Di Maio: «Berlusconi? Nessun veto, i responsabili dello stallo sono altri»
A sorpresa, o forse no viste le trattative serrate che si intrecciano dietro le quinte, Luigi Di Maio apre la giornata con un giudizio apparentemente positivo nei confronti di Silvio Berlusconi. «Il vero grande tema non è Berlusconi ma gli altri». Il capo politico di M5S lo dice riferendosi a chi sia responsabile dello stallo sul governo. «Se siamo arrivati fin qui è perché ci sono dei responsabili. Se dovessi fare una graduatoria delle responsabilità di questo blocco e del ritorno al voto – spiega ai cronisti a Montecitorio – in cima sicuramente c’è Salvini, che ha preferito il Cav al cambiamento; poi c’è Renzi che ha ingannato partito e opinione pubblica, prima con la possibilità di un’apertura e poi ha fatto saltare tutto. Poi c’è Martina che si è piegato a Renzi, e in fondo c’è Berlusconi. Perché tutte le persone che ho elencato possono decidere se andare in una direzione o in quella di Berlusconi. E invece sia Renzi che Salvini hanno deciso di rimanere legati al leader di Forza Italia. Bene, facciano come vogliono. Il vero grande tema quindi non è lui».
«Vogliamo un governo a due»
Di Maio torna sul suo disegno politico. «Noi – spiega ai cronisti in Transatlantico – vogliamo fare un governo che preveda due forze politiche e non quattro. Perché lo abbiamo visto cosa succede quando si fanno i governi a quattro o a cinque forze politiche. Abbiamo detto: andiamo avanti insieme per un governo del cambiamento. Qual è il veto? Nessuno», osserva. «Alle prossime elezioni io credo che cambierà l’atteggiamento elettorale dei cittadini perché il Pd si è rivelato un voto inutile e Forza Italia è ai minimi storici, ma scenderà ancora di più». Secca la conclusione: «Una volta che si avvia la macchina del governo neutrale che non voteremo si avviano anche le tre scelte proposto dal presidente: il governo di servizio, il voto in estate o il voto in autunno. Noi abbiamo scelto il voto a giugno».
Mattarella: «A volte interessi del Paese sono neutrali»
Il presidente della Repubblica, intervenendo alla cerimonia per il Giorno della memoria, ha fatto un indiretto riferimento alla situazione politica. Battendo il terrorismo, ha ricordato il capo dello Stato, «abbiamo appreso che ci sono momenti in cui l’unità nazionale deve prevalere sulle legittime differenze» e si è compreso anche «che vi sono momenti che richiamano a valori costituzionali, a impegni comuni, perché non divisivi delle posizioni politiche ma riferiti a interessi fondamentali del Paese, in questo senso neutrali».
Salvini: «Ci proverò fino all’ultimo»
In precedenza aveva parlato anche il leader della Lega Matteo Salvini. «Confermo che fino all’ultimo minuto ci proverò, a costo di sembrare uno che pecca di ottimismo e di fiducia. Io sono pronto da domattina. L’unica eccezione che posso fare al presidente Mattarella, che sta facendo un lavoro davvero non invidiabile, per carità, è che se un Governo senza i numeri poteva andare a chiedere i voti in Parlamento, questo dovesse partire dal centrodestra. Il centrodestra ha il 42% dei seggi, quindi gli manca l’8%. Questo ipotetico Governo neutrale parte dal solo sostegno del Pd». Cosi’ il leader della Lega, Matteo Salvini, ospite di Circo Massimo su Radio Capital. Il Presidente della Repubblica, ha spiegato Salvini, non ha dato l’incarico a lui perche’ «contestava il fatto che non ci fosse il 51% dei voti gia’ sicuri al momento. Ma se noi non li avevamo perche’ ci mancava un pezzettino, qualunque governo tecnico e’ ben lontano, anche perche’ nel frattempo ci sono centinaia di nomine da fare. Sarebbe un governo ben poco neutrale».
«Non esiste un governo neutro»
Secondo il leader della Lega, «non esiste un Governo neutrale, come fa a esserlo a giugno quando a Bruxelles si discute di riforma dei trattati sull’immigrazione o del nuovo bilancio europeo? Non occorre un governo neutrale, `tranquillotto´. Occorre l’esatto contrario: un Governo politico, determinato e con le idee chiare. Che abbia il coraggio e l’autorevolezza di dire dei no».
Toti: «Diamo un’astensione benevola»
Dentro Forza Italia, il governatore della Liguria Giovanni Toti nella serata di martedì ha preso posizione a favore di un governo M5S-Lega, senza azzurri. Così spiega la sua posizione a Radio1: «Ho sentito Berlusconi stanotte. Il tema è che Lega e M5S hanno i voti per un accordo di Governo, a cui Forza Italia non parteciperà con un appoggio esterno. Ma il che non vuol dire che non si possa guardare a questa esperienza di un nostro socio strutturale da 20 anni con critica benevolenza. Una specie di astensione benevola. Dopodiché vedremo cosa faranno. FI non deve sentire il passaggio come un veto nei nostri confronti, semplicemente è un governo di cui non facciamo parte, a cui non voteremo neppure la fiducia. Non vuol dire che debba essere la guerra termonucleare, dare una mano a Mattarella a costruire un’opportunità di governo, mettere alla prova chi ritiene di essere in grado di rispondere al paese, senza giudicarlo pregiudizialmente, sarebbe un atteggiamento di responsabilità, senza assumersela. Non credo che FI debba dare l’appoggio esterno al governo, ma ritengo che Salvini e Di Maio non abbiano bisogno della nostra autorizzazione per farlo e che con Salvini possiamo considerarlo non un governo pregiudizialmente a noi ostile».
Tajani: «No governo neutro, voto a settembre»
«Non possiamo dare un appoggio esterno a un governo M5S-Lega perché non possiamo accettare esclusioni di principio. Mi auguro si possa arrivare ad avere un governo politico guidato dal centrodestra. Se così non sarà, non si può votare in piena vacanza. Credo sia giusto votare a fine settembre». Così Antonio Tajani, ai microfoni di Radio anch’io. Alla domanda sulla preoccupazione del Quirinale sulle scadenze europee, Tajani ha risposto: «Abbiamo grande rispetto e fiducia nelle decisioni del Presidente della Repubblica, vedremo quali saranno le sue mosse. Non si tratta di votare no a un governo neutrale, si tratta di tenere unito il centrodestra».
Martina: «Chi ha fallito è il M5S»
«I Cinque Stelle hanno fallito e molti elettori che hanno dato loro fiducia ora sono delusi dallo spettacolo che hanno visto in questi 60 giorni. Pratiche da prima Repubblica senza la qualità di quel tempo. Trasformismi vari, personalismi e vuoto di proposte credibili. Credo che in tanti ripenseranno il loro sostegno al Movimento e più oggi alzano i toni più si capisce che sono in difficoltà». Così il Segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, entrando al Nazareno. Lorenzo Guerini, invece, a margine dell’assemblea annuale di Rete Imprese Italia, ha detto: «Abbiamo detto che collaboreremo con gli sforzi del Presidente della Repubblica. Prendiamo atto che ci sono altre forze, Lega e M5S, che continuano loro campagna elettorale nell’inconcludenza per il Paese».