1,19 dollari, con il biglietto verde al massimo da oltre quattro mesi (la valuta unica è scambiata a 1,186 dollari, contro gli 1,1927 dell’apertura e gli 1,1925 della chiusura di ieri). La moneta unica è scambiata a 129,66 yen, contro i 129,91 dell’apertura e i 130,2 della chiusura precedente, mentre il cambio dollaro/yen è a 109,34. In attesa di Trump, accelerano i cali dei prezzi del petrolio: i future del Wti a luglio scendono del 3,5% a 68,17 dollari al barile, mentre quelli a luglio del brent calano del 3% a 73,87 dollari.
Ma il Ftse Mib registra la performance migliore nel 2018 in Europa
Milano a oggi registra comunque la performance migliore d’Europ a con un rialzo quasi pari 10%. Numeri alla mano il Ftse Mib solamente dai minimi dell’anno toccato lo scorso 26 marzo, ha registrato un progresso del 9%. Da inizio anno i guadagni complessivi del mercato milanese sono a un soffio dal 10%, che invece fino a ieri superavano: il rialzo è del 9,8%, il migliore in assoluto dell’Europa. In effetti il bilancio da inizio anno di Francoforte è addirittura negativo, per lo 0,4%. Invece Parigi da inizio 2018 è salita, ma solamente del 3,6%. Anche Madrid ha registrato un risicato +0,7%. E’ negativo il bilancio 2018 di Londra, dell’1,4%, e anche del Dow Jones americano, dello 0,4%. Ad ogni modo, va considerato che Milano era più indietro rispetto ad altri mercati: nei giorni scorsi ha recuperato i livelli dell’autunno 2009, mentre Francoforte a inizio gennaio aveva aggiornato nuovi massimi storici.
Telecom sotto la lente all’indomani delle nomine dei vertici
A Piazza Affari Telecom Italia in rosso dopo avere più volte cambiato la direzione di marcia poco dopo l’aerptura, all’indomani delle nomine dei vertici: il board della compagnia ha confermato Amos Genish amministratore delegato e ha indicato Fulvio Conti presidente. Stefano Grassi, inoltre, è stato individuato come responsabile per la sicurezza. La nomina di Genish viene interpretata
positivamente dal mercato visto che il manager dovrebbe garantire alcuni punti chiave del piano, come la cessione della rete solamente dopo che saranno fissate delle condizioni di regolamentazione, la conversione delle risparmio a certi livelli di prezzo e infine anche lo stacco del dividendo dopo che la compagnia avrà migliorato i propri ratios di credito, come commentavano ieri gli esperti di Deutsche Bank in un articolato studio, nel quale si consigliava di comprare le azioni di Telecom.
Ferragamo attende nomina del Ceo
I riflettori sono inoltre puntati su Salvatore Ferragamo, che trova il guizzo per portarsi in territorio positivo, dopo avere registrato una delle performance peggiori del FTSE MIB, all’indomani della diffusione dei conti del primo trimestre, archiviati con un utile in ribasso del 18,8% a 9 milioni di euro, su ricavi per 304 milioni, in ribasso dell’1,7%. Gli investitori, intanto, si chiedono se Micaela Le Divelec, ex numero due di Gucci fino allo scorso febbraio e nominata di recente direttore generale del gruppo, sia destinata a guidare la maison come Ceo. A trainare Ferragamo è un altro titolo del settore del lusso, Moncler, a sua volta sostenuta da alcune valutazioni positive da parte degli analisti.
Intesa migliora dopo conti tre mesi 2018, male Unicredit dopo mossa Caius
Intesa Sanpaolo argina le perdite dopo la diffusione della trimestrale, archiviata con utile netto in crescita del 39% a 1,25 miliardi . Invece sono colpite da violente vendite le ex popolari con Bper e Banco Bpm che così guidano i ribassi. Unicredit lascia sul parterre oltre il 3% , dopo i rilievi di Caius Capital sulla struttura patrimoniale dell’istituto. Secondo il Financial Times, Caius Capital ha scritto all’Eba, oltre che alla banca, mettendo in discussione il Cet1 dell’istituto, che non sarebbe corretto in base alle regole Ue, a meno che non siano convertiti in titoli ordinari i quasi 3 miliardi di strumenti finanziari complessi emessi nel 2008 (cashes). La banca guidata da Jean Pierre Mustier ha replicato poco fa con una nota ricordando che «il trattamento regolatorio dei titoli cashes è stato pienamente illustrato al mercato e confermato e rivisto dalle autorità regolatorie competenti» e inoltre ha rimarcato che «l’attuale contributo dei cashes sulla posizione patrimoniale complessiva della banca non ha impatti significativi sui ratio regolatori del gruppo». Complessivamente, ha sottolineato Unicredit, «come annunciato a fine 2017, UniCredit ha una solida posizione di capitale con un CET1 ratio al 13,6%». Per l’istituto il trattamento delle azioni sottostanti i Cashes è conforme alla regolamentazione. In più «sono presenti clausole contrattuali che, in caso di sviluppi regolamentari, consentono di preservare la posizione di capitale di UniCredit anche tramite la conversione automatica degli strumenti sottostanti i Cashes in azioni ordinarie», ha spiegato l’istituto. Della galassia Unicredit scivolano di oltre il 3,5% le Finecobank, nonostante la banca abbia chiuso il primo trimestre con un utile netto di 59 milioni, in crescita del 14,1% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Fca e Ferrari sotto la pressione delle prese di beneficio, in rosso Italgas
Dopo la recente corsa, prendono fiato i titoli della galassia Agnelli, con Ferrari e Fiat Chrysler Automobiles che perdono punti. Del resto proprio nei giorni scorsi i titoli del Cavallino rampante avevano segnato nuovi livelli record, sulla spinta dei conti del primo trimestre e delle indicazioni positive per i mesi a venire: i vertici dell’azienda hanno infatti confermato i target per fine anno. Italgas registra una seduta in profondo rosso (cede quasi il 4%), nonostante la trimestrale in crescita, archiviata con ricavi totali a quota 281 milioni (+1%), e un utile netto salito a 74,7 milioni (+4,5%). Brembo cede oltre il 2% nel giorno della trimestrale, chiusa con un utile netto di 68,2 milioni di euro (+0,8%) e ricavi in aumento del 4% a 657,9 milioni (+8,7% a cambi costanti). Il mercato ha tuttavia puntato l’indice sul debito, che è peggiorato del 21,5% a 257,7 milioni . Fuori dal paniere principale, si distingue in positivo Fila, tra i titoli migliori, dopo l’operazione di acquisizione negli Stati Uniti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)