Israele bombarda la Siria: “Colpite decine di obiettivi iraniani”
In Siria è guerra fra Iran e Israele. Martedì notte, a pochissime ore dalla decisione del presidente Usa, i caccia israeliani avevano bombardato una base del siriana a sud di Damasco in cui sono presenti anche forze iraniane. La tensione quindi era molto alta. Nella notte, l’esercito israeliano aveva affermato che le forze iraniane Quds schierate in Siria avevano sparato 20 missili verso le postazioni israeliane sulle alture del Golan. In quell’area, proprio prima dell’annuncio di Donald Trump sull’uscita dal patto sul nucleare, l’esercito israeliano aveva ordinato la riapertura dei rifugi per la popolazione civile.
Secondo le fonti, il lancio di razzi iraniani è stata una risposta all’attacco dell’artiglieria israeliana contro le postazioni siriane vicine alla città di Quneitra, luogo simbolo della guerra nel Golan.
Subito dopo, è arrivata la reazione israeliana. Una rappresaglia contro le forze iraniane in Siria che, secondo le forze armate di Israele, è stato il più grande attacco degli ultimi decenni. Nel mirino dei caccia e dei missili israeliani, decine di obiettivi, forse addirittura 50, come sottolineato da alcuni media di Israele. Colpiti obiettivi logistici, d’intelligence, magazzini e veicoli. La difesa anti missile siriana ha risposto.
Il portavoce delle Israel defense forces, Ronen Manelis, ha dichiarato che Israele è “pronto per qualsiasi scenario” e risponderà duramente se attaccato. “Abbiamo colpito forte le infrastrutture iraniane che Teheran ha creato in oltre un anno in Siria. Tutti gli obiettivi sono stati distrutti”, ha precisato Manelis. Nessun commento finora è arrivato dalle autorità di Teheran.
La situazione, a questo punto, è tesissima. Per adesso non sono arrivate risposte da parte iraniana. Gli Stati Uniti hanno già detto di sostenere qualsiasi tipo di reazione israeliana. Un portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca all’agenzia Tass ha detto: “Siamo con Israele nella lotta contro le dannose attività iraniane. Appoggiamo con forza il diritto di Israele all’autodifesa”.
L’attacco è arrivato anche a poche ore dal viaggio di Benjamin Netanyahu a Mosca per incontrare Vladimir Putin. È evidente che il premier israeliano abbia voluto informare il presidente russo delle prossime evoluzione in Siria. I sistemi di difesa russi coprono, come un ombrello, l’intero territorio siriano in mano all’esercito di Damasco. Se non si sono attivati, qualcosa è cambiato.
IL GIORNALE